
IKIGAI
Ikigai è parola giapponese di non semplice traduzione, vediamo come può essere utile aggiungerla al nostro modo di pensare.
Ikigai cosa è?
In Occidente semplifichiamo il senso dell’Ikigai collegando questa parola alla ricerca della felicità.
E’ proprio così? in realtà è un concetto più complesso, pur se relativo al benessere, al sentirsi bene, sereni e soddisfatti.
Per la mentalità giapponese rispetto al buon vivere questo si può già chiamare felicità.
In occidente, nei miei corsi sulla conquista della felicità, mi accorgo che molte persone iniziano il percorso immaginando la felicità come qualcosa di fragoroso, di eclatante, un eccesso di gioia esplosiva che si protrae nel tempo.
Possiamo qui osservare la differenza con la mentalità del Sol Levante che rispetto al benessere è più attenta a richiami sottili:
un esempio
il richiamo di un piccolo uccellino che si sveglia su un ramo infreddolito pigolando dolcemente o il silenzio maestoso di un’alta montagna.
Ma l’Ikigai non è intuitivo da comprendere, si riferisce a una forma di energia, anche quieta ma vitale, capace di sprigionarsi anche dalle piccole cose: basta fare caso ad esse.
Apparentemente un concetto molto semplice ma la fretta, la frenesia, la velocità da cui ci lasciamo catturare mentalmente ci rendono distratti e colpiti dalla superficie delle cose, meno dalla loro profondità.
Un titolo celebre nella letteratura di contemplazione orientale parla di “mente da principiante”, riferito ad uno sguardo curioso, non legato da pregiudizi, forse un po’ tipico della prima infanzia, che posato su qualunque cosa la dota della sua autenticità e quindi della sua bellezza.
L’ikigai non insegue orpelli o ricchezze anzi, nel periodo Edo in Giappone nel 1603 ci fu addirittura uno Shogun Tokugawa che dispose la necessità di astenersi dal lusso.
Questo provvedimento alquanto estremo era dovuto alla sperequazione tra le classi sociali che destabilizzava l’assetto sociale e generava sofferenza in molti strati della popolazione.
Sono passati secoli e vuol solo essere qui un veloce richiamo storico per pensare all’ikigai come una semplicissima attitudine mentale che guidi le nostre azioni e i nostri progetti con le nostre energie verso un benessere genuino, fondato su principi etici solidi.
Per approfondimenti un neurosccienziato giapponese ne ha scritto, si chiama Ken Mogi.


risutati elettorali
ecco i risultati elettorali italiani di questa tornata di elezioni:
Contenti? Scontenti? Delusi? Entusiasti? Preoccupati?
C’è spazio per tutta la gamma delle nostre emozioni di cittadini, messi difronte ai risultati elettorali. ognuno secondo le proprie inclinazioni.
Cosa aspettarci dai risultati elettorali
Il futuro prossimo ci dirà i fatti concreti, possiamo pensare però intanto a come ci sentiremo:
probabilmente per molti prevarrà la sensazione di aver finalmente “delegato” la gestione delle proprie preoccupazioni economiche ad un governo politico che se ne occuperà.
Questo sarà il sentimento prevalente in chi non è allenato a vivere sulla propria personale responsabilità le difficoltà che la vita propone. Un Governo governerà e penserà a tutti noi figlioletti.
Una sorta di proiezione archetipica del Salvatore, che si costella nella mente collettiva quando ci si sente sperduti e impotenti.
La nostra esistenza tuttavia fa sentire impotenti in molte occasioni e sarebbe conveniente allenarci a questo stato mentale.
Perchè?
perchè è il primo e inevitabile passo per cercare per se stessi modi nuovi di pensare, risposte aggiornate in tempo reale sulle difficoltà che si vivono e sono difficoltà a cui non ci eravamo preparati per tempo, negligentemente.
Sì, di nuovo i cambiamenti climatici, e la crisi energetica sì, e quella finanziaria, certo.
Una posizione di pensiero rispetto a questo e non solo questo dovremo pur prenderla, sul piano personale prima che su quello collettivo.
Quando si tratta di macro tematiche lo stato attuale dipende da scelte fatte nel tempo a livelli più grandi del singolo però a partire dalle piccole scelte quotidiane proprio del singolo.
Dei singoli che noi tutti siamo, per formare la nostra collettività.
Le crisi che stanno travolgendo la nostra serenità attuale e futura si accompagnano a crisi e crolli sul piano delle relazioni con l’altro, sempre più confuse e immature, dolorose e violente.
Violente sul piano emotivo, quando va bene.
La coscienza collettiva si sbilancia e l’inconscio assume ruolo compensativo allo stato bruto, si perdono opportunità di incontro Anima/Animus, fondamentali allo sviluppo umano collettivo.
Torniamo a noi e ai nostri risultati elettorali, e alla ricaduta sulle psicologie personali:
pensiamo ai comportamenti del nostro Animus nell’assumere decisioni che ci riguardano, pensiamo in proprio, troviamo la Buona Stella che ilumina la mente inconscia, prima che la coscienza.


