PSICOLOGIA, FELICITA' E HOME THERAPY
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Natale anticipato

Natale è neve, nel nostro emisfero.

E’ renne, slitta e Babbo Natale.

E’ pacchetti col fiocco, regali e consumismo sfrenato.

Per le vie di Roma e nelle campagne del centro Italia oggi è autunno dorato e splendente, foglie volteggianti che fanno mucchio ai lati delle strade. 

Gli alberi si stanno sfogliando a poco a poco, secondo il vento e non sono ancora del tutto spogli per caricarsi della neve che ancora è ben lontana da caderci sulla testa.

E’una suggestione diversa, un tempo di attesa che ancora non si è fatto inverno e si vive lasciando andare i colori caldi dell’estate mentre ancora ci meravigliamo di quanto sia presto buio e tramonti presto il sole.

Ci spingono a forza verso il Natale dalle vetrine anticipatissime, oggi il Black Friday americano sta dilagando. In una follìa collettiva nuova di cui potevamo fare a meno

Chi ci spinge?

Negozi, vetrine, commecio, crisi economica ed emotiva, soldi ?

Avidità, secondo me, è la parola giusta  e Ansia. L’avidità non ci fa accontentare, non ci riposa, non ci acquieta e ci vuole perennemente col portafoglio aperto ai famelici negozianti.

Hanno tante spese, chi può negarlo? ma quale brutta spirale ci sta avvolgendo….

Intanto che la classe politica e dirigente del Paese continua nel suo tenore di vita sempre altissimo di politici e famiglie , la classe media cerca di mantenere i redditi abituali e vede i consumatori come pollastri sempre da spennare.

A qualunque costo:

Hai già dieci paia di pantaloni nell’armadio?

e perchè non comparti l’undicesimo e il dodicesimo?

tanto li confezionano i bambini in estremo oriente, è estremo, che ti importa? come è estremo il terribile sfruttamento e pericolo a cui sono sottoposti.

Lavorano fuori da ogni norma di sicurezza, sono troppo picccoli per badare a non farsi male e lavorano comi piccoli uomini alle macchine per cucire i nostri pantaloni scontati col Black Friday, perdendo una mano o qualche dito.

Sì, negli ingranggi si mutilano gravemente e nei loro occhi, nei nostri telegiorali, si legge chiara la disperazione e lo spegnimento.

Natale è tra oltre un mese, keep calm………

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Natale anticipato
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Natale e consumi è un vecchio tema che ci colpisce sempre di più, sconti pazzi e vetrine scintillanti cercano di attrarre a consumare ciò che il lavoro di bambini lontani produce per l'occidente
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Jung, i fondamenti

 

Chi è Carl Gustav Jung?

Per i più giovani con lo sguardo incollato al telefonino Jung rischia di essere un nome del tutto sconosciuto.

Cercherò di definire dal suo vasto corpus teorico, frutto di studi e ricerche approfonditi come pochi, i nomi che nella pratica clinica di psicologi incontriamo tra i disturbi delle persone che vengono a consultarci.

Innanzitutto Jung parla di psicologia psicodinamica, cioè basata sulla parte inconscia della psiche, non immediatamente accessibile alla coscienza. Ricavabile tuttavia dalle sue manifestazioni attraverso sogni, fantasie, immaginazione, sintomi, lapsus linguae, atti mancati, opere artistiche, elaborati della mente creativa.

Iniziamo dal suo concetto di Inconscio, che non prescinde da quello da lui definito Inconscio Collettivo:

se il primo si riferisce all’esperienza personale di ciascun individuo,  l’altro è l’insieme di elementi che la psiche ha ereditato come modelli  a priori.

Per esempio:

trame mitologiche,  motivi e immagini che in ogni tempo e luogo possono formarsi indipendentemente da tradizioni e migrazioni storiche.

All’Inconscio Collettivo facciamo risalire, secondo questa impostazione metodologica, motivi universali rintracciabili nelle religioni, nelle leggende, nel folklore, nei miti.

