PSICOLOGIA, FELICITA' E HOME THERAPY
Per informazioni e appuntamenti+39 06 78 22 934 | +39 339 670 56 59

CALDO SENZA FINE

Caldo d’agosto, non è certo una sorpresa ma quest’anno abbiamo percepito che la temperatura è più alta dell’anno scorso.

ecco perchè questo caldo

cambiamenti climatici è una specie di mantra che ascoltiamo ormai ovunque, ognuno cerca, se è sensibile al Pianeta e ai Sapiens, di fare del suo meglio per non alimentare questo enorme ingravescente problema.

Ma il caldo, le temperature estreme anche alle nostre latitudini temperate, continua a mordere.

Senza dubbio la causa è dovuta ai cambiamenti della Terra, certo sensibili ai comportamenti dei suoi abitanti, ma anche legati ai cambiamenti che il pianeta incontra nei decenni, secoli e millenni.

la progressione del rialzo delle temperature è una novità per noi che abbiamo in sorte di vivere in questa era ma per il Pianeta non è certo una novità, da ere glaciali a eruzioni vulcaniche, assestamenti della crosta terrestre, placche tettoniche in movimento, derive dei continenti…

Uno sguardo più ampio, oltre il singolo piccolo perimetro di vita di ognuno, ci rende le difficoltà più piccole, rispetto ad uno sfondo più ampio in cui inquadrarle.

E’ indubbio che il caldo a cui non siamo abituati (ci vorranno generazioni e generazioni finchè gli umani saranno in grado di sopportare mesi estivi a 40°), protratto per giorni e giorni senza tregua, sia fonte di sofferenza, più o meno marcata.

Uno studio universitario pubblicato in questi giorni in California, mette in luce che il caldo superiore alla media genera disagi alla salute mentale per il 22% della popolazione.

Più colpite le donne e la fascia giovane sotti i 30 anni. Sappiamo comunque che tutte le persone fragili, anziali e bambini piccoli nonchè persone già affette da disagio mentale peggiorano le proprie condizioni se esposte ad eventi avversi.

Sul piano della salute psicologica si avverte un senso di ridotta energia,di impulsi creativi e di pensieri costruttivi. Aumenta invece la percezione di essere in una condizione di stress, sovraffaticamento, scarsa ideatività e propositività, irritabilità diffusa.

ecco che fare per resistere

Gli osservatori per la salute mentale indicano come ogni anno di adottare comportamenti a tutela del proprio stato fisico e la psicologia aggiunge di aver particolare cura di sè, riconoscendo un periodo, seppur lungo, che richiede attenzioni e scelte mirate per valorizzare quanto si ha.

Anche immaginare, in stato di distensione rilassata, scenari naturali di freschezza, colori azzurri e verdi tra cascate di acqua cristllina, aiuta la mente a ritrovare quiete, più di quanto si creda

Read More

C A L D O e stati d’animo

Il caldo eccessivo è un fattore di stress per l’organismo, il corpo naturalmente è in sofferenza in tutte le fasce di età, in modo lieve o intenso.

La mente, all’interno del corpo, soffre a sua volta e peggiorano gli stati dell’umore in chi già ne soffre

Quando il caldo è troppo ?

il corpo umano ha una “temperatura critica superiore” che sa tollerare, in sicurezza, da 40° a 50° , dati di ricerca della Roehampton University- London, reperibili sulla rivista scientifica Nature Medicine.

Significa che non siamo in pericolo di vita con queste temperature, cioè siamo in grado di adattarci, purché non rientriamo nella categoria “fragili” come anziani, bambini, ammalati, per i quali occorrono cautele più importanti.

Non significa però che attraversare il caldo esagerato a cui non si è abituati sia una passeggiata per nessuno, il colpo di calore si manifesta con cefalea, nausea, confusione, difficoltà di concentrazione e affaticamento in attività cognitive, fino allo svenimento, in soggetti e condizioni particolari.

Il corpo umano attiva varie strategie autonome per difendere la propria temperatura interna, indispensabile a mantenere ogni attività essenziale sia alla vita che al buon funzionamento dei vari distretti corporei.