VOTARE
Votare è un diritto democratico di cui non ci rendiamo conto tutti con forza:
anni di lotte femminili per ottenerlo, in tutti i paesi del mondo, sbeffeggiate, derise, oltraggiate, frenate.
Dal periodo rivoluzionario in Francia ogni Paese Europeo ha dato vita al movimento dei diritti femminili.
Fu la Nuova Zelanda, per prima, a concedere il diritto di voto alle donne nel 1893.
I Paesi del Nord Europa seguirono agli inizi del ‘900
In Italia solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale nelle votazioni del 1946 le donne furono ammesse.
Queste differenti tempistiche legislative e quindi culturali e di forte significato sociale rispecchiano anche il livello di evoluzione del pensiero nei diversi paesi della società umana.
In Italia siamo chiamati tutti a dire la nostra sul futuro del nostro BelPaese, tra seduzioni rivolte ai più giovani – ampio bacino di utenza “nuova”:
Tutti i maggiorenni per la prima volta al seggio
E la Politica con la sua bella coda di paglia teme la disaffezione al voto, un attento ascolto agli interventi pubblici dei candidati lo racconta.
E noi votanti?
Le donne votanti?
eserciteranno tutte in massa questo importante diritto conquistato a fatica?
Speriamo molte sì, moltissime, perchè è un esercizio di libertà e di democrazia di cui non dovremmo privarci.
Ma per chi non si recherà alle urne potremmo non levare gli scudi, potremmo provare a comprendere perchè:
Dare il voto è una delega importante, è fiducia di consegnare il proprio futuro prossimo a qualcuno che ne sarà responsabile con le scelte politiche e le politiche internazionali.
A qualcuno capace di dimenticare il proprio tornaconto personale, qualcuno che pone al centro dei propri valori il senso di giustizia e di umanità, qualcuno che comprende la sofferenza di molti strati di popolazione, e gli orizzonti bui degli ultimi:
anche di chi non voterà – penso agli homeless – e tanti altri che non rappresentano voti da guadagnare in questa corsa ai voti, corsa ad arrivare primi, sconfiggendo i rivali.
Strati di persone dimenticate perchè la competizione selvaggia per il proprio posto di lavoro guida le scelte, travestita abilmente da interesse per il popolo.
Ma andiamo a votare, si vota, è un nostro diritto.


ANTI DEPRESSIONE
depressione, una parola che costella il linguaggio quotidiano, un termine mutuato dalla psichiatria ma è nell’uso corrente.
Depressione nel linguaggio di tutti perchè ci si sente giù di morale, perchè tristi; perchè qualche conoscente o amico dichiara di soffrirne.
E’ proprio cosi?
L’umore triste può far parte delle variazioni che rientrano nella norma e cercando tra le possibili cause a volte troviamo una insoddisfazione che riusciamo a decifrare; altre volte le radici dello stato umorale basso possono trovarsi nell’inconscio, in esperienze vissute o temute o mancate. Forse da piccoli.
In questa fase storica si è poco inclini a comprendere i messaggi della propria psiche, cosciente o profonda e si cavalca facilmente l’onda propinata da tanta pubblicità commerciale di essere invece frizzanti, vitali, gioiosi, energici.
E, come a volte aggiungo io, magari belli, allenati e abbronzati.
La vita non è così però, ci sono sempre fasi alterne e provare a capire l’umore triste, è un buon inizo per sentirsi meglio.
Depressione o tristezza?
Molte tecniche suggeriscono prime misure generali per non lasciarsi schiacciare dalla tristezza: come accade con il mal di testa, se preso ai primi accenni si evita che aumenti.
Intanto la postura, curare come ci siamo collocati nello spazio, il nostro spazio vitale, fa la differenza: raddrizzare il tronco, permettere al diaframma il corretto movimento, ascoltarsi mentre si respira è fondamentale.
Curare lo spazio che stiamo attraversando, in cui stiamo vivendo questi attimi che sembrano scivolare nella malinconia e il primo passo di cura di sè: la nostra esperienza di vita non finisce con il nostro corpo, si allunga all’ambiente di prossimità e quando saremo allenati non sarà difficile sentire che abitiamo uno spazio molto più vasto.
E questo ci rinfranca molto, specie se ci stiamo chiudendo dentro lo spazio angusto della propria scatola cranica: la mente può essere molto ampia, se le diamo spazio.
In conclusione spesso non è depressione ma solo uno stato passeggero di tristezza, anche molto intenso ma fa parte della propria esperienza e sapere come uscirne è una sfida che ci riempie di soddifazione.
Non è dificile, conoscendo le tecniche opportune.