Attraverso i simboli universali si esprimono istanze psichiche dell’umanità intera.

Una loro giusta lettura permette di comprendere molti comportamenti e azioni, a livello di masse ad esempio, altrimenti ben poco spiegabili.

Per giusta intendiamo una interpretazione capace di tenere in debito conto questo sfondo che agisce sul piano inconsapevole e tuttavia detta legge, in molti casi, per determinare comportamenti.

Per giungere a queste ipotesi di lavoro e di pensiero Jung, da medico e psichiatra, ha amplificato il proprio campo di coscienza e ha dedicato la sua vita (1875-1961) a studi comparati tra fenomeni che nei secoli si sono imposti.

Tra questi studi l’alchimia medioevale ha occupato un posto di primo piano per Jung.

Gli ha permesso di ritrovare gli stessi meccanismi e fasi psichiche attivi nell’uomo del XVI secolo  e nell’uomo di oggi, mutatis mutandis, come compaiono nei sogni, o nei disegni spontanei, attraverso simboli da interpretare.

Quale è lo scopo degli uomini di allora e di oggi?

Sempre la ricerca della felicità

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Jung, i fondamenti
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Jung, i fondamenti
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Jung medico e psichiatra svizzero per primo ha introdotto il concetto di Inconscio collettivo accanto al già noto concetto di inconscio per inserire in un più ampio panorama psichico umano condiviso, l'esperienza del singolo. Studi comparati di alta erudizione hanno reso possibili tali approfondimenti
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Psicologia Analitica

Tra le teorie dell’Inconscio, la psicologia analitica  è il corpus teorico del pensiero sulla psiche proposto da C.G. Jung.

Comprende alcuni punti cardine intorno ai quali si sono sviluppati  pensieri, riflessioni, ricerche e modelli teorici per il lavoro clinico sull’inconscio

Qualisono  le caratteristiche della psicologia analitica?

Oltre le 4 funzioni psicologiche di cui abbiamo già accennato nell’articolo precedente su questo blog, il concetto di Inconscio Collettivo è uno dei concetti più celebri.

Di cosa si tratta?

E’ un aspetto inconscio che non è solo personale perché non ha contenuti individuali, tipici e unici di una persona. Invece ha contenuti diffusi universalmente allo stesso modo.

Jung ci dice che i fatti inconsci più sono profondi e oscuri e più perdono la loro singolarità  individuale.

Assumono un carattere sempre più collettivo. In questa dimensione che Jung definisce Inconscio Collettivo troviamo gli archetipi e gli istinti.

Dalle parole di Jung in una conferenza a Londra del 1935:

“tutto ciò che so ma a cui al momento non penso;

ciò di cui una volta sono stato cosciente ma che ora ho dimenticato;

quello che i miei sensi percepiscono ma la mia coscienza non nota;

le cose che sento, penso, ricordo, voglio e faccio senza intenzione e senza farci attenzione, cioè inconsciamente;

 le cose future che si preparano in me e verranno alla coscienza solo più tardi”.

Tutto questo è il contenuto dell’inconscio.

Ma al di là di questo troviamo nell’inconscio non solo le qualità acquisite individualmente ma anche quelle ereditate, dunque gli istinti, come impulsi a compiere azioni senza una motivazione cosciente.

Il concetto di Inconscio Collettivo ha permesso a Jung di affiancare ai processi psichici di un singolo individuo molti elementi tratti da un contesto più ampio che si ritrova in ogni tempo e ogni cultura, attraverso miti, leggende, folklore, alchimia, mitologia e religione.

La psiche umana diviene così patrimonio collettivo che si eredita dai nostri avi, in alcuni tratti, accomunandoci a popoli e tempi anche molto lontani da noi in un quadro concettuale in cui riconoscere alcuni tratti della  nostra esperienza esistenziale e meglio comprendere alcune emozioni, paure, scelte, percorsi.