E del sistema psicologico, differente per ognuno.

Di consigli a cui attenersi in caso di caldo eccessivo siamo abituati a sentirne dai bollettini medici, l’informazione digitale e cartacea, dai palinsesti televisivi.

Ci sono alert destinati ai presidi di Pronto soccorso che avvisano in quali giorni attendere un maggior flusso di persone colpite dai sintomi del troppo caldo, fino ai deliri.

Cosa accade al corpo nel caldo eccessivo?

Le proteine del corpo subiscono cambiamenti e funzionano diversamente, come pure gli impulsi nervosi. L’intero sistema nervoso è meno efficace e questo è parte integrante del corpo. Si può generare aritmia (un ritmo cardiaco anomalo) e il cuore va in affaticamento, come ‘fuori sincrono‘, si potrebe abbassare il livello di ossigeno.

Al rialzo della temperatura eccessivo, in quanto stress, peggiorano i livelli di ansia e di depressione, e anche la capacità cognitiva ne risente temporaneamente, in uno stato di ragionamento lucido più difficoltoso.

E la psiche?

Nel corpo sottotono per l’impegno richiesto dall’adattamento al caldo, l’assetto psicologico non è al suo miglior funzionamento, si influenza la salute mentale e la capacità cognitiva, come quella relativa ad aree cerebrali attive per risolvere compiti complessi.

La Psicologia ci riferisce che le ricerche in tal senso sono il risultato di studi sperimentali su gruppi di soggetti a cui viene richiesta la risoluzione di un compito cognitivo, in aule separate, una con aria condizionata accesa e l’altra no

risultati: più lenti i tempi di reazione e riultati al test complessivamente peggiori del 13%.

Indovinate in quale aula ?

Read More

Serie tv violente

Serie tv violente in quantità, viviamo in un tempo carico di violenze vere, non solo emotive, psicologiche, autoinflitte ma violenze fisiche gravissime, come la cronaca ci informa puntualmente.

Leggiamo che violenze vengono denunciate in ambito dell’infanzia, degli anziani, delle famglie, delle donne, dei prigionieri di guerra o di civili innocenti in paesi in guerra…

Le categorie più fragili e più indifese sono colpite, forse da sempre ma ora ne siamo molto ben informati e una riflessione può tornare utile.

Per capire meglio cosa succede, in che mondo viviamo e prepariamo per le future generazioni e per trovare uno spazio interiore consapevole, libero da paure, e sicuro per il nostro equilibrio psicologico.

In questo quadro desolato negli ultimi anni abbiamo visto moltiplicarsi l’offerta di servizi di intrattenimento televisivo centrati su elementi che possiamo ricomprendere nel true crime.

Le famose serie tv violente sono seguite da molti, oltre una comprensione dei motivi che spingono i fruitori ad un relax televisivo fondato sul crimine.

Perchè mi piacciono le serie tv violente?

Intanto è un mercato che “tira”, come si dice in gergo e quindi l’offerta a buon mercato ingozza lo sguardo e la mente di chi si lascia coinvolgere.

Costa davvero poco all’apparato tv mandare in onda questo tipo di format, acquistati forse in America, dove molte persone girano armate e alcuni Stati vige la pena di morte.

Ma non sono solo di matrice americana, si vedono in tv prodotti di violenza e crimine anche prodotti o girati o lavorati in paesi d’Oriente.

Non sono tutti i paesi, naturalmente non quelli che storicamente vivono tradizioni spirituali o di avanzato livello culturale e scientifico.

Anche se non è proprio sempre così lineare la cusa-effetto.

Ma perchè guardiamo il crimine in tv? Se non sono finzioni televisive sono programmi che ripropongono cronache dettagliatissime di orrori e violenze efferate.

Non passa giorno che qualche canale non ce le fornisca ad ogni ora del giorno e della notte

Assassini, serial Killer, omicidi, polizia ecc. ecc. sono lì a riempire incauti sguardi e di conseguenza la mente di chi sceglie di trascorrere il proprio tempo così.