ELEZIONI
Elezioni in vista per il nostro Paese, si va tutti votare.
La psicologia può portarci un contributo utile a capire le prossime elezioni?
La campagna elettorale presta il fianco alle critiche delle coalizioni avverse ma anche lo studio del comportamento umano di cui la psicologia è maestra non è indulgente.
VEDIAMO CHE SUCCEDE
La politica è un tema affascinante, se comprendiamo la sua mission: essere alla guida di un popolo, portare le persone a un livello di benessere collettivo sostenibile, avviare cambiamenti importanti per tutelare il Pianeta Terra..
Elezioni perchè?
Se votiamo secondo la nostra coscienza, in un paese democratico abbiamo l’onore e l’onere di poter dire la nostra opinione, votando chi ci convince di più con le sue proposte di cambiamento, perchè la politica è cambiamento.
Le elezioni prossime ci metteranno in grado di creare una classe dirigente per il Paese che faccia la differenza, ci renda competitivi rialzando il Pil che tenga conto anche della felicità delle persone, come nel fmosissimo discorso di Robert Kennedy.
La parte che dopo tanti anni ancora ci risveglia le coscienze è talmente bella che val la pena rileggerla.
Perchè parla di governare e non solo di soldi, dice di giustizia,equità, compassione.
Un vecchio insegnmento a cui essere ancora grati e da tenere a mente ascoltando le promesse che gli aspiranti politici al potere ci elargiscono.
Senza dimenticare che per i politici è in gioco il posto di lavoro e sarà per noi un rebus trovare qualcuno che pensi realmente alle persone, a come farle stare meglio.
Alle tantissime persone che versano in difficoltà serie, agli adolescenti così folli e violenti dentro famiglie e scuola che non riescono sempre ad arginarli-
A relazioni internazionali segnate da mostruosità che vorremmo poter fermare, a famiglie dove la violenza diventa di casa anche perchè la stabilità e la sicurezza economica sono assenti.
E’ complesso governare, anche se molti non se ne sono ancora accorti e pensano a nuovi slogan per fare voti. occorre fiducia nella persona candidata, credere alla sua buona fede e alla sua competenza, alla sua integrità e alle sue idee.
ecco il link di Bob Kennedy, leggetelo, vi farà bene…
https://www.perlaretorica.it/wp-content/uploads/2013/04/Bob-Kennedy-discorso-Pil.pdf


psicologia scienza
Un paziente al mio studio una volta obiettò che la psicologia non è una scienza esatta.
Molte persone immaginano la psiche come qualcosa di esatto e preciso, razionale, da esplorare come il corpo umano
Pscologia scienza?
Questo dibattito è tuttora aperto
se la psiche e la personalità ci affascinano proprio per la loro imperscrutabilità assoluta, l’irrazionalità, le sorprese emotive, la reattività, il dominio che a volte hanno, sembrano mancare della rassicurazione fornita da dati scientifici.
La psicologia per sua ammissione non si dichiara infallibile, come ogni scienza empirica;
infatti è soggetta a studi, verifiche e revisioni continue da parte della comunità scientifica di riferimento
La ricerca psicologica affronta questi tempi con gli strumenti epistemologici e metodologici validati dalla comunità scientifica.
Spesso i contenuti diffusi, per rendersi accessibili e comprensibili al grande pubblico, banalizzano e semplificano risultati ottenuti da ricerche complesse e pubblicate nella letteratura scientifica.
Come accade anche con gli scritti freudiani, vengono estrapolate parti che di un discorso altamente complesso; così tratte fuori dal contesto originario, dagli agganci e riferimenti complessivi figurano a volte addirittura insensate.
La divulgazione psicologica (e il pensiero corre di nuovo al maestro Piero Angela) ha senso e valore solo se fatta da esperti, altrimenti non è altro che un uso sconsiderato di “psicologia del senso comune” o psicologia ingenua.
La rete internet carica video di veloce fruizione che lasciano credere a fruitori impreparati qualsiasi inesattezza; lo stesso su testi cartacei destinati al pubbico in cerca di soluzioni facili e soprattutto veloci.
Psicologia veloce?
In psicologia la velocità non esiste e nemmeno le scorciatoie.
Le soluzioni invece emergono nella luce della coscienza individuale che esplora se stessa con la guida di un professionista della salute mentale, competente ed esperto che accompagna in un percorso speciale, del tutto impossibile da fare da soli.
Mi riferisco alla psicoterapia specialistica o meglio ancora alla psicoanalisi che si muove su correnti sotterranee che animano la psiche e se sconosciute alla psiche stessa possono diventare minacciose, proprio come le correnti vere delle acque..
Del resto, non si dice forse che il Mare, l’Oceano, l’Acqua, sono simboli dell’Inconscio?
mai asserzione fu più esatta di questa…..
La ricerca psicologica può effettivamente offrire un raro contributo a comprendere le contradizioni in cui viviamo, fino a cambiare noi stessi e a poco a poco anche i contesti sociali ma i risultati prodotti e i dati ottenuti dagli studi devono necessariamente essere compresi nel loro significato relativo e assoluto e divulgati nel modo più corretto, non nel più rapido.