Nel pensiero di Carl Gustav Jung il concetto di salute mentale ruota intorno al processo di individuazione.
Al centro di questa concezione è la realizzazione del Sé, inteso qui come un termine concettuale che esprime il rapporto dinamico tra i livelli di personalità, cosciente ed inconscio, quando entrambi risultano in reciproca armonia e cioè sono in qualche modo sottoposti ad una autoregolazione funzionale. Non è sufficiente l’equilibrio tra inconscio e consapevolezza.
Per parlare di salute mentale in senso pieno dobbiamo pensare anche alle energie istintuali e al loro stato di continua trasformazione attraverso l’attività simbolica,
così si assicura al singolo individuo una energia di fondo, da cui si produce la cultura, nelle sue
tre direzioni:
di ricerca filosofica (le incerte risposte a domande profonde),
di arte (la sensibilità a forme elevate di espressione umana),
di religione (il trascendente).
Cosa vuol dire ?
che l’individuo è in grado di orientare i propri modelli nell’agire, creare e conoscere grazie ai modelli simbolici di cui dispone
E’ importante sottolineare che si tratta di un processo trasformativo quindi un atteggiamento dinamico attraverso maggiori prese di coscienza e richiede la disponibilità al continuo confronto tra coscienza e inconscio.
Nell’atteggiamento di Jung, quale risulta dal suo lavoro e dai suoi studi, traspare profonda passione per ciò che è autenticamente umano, sano e malato, normale e patologico;
ciò lo conduce a conoscere in profondità l’animo umano, con l’umiltà consapevole di non conoscerne mai abbastanza, considerando anche come sia possibile l’adattamento ai modelli culturali molteplici delle società in cui ognuno vive e come sia possibile creare dentro di sé e sostenere un rapporto armonico con quanto è l’habitat dell’individuo umano.