Il proprio tempo sì, quella ricchezza enorme ma non infinita che abbiamo in dote nella nostra vita.

Questo voyerismo della violenza cosa attira di noi spettatori?

Certamente l’idea che il cervello che ospitiamo dentro la nostra testa sia un enigma e la fantasia di poter capirne i comportamenti, come una bramosia che ci vuole far capire come funziona il pensiero criminale, rassicurandoci che il nostro non è così.

L’angoscia, la paura, non sono estranee a nessuno e meno si conosce come funziona il cervello, come se ne determina la crescita e lo sviluppo, come passa all’azione, più si cerca di limitre questa presunta oscurità del pensiero.

Tutti i casi in cui la ferocia è compiuta da colui che viene detto da chi lo conosce “un bravo ragazzo”, senza comprendere i segnali minimi che ci sono nelle varie sfumature di comportamento verbale e non.

Immedesimarsi crea l’illusione di poter avere il controllo dei propri lati oscuri, quando non c’è desiderio di conoscersi meglio, conscio e inconscio.

Studi dimostrano che disfunzioni neurobiologiche nella regione cerebrale dell’amigdala si ritrovano nei fatti delittuosi, l’amigdala controlla gli impulsi, le emozioni arcaiche, l’aggressività.

Un mix molto grave.

La criminologia individua in un disturbo della personalità certi atti violenti, narcisismo patologico che manipola senza conoscere rimorsi ne sensi di colpa.

La violenza di cui parliamo implica sempre che ci sia un altro e la relazione che abbiamo instaurato.

Anche contribuito ad instaurare.

Anche nelle sparatorie verso chiunque, da parte di squilibrati gravi, l’Altro sconosciuto è entrato in quel pensiero malato come elemento persecutorio, da eliminare, trasformato in fantasie da panico.

Concludo esprimendo che aiuterebbe questa grave deriva delle relazioni umane una miglior conoscenza dei modi in cui le persone imparano a relazionarsi, ad enrare in contatto e così nutrire il Sè e l’ALtro.

Read More

Sentiamoci protetti

sentiamoci protetti in modo assoluto, la nostra casa può aiutarci e non è un modo di dire.

La comprensione dell’abitare si è molto aricchita negli ultimi anni, con studi di architettura e di psicologia.

Si chiama Psicologia dell’abitare, una branca della psicologia sociale che prepara a riconoscere gli elementi fondamentali per un vivere felice.

Sociale perchè mette in contatto con il mondo esterno, la propria casa è un porto sicuro per se stessi, per la propria famiglia, per la convivialità e le esperienze condivise.

Ci permette di comunicare prima con noi stessi e poi con gli altri, non è solo comodità ma è creare spazi funzionali a ciò che ci caratterizza.

Sentiamoci protetti nella nostra casa.

Sentiamoci protetti grazie alla casa, ecco come fare

Cominciamo ad immaginare gli spazi abitativi come uno specchio di noi, quali scelte facciamo, quanto spazio ci piace dedicare alla nutrizione del corpo ma anche del nostro cuore e della nostra mente.

Libri? musica? device aggiornatissimi? salotti accoglienti? bacheche di ricordi ? piante? colori o austerità?

Dedichiamo spazio a questa riflessione tutt’altro che banale, se così può sembrare a un primo sguardo, perchè ci porta dritti al cuore di noi stessi, indicandoci piano piano come sentirci protetti.

Sentirci protetti da cosa ?

Dal malumore, per esempio. O dallo stress. Dalla solitudine. Dalla noia. Dalla stanchezza e dalla Paura.

L’elenco potrebbe essere senza fine perchè ogni persona è diversa da ogni altra ed ha le sue specifiche aree del Sè che vuole accudire e nutrire.

La casa è la nostra prima forma di terapia, nel senso di cura verso noi stessi e fa miracoli nel migliorare lo stato d’animo e le relazioni, sia dentro casa che fuori di essa.