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psicologia analitica
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psicologia analitica
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la psicologia analitica è il corpus teorico e prassi psicoterapeutica teorizzata dallo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung (1875-1961). Tra i concetti di base c'è quello di Inconscio Collettivo
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Modello psichico

Il modello psichico proposto dalla psicologia analitica è uno dei più noti e accessibili concetti.

Aiuta a  comprendere come funziona la mente, si tratta di un modello quadripartito.

L’autore ha immaginato quattro funzioni della psiche  che, graficamente rappresentate, si fronteggiano e si incrociano.

Quando  una funzione è prevalente nel funzionamento abituale di una persona,   la sua opposta e  complementare diviene la funzione inferiore, secondo Jung, nel senso di minor utilizzo consapevole.

La funzione inferiore  è attiva prevalentemente nell’ inconscio della personalità e si può manifestare, ad esempio, in espressioni psicosomatiche.

La si può trovare anche in  atti mancati, lapsus e  in espressioni che la psiche conscia non riconosce immediatamente come proprie.

Facciamo un esempio

Pensiero/Sentimento sono due funzioni opposte e posizionate in questo modello psichico alle estremità di una linea.

Questa linea interseca a croce un’altra linea ai cui estremi poniamo le altre due funzioni psichiche: Sensazione/ Intuizione

Utili nel lavoro clinico?

Per un terapeuta che utilizza il modello junghiano questo schema essenziale di modello psichico è una prima chiave di orientamento nel labirintico funzionamento psicologico.

Possiamo cercare di cogliere dall’altro a quale funzione fa maggiormente ricorso e quale utilizza di meno.

Cercheremo di attivare la possibilità terapeutica di risvegliare con opportune tecniche le funzioni meno presenti.

In questo lavoro saranno i sogni ad offrire aiuto per comprendere e per procedere,come indicazioni di percorso.

Intanto una definizione di coscienza da Jung:  “ una relazione con l’Io di fatti psichici “ e con “ Io” si intende qui “un complesso di fatti psichici”

E’ sufficiente questo per capire qualcosa?

No, occorre un lavoro capillare e articolato di tipo interpretativo e conoscenza delle tecniche che fondano il modello.

I contenuti della coscienza sono in relazione con le impressioni che ricaviamo dal mondo circostante e la psiche che percepisce e osserva è lo stesso oggetto osservato

Quest’ultima caratteristica si osserva solo nelle scienze psicologiche e mentre rappresenta un limite evidente ne è pure una delle ragioni di fascino assoluto.

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modello psichico
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tra i tanti modelli della mente proposti negli anni dagli autori di diversi orientament teorici, uello proposto dalla Psicologia analitica prevede, tra le altre cose, il funzionamento psichico ripartito tra quattro funzioni contrapposte
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Trickster

Il Trickster o Briccone Divino è un archetipo.

Lo immagino fare capolino , nel senso di attivazione di energia psichica , in una azione o in un comportamento o in una vicenda in cui la prospettiva sia in un certo senso “doppia” o ingannevole, con equivoci o ambiguità.

Il Trickster non è bello né brutto, è semplicemente una prospettiva.

L’energia psichica che ciò che chiamiamo archetipo smuove, attraverso i simboli che lo stesso archetipo incarna, è molto potente e nelle storie e leggende è quella che mette in moto cambiamenti impensabili e imprevedibili, attraverso l’archetipo che conosciamo come Trickster

In un racconto proprio dal Trickster  prende le mosse una forza psichica operante attivamente, la quale  genera l’spetto avventuroso o di intrigo interessante.

E per chi legge si attiva una uguale forza e così  l’interesse viene catturato.

L’esempio più classico è rappresentato dal Mercurio mitologico, tra gli Dei il Messaggero, Ermes per la Grecia classica che, ancora in fasce, rubò con l’inganno alcuni buoi a suo fratello Apollo. Quando fu scoperto, davanti al consesso degli Dei dell’Olimpo, negò tutto e si mise a suonare la lira che aveva appena costruito con un guscio di tartaruga.

