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Buon Natale !

Buon Natale ad ogni cuore… Festa della Cristianità, ignorata da altri culti, ci parla un linguaggio di simboli antichi ed eterni, trasversali a culture e tempi diversi…

Buon Natale ! che significato gli diamo?

è augurio di nascita, dall’etimologia stessa e possiamo far nascere ogni cosa  tra i nostri pensieri – dove riposa la nostra consapevolezza – ogni cosa che inizia ha una nascita, un momento iniziale.

Questo inizio nascente può riguardare virtualmente  ogni cosa anche sentimenti di pace, a livello planetario primariamente e poi a livello di piccole comunità e di ogni persona.

Come può ancora esistere la guerra tra le persone?

Quasi un quarto del nuovo millennio sta scivolando via, un’epoca nuova, veloce, con molti miglioramenti rispetto al passato soprattutto nell’ambito delle tecniche .

Le tecniche nuove a cui l’umanità si è approcciata hanno impresso forti cambiamenti al mondo, dall’invenzione della ruota all’utilizzo della bomba nucleare.

E’ attraverso strumenti tecnici che si è cercato sempre di migliorare la