Sì, perchè ci sentiamo più forti, più capaci di ascoltarci e riusciamo a dare spazio a ciò che per ognuno è davvero importante.

Una casa senza amore non c’è, dall’amore per gli aspetti più materiali, o più personali e quelli più spirituali.

Poniamoci in ascolto attento e curioso. Con mente da principiante, suggeriscono tradizioni di saggezze lontane.

Un piccolo passo, piccolissimo: accettiamo che sia la nostra casa, qualunque essa sia, ad accogliere amore in cui stare. Sembra banale eppure è una chiave che nasce da rara profondità

Read More

R O M A

Roma è conosciuta nel mondo per mille motivi storici, culturali, politici, sociali ecc. ecc.

Spesso è associata al nome di “Trastevere” – quest’area a cavallo del fiume che attraversa la città, conosciuta forse come la più caratteristica di Roma.

Nessuna eco di fasti e ricchezze barocche come a Roma è tipico, Trastevere è un quartiere popolare, vero cuore della città.

I romani ci vanno volentieri per una passeggiata dal sapore verace, per scoprire il dedalo di vicoli, le osterie che cercano di essere come una volta, i banchi di venditori artigiani di sapore etno-hippy.

Un quartiere di nostalgie del tempo che fu, per i cuori romantici, che fa dimenticare tante dissonanze che affliggono molte grandi città tentacolari e Roma tra queste.

Un passo dopo l’altro, la mente va a ricordi di altri anni e si addolcisce, sembra quasi un luogo sospeso che ci offre tregua da traffico e smog.

C’è un aspetto particolare e unico di Trastevere con echi di spiritualità, un po’ di folklore, un po’ di miracoli, un po’ di arte che psicologicamente sfiora il sentire di anime accorte e curiose.

Dove trovare le Madonnelle

Sono note come Madonnelle , visibili nella loro varietà agli angoli delle case, edicole votive dalle fogge più originali.

Sono conosciute con questo nome perché prevalentemente raffigurano la Madonna e in minor parte altre figure sacre;

oltre 1500 nella città e Trastevere ne è particolarmente ricco, forse proprio per il carattere popolare dell’abitudine di chiedere protezione dagli affanni a figure divine come la Grande Madre che tutto protegge.

Figure a cui si attribuiva una grande forza e potere miracoloso di cui nella Roma del 1600 fino al 1700 si sentiva molto bisogno e così ogni angolo aveva la sua madonnella fino a contarne 2.739 ! 

Spesso si vedono pezzi architettonicamente molto interessanti, in marmo con cornici a ghirlanda, decorazioni di foglie d’acanto, putti barocchi. Racchiudono tele dipinte ad olio datate 1700 circa, anche riproduzioni come la Madonna del Buon Consiglio a piazza Trilussa.

Spesso una lanterna in segno di devozione dei fedeli restava accesa giorno e notte, quando l’oscurità dei tempi in cui le vie non erano illuminate favoriva misfatti: si poteva spaccare il lume con una sassata ma in quel tempo contro immagini sacre questo sacrilegio era raramente compiuto.

Piccoli tesori, a cui le pie donne affidavano tremiti e affanni, fiduciose della protezione sulla via e sulle case, in un tempo in cui aggirarsi per le vie di una Roma papalina di intrighi poteva essere molto pericoloso.

Si respira, per chi è allenato a percepire i residui sottili di antiche atmosfere, un’aria di preghiere che chiedevano aiuto o ringraziavano per la grazia ricevuta.

La mente non allenata a questo corre via frettolosa ma se vogliamo recuperare un ritmo umano arricchito di echi passati e spiritualità, semplicità quasi infantile, alzare lo sguardo alle Madonnelle di Trastevere ci offre ancora oggi qualcosa:

allo studioso della psiche accenna ad un archetipo di Grande Madre positiva, una possibilità di connettersi alla propria sfera più profonda che non giudica, esiste da sempre e da sempre vigila silenziosa sulle umane faccende.

ROMA: Cosa dice la mitologia

Nella mitologia alla dea Ecate si attribuiva il potere, femminile, di vegliare benevola sulle strade, gli incroci, i passaggi, come momenti di transizioni e per questo più instabili.