E’ facile per noi qui riconoscere il comportamento tipico dei bambini, quando vengono scoperti con le mani nel sacco.

Apollo appena sentì quella musica soave lo perdonò e si mise a ridere affascinato sia dalla musica ma anche dalla spudoratezza infantile di Ermes.
Zeus, ridendo anche lui di quell’impresa compiuta da un bambino così piccolo ma già così furbetto, lo nominò messaggero degli dei perché per questo ruolo occorreva una certa dote di eloquenza, della quale Mercurio divenne il Dio riconosciuto.

Dal suo nome deriva anche il termine ermeneutica, l’arte dell’interpretazione, e rappresentò anche il Dio dell’astuzia, della scaltrezza, del trasformismo: ad Ermes si innalzavano cumuli di pietre, ai bivii in cui si era incerti sulla direzione da prendere, per chiedere consiglio.

Si riteneva Ermes una figura intermedia che non apparteneva del tutto al mondo degli Dei né a quello degli uomini e dunque estraneo alle norme che regolano ciascuno di questi due mondi ma proprio per questo motivo capace di operare ai margini dell’uno e dell’altro, capace di mettere in contatto tra loro ambiti altrimenti destinati a rimanere eternamente divisi e separati dall’incomunicabilità.

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Chi è il Trickster? a cosa serve questo archetipo? quando lo troviamo nei nostri sogni o nelle nostre vicende? cenni di psicologia analitica per rispondere a queste domande
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Archetipo Briccone

L’Archetipo del Briccone Divino si è affacciato  tra le righe di racconti brevi, di  autore esordiente, nei suoi travestimenti.

Anche noto come  Burlador   viene indicato e studiato da Jung nelle sue ricerche comparate sugli archetipi.

Il libello in questione raccoglie racconti lievi, in cui si rintraccia un contesto dove un inganno, o  scandalo,  o mistero, o paradosso anima la scena scritta.

Sorpresa è l’elemento più interessante del Briccone Divino o Trickster in inglese, che compare all’improvviso a far saltare piani prevedibili, a generare intrecci grotteschi o esilaranti.

Archetipo, nell’espressione di Jung, è quella prospettiva psicologica, arcaica, fondata su concetti psichici  collettivi che sono presenti da sempre e dovunque tra gli esseri umani e ne animano la vita psichica.

Cosa si intende per archetipo ?

 Sono elementi strutturali dell’inconscio collettivo, motivi psichici universali.

Dove si trova?

Si trovano archetipi, cioè forme tipiche costanti,  nei diversi gruppi culturali e periodi storici. Sono contenuti nei livelli più profondi della psiche inconscia, mai accessibili direttamente.

Affiorano nel linguaggio figurato, nei miti, nei simboli onirici, nei prodotti della fantasia. Li troviamo quindi in un romanzo come in un film, che vestono i panni dell’Eroe, un esempio classico.

Qualche esempio ?

Alcuni esempi rintracciabili in molti prodotti del sogno o della fantasia sono il Vecchio Saggio, la Grande Madre, il Puer Aeternus, la Paura, o il Sé.

Con questo termine – – si intende il risultato della psiche realizzata che è giunta a compimento delle sue potenzialità.

Il Trickster , come fu chiamato da Jung inizialmente, si riferiva ad un’opera di fine 800 in cui si parlava dei Delight makers (giullari) cioè coloro che sanno dire scomode verità tra il sorriso e l’inganno bonario.

Giocano tiri mancini e sanno fare abili scherzi. Il riferimento non è ad una persona singola in carne e ossa ma indica una compenetrazione di temi mitologici diversi.

Approfondimenti nel prossimo articolo a seguire.

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Briccone Divino
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Briccone Divino
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L'archetipo del Briccone Divino compare nella recensione di una raccolta di racconti, caratterizzati da elementi di sorpresa, inganno, intrigo, sovrapposizione arguta. E' ben rappresntatodal Dio Mercurio, il Messaggero tra gli Dei
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