Anche altre figure mitologiche tra cui Giano Bifronte che protegge passaggi e porte, l’entrata e l’uscita.

A ricordarci le umane paure anche celate da umana baldanza e la necessità di proteggere se stessi, da se stessi.

Read More

SINNER

Sinner, una parola che è entrata da poco tempo nel vocabolario di tutti.

Identifica subito il giovane che porta questo nome, giovanissimo campione del mondo sportivo.

Il tennis non è mai stato uno sport seguito dalle folle, ritagliando una nicchia elitaria di chi poteva sostenere i costi, uno sport costoso, rispetto ad altri.

Invece con il giovane Sinner tutti si sono interessati a questa disciplina, hanno seguito con il fiato sospeso gli incontri, le finali, le premiazioni, l’esultanza.

E’ perchè con la sua squadra ha portato l’Italia protagonista vincitrice di un trofeo internazionale? certamente sì ma c’è anche qualche cosa in più, un carisma che è quasi una magìa.

E’ il ragazzo in sè che ha destato ammirazione, la sua bravura tale da suscitare un indiscusso rispetto per la disciplina ferrea di cui evidentemente è un esempio, per riuscire a raggiungere risultati sportivi del livello che abbiamo visto.

Dietro il sorriso diretto che lo sguardo di Sinner ci offre sempre, intravediamo un ragazzo sincero, onesto, disciplinato, capace di porsi obiettivi sfidanti e combattere duramente per raggiungerli.

Chi non vorrebbe un figlio così ? specialmente dopo la sua splendida frase in cui augurava a tutti i bambini di avere genitori come i suoi….

Accende vari livelli emotivi, in chi fa il tifo per lui.

Quali emozioni ci suscita Sinner ?

emulazione positiva visto l’aumento degli iscritti alle scuole tennis come ci informano le associazioni intevistate. Forse identificazione, sentendoci vincenti insieme a lui.

forse gratitudine ?

con il suo modo di fare unito al suo indiscusso talento ha tenuto incollati al teleschermo anche improbabili nuovi tifosi, regalando a tutti l’emozione di avere successo e in fondo di essere amati, come lui.

Chi non lo vorrebbe per amico, parente, conoscente, lui che si pone semplice, onesto, leale, carismatico, sorridente e vittorioso…

Un Eroe dei nostri tempi, suggerisce la psicologia analitica, che crede in sè e crea un seguito di persone immediatamente simpatizzanti per lui,

Un Eroe che semina passione e lascia intravedere la possibilità per ognuno di essere vincente, sicuro.

In questa epoca in cui le passioni tristi attraversano il mondo, in cui interi stati si lasciano trascinare da passioni violente, risalta una persona come Sinner ci ha lasciato intravedere di sè.

Ci ha fatto bene la sua vittoria.

Read More

Anedonia

diciamo anedonia per indicare sintomi residui dopo la risoluzione di episodi depressivi.

Può essere fisica se non riusciamo a trarre più piacere relativamente a comportamenti che riguardano la sfera corporea, come il cibo, il buon bere in compagnia, un’attività fisica.

La chiamiamo anedonia sociale quando non riusciamo a trarre piacere dalle relazioni interpersonali, anche quelle fidate, sicure, collaudate, e perdiamo gusto alla percezione di esse.

Questo tipo di anedonia, detto sociale, riduce la nostra percezione di “ricompensa” nel senso di gratificazione, dall’intimitò con l’altro.

E’ oggi del tutto acquisito che i legami telematici, senza nulla togliere all’importanza di internet e delle sue infinite opportunità, frantumano tuttavia i legami umani, in un processo di disconnessione all’interno della perpetua connessione.

Siamo felicemente connessi a pressochè tutto, grazie al web, ma la connessione con se stessi?

Nel mio lavoro ho il privilegio dell’analista di ascoltare: molte persone lamentano di non ritrovarsi, di perdere il proprio senso di sè, disperse tra contatti digitali da tutelare, alimentare, difendere, proteggere.

Oppure non hanno ben chiaro quanta energia utilizzano per il mantenimento di tutto questo, dichiarandosi infine soli, sfiduciati, svuotati…

Sicuri che sia nutriente tutto questo? nutriente per l’Anima intendo, per dirla con Hillman che osservava già anni fa quanto la tecnomediazione amplifichi il senso di solitudine.

Sentirsi soli mentre si chatta con mezzo mondo, o mondo intero, mentre si attendono trepidando risposte che non arrivano:

ormai c’è liceità di non rispondere, oltre ogni principio di buona educazione.

C’è la fretta, la scarsa capacità per molti di sintetizzare in pochi caratteri il proprio sentire e così preferiscono il nulla.

Tempo prezioso della vita si utilizza con grande interesse a pubblicare immagini sui propri telefonini relativi al piatto che stiamo per mangiare, o ai capelli sul pavimento del parrucchiere, appena sfoltiti.

Attraverso immagini di dove mi trovo, con chi, in quale atteggiamento, spiccano il volo informazioni e dati – chi non lo sa? – verso ripetitori o in qualche caso satelliti, numerosi intorno alla Terra.

Certo non solo questo, molti elementi positivi oggi sono alla portata di tutti

Ecco come distinguerli

E’ la consapevolezza a fare la differenza, non agire d’impulso, e invece pensare e riflettere prima di inviare all’altro messaggi, foto, immagini, faccine grafiche omologate, canzoni, frasi, poesie, sempre più immersi in una illusione di contatto vero.

Altrimenti il contatto vero con l’Altro che fine fa?

Read More

Influenzer

Che vuoi fare da grande? chiedono i genitori a ragazzine tra gli 11 e i 18 anni. “Voglio fare l‘Influenzer”, questa la spiazzante risposta per genitori “Boomer”.

Termini anglosassoni che sottolineano il divario generazionale che sempre è stato complesso affrontare in modo proficuo.

L’influenzer chi è ??

oggi è una figura professionale che praticamente tutti sanno a cosa si riferisca e la associano a una attività superficiale, priva di competenze, futile e modaiola. E’ davvero così?

Ecco perchè non è sempre futile

Potremmo dire che ci sono Influenzer ed Influenzer, cioè alcuni fanno la differenza riuscendo ad applicare intelligenza, studi, strategie, inventiva, creatività al proprio lavoro.

Ma di che tipo di lavoro si tratta ?

Un tempo si parlava di Opinion Leader , sempre dall’inglese, mi raccomando! ad indicare chi sa trainare le opinioni altrui, creando consenso intorno a se stesso e dunque a ciò che propone.

Oggi si concentra sul fashion che per dire moda pare una parola più cosmopolita.

Non necessariamente l’influenzer si occupa solo di moda in senso di abiti.

Genera trend, immagine, tendenze di gusti relative ai modi in cui apparire per essere con il giusto outfit , dove oguno degli accessori indossati è frutto di scelte mai lasciate al caso.

Dal colore dei capelli all’armocromia, lo stile delle borse o del pareo sulla spiaggia, il tipo di borsone da palestra o di cintura, calzature sconcertanti, tutto fa tendenza, dettando un percorso di agognata bellezza.

Sbagliato ? non necessariamente, se si resta nella giusta misura, se si guarda a se stessi, alla propria autenticità, a come si è per poi disegnare come apparire all’esterno.

E’ una professione che si sviluppa tra varie competenze trasversali, informazione accurata, onestà di intenti e vera passione per il settore che ci può trasformare nell’immagine.

In questi giorni una celebre influenzer italiana, forse la più conosciuta e la più riuscita economicamente e non solo è finita al centro di battaglie legali.

Si vuole screditarla e danneggiarla, nella sua vita privata, familiare, economica, professionale, col pretesto di tutelare noi consumatori.

Quella di Chiara Ferragni è una storia di successo, partita da zero, costruendo una specifica competenza e conoscenza del settore, intrecciando relazioni, incontri, creando relazioni di stima e sviluppando un proprio brand internazionalmente noto, riuscendo a proporsi in modo sempre adeguato.

Milioni di ragazze la ammirano e uomini la desiderano, ma lei ha costruito la sua famiglia di amore, lavorando con passione e impegnandosi in campagne a sfondo ecologico e benefico.

Ha ricevuto inviti e proposte professionali importanti che ha svolto in modo ammirevole, autentica e attenta a valori positivi.

Una scalata e una vetta raggiunta con grinta e simpatia, non occorre molto altro per entrare nel mirino dell’invidia collettiva.

E l’invidia è una brutta bestia che in questi tempi dominati dai social network si scatena per distruggere l’oggetto di invidia. La psicoanalista dei primi anni del 900 Melanie Klein ne avrebbe da dire, a questo proposito.

Si è voluta vedere questa giovane donna in lacrime davanti a milioni di telespettatori, mentre offriva un milione di euro ad una buona causa (perchè la lascino in pace?). La tv del dolore vuole vedere, non solo in tv, che l’affondo spietato ha davvero colpito.

Avrà fatto probabilmente un errore, non conosco queste logiche dove ci si scaglia verso chi è in vetta mentre si nuota in un mondo di truffe, malafede, inganni, imbrogli, querele, accuse, insulti.

La giovane influenzer sicuramente ha peccato di leggerezza nel non informarsi fino in fondo dei risvolti legali di una campagna di pubblicità e la legge non ammette ignoranza.

Tuttavia ammette tranquilamente che la persona sia messa in croce, mediaticamente parlando.

Un Buon Anno a questa giovane intelligente donna che ha saputo ispirare tante ragazze in un mondo in cui l’ispirazione e la bellezza sono sepolte sotto l’oscurità dei nefandi tempi che viviamo.

Read More

Violenza

Violenza è una parola evocativa di brutture fisiche e morali, angoscianti sopraffazioni, sentimenti malvagi, dolore, male assoluto. L’archetipo del Male. Thanathos.

Perchè la violenza?

Indubbio che essa non è necessaria. Mai. Qualsiasi questione che riguarda gli umani si può sempre dirimere in altri modi, capaci di far valere le proprie ragioni senza sopraffazione.

Proprio per questo ci chiamiamo Umani o anche, ironicamente, Sapiens; perchè ci siamo evoluti, abbiamo scalato il cammino evolutivo filogenetico sviluppando capacità cerebrali inimmagibabili.

Queste capacità del cervello organico si traducono in abilità comportamentali, condotte così intelligenti da traghettare il mondo intero verso mete prodigiose, fino a creare Intelligenza Artificiale, fino a viaggiare nello spazio siderale, verso le stelle.

Si costellano nei secoli molteplici azioni umane come esperienze di picco che hanno segnato punti di svolta, creando civiltà, rivoluzionando apparati sociali di ogni tipo verso nuove ispirazioni, scoperte della scienza, della tecnica.

Queste scoperte scientifiche e tecnologiche prontamente applicate hanno consentito di sostenere la salute e allungare la vita, procedendo attraverso di essa in modi più agevoli, efficaci, utili.

Eppure la Violenza non ha mai abbandonato il mondo, nemmeno per brevi periodi, e negli intervalli tra una guerra e un’altra, tra eccidi e stragi di massa, si è insinuata come veleno tra individui, famiglie, comunità senza risparmiare i più fragili.

L’eredità biblica di Caino non ci ha mai abbandonato.

Combattere la violenza

è possibile? sembra impossibile quando si attraversano momenti tragici eppure non dobbiamo perdere l’antidoto, anzi coltivarlo con assiduità.

E’antidoto ogni qualità benefica e salutare che la mente può immaginare e la persona può fare, solo aumentando le caratteristiche più alte e splendenti delle persone possiamo sperare in un futuro dove la violenza sia bandita.

Anche quella segreta, familiare, nel chiuso di una casa, o di un’automobile, di un vicolo.

Sostituita virtuosamente da armonie relazionali.

Si dovrà necessariamente passare per un’evoluzione diversa, dello spirito umano che nel XXI secolo mostra ancora i suoi tratti più barbarici.

Tratti di personalità sociopatici e pericolosi per tutti e per la persona disturbata probabilmente non potranno essere eliminati, allo stato attuale delle conoscenze.

Aspetti genetici e costituzionali delle psicopatologie potranno però essere controllati se si avrà estrema cura degli aspetti sociali, relazionali, affettivi in cui tutti gli individui vivono e sono immersi e potrebbero costruire terreni di scambi interperonali sostenuti dalla mente evoluta e “lavorata”.

E’ certo un lavoro enorme da pensare nelle società umane afinchè le piccole comunità, i centri aggreganti dove si studia, si fa sport, si cresce, si alimenta lo spirito profondo individuale e collettivo, possano crescere.

Crescano in direzioni virtuose di sviluppo ed evoluzione intelligente basate su rispetto, fiducia, affettività sana.

Un lavoro che non è utopia ma richiede tempo, attenzione, cura e accordi tra tutti.

E poi pensieri, riflessioni, progetti tra chi è competente, capace e sognatore.

Non è impossibile.

Read More

Guerre

Guerra, venti di guerre spazzano le coscienze Occidentali lasciandoci interdetti, tra Stupor e rigetto, orrore e compassione per quanta violenza le cronache ci mostrano, non troppo lontano da riuscire a voltarci dall’altra parte.

Lasciando agli esperti di storia considerazioni geopolitiche complesse e articolate, proviamo a tracciare una linea di lettura psicologica, rispetto alla Coscienza collettiva che assiste orripilata alle violenze e all’inconsio collettivo che ha radici antiche.

Guerre, una lettura psicologica

Secoli indietro l’anticulturale mancanza di relazioni internazionali ha dato il via alla terrbile barbarie della guerra, rendendo imperante la violenza collettiva, richiesta e sostenuta dai Re e Principi, ragione di vita e di morte dei Guerrieri.

Morire aveva un valore che oggi non ci appartiene e anche Vivere poggiava su diversi cardini delle società.

Si affidava l’Anima a Dio e si percepiva di compiere azioni che trasformavano uomini in Eroi gloriosi, nel tempo degli Dei e degli Eroi.

“[…] Ma nemmeno Dio stesso può prosperare in un’umanità spiritualmente denutrita” scrive C.G.Jung nel 1936 e noi oggi?

Abbiamo avuto decenni tremendi dopo queste illuminanti parole, genocidi nel mondo intero, abbiamo scavallato il millennio mentre le giovanissime generazioni si agganciano ai feticci moderni nell’illusione di connessione con il Tutto.

La psiche femminile difronte a questa “fame” potrebbe reagire diversamente…

Ecco come reagisce il Femminile alle Guerre

mentre il Logos che pianifica, elabora strategie, programma sopraffazioni, conquiste sanguinarie a spese di altre anime, abbiamo Eros, il perenne Dio dell’Incontro e dell’avicinamento che sostiene la psiche femminile e forse la donna ha qualche attitudine in più o diversa per un grandioso compito culturale che potrebbe riportare alla luce valori sepolti.

Oggi le donne combattono in guerra, non in tutte le culture, probabilmente abitate più da Wotan che da Eros, volendo scomodare gli Dei.

Wotan, come tutti gli Dei è rappresentazione e figurazione di forze psichiche, che appartengono al mondo inconscio dell’umanità. E’ dio della Tempesta e dell’Ebbrezza che può restare a riposo per secoli ma sempre può ridestarsi, come un vulcano spento.

Questo Dio della Distruzione è fattore psichico ed emozionale che travolge le zone di alta pressione culturale, sottolinea ancora Jung, afferra e travolge il popolo che così entra in uno stato di furore.

Difronte all’incontro dell’uomo di oggi con un Dio tribale che respira attraverso le azioni efferate, vengono trascinate via come secche foglie tutte le bellezze che pure avrebbero potere di cambiare le cose, culturalmente molte cose…

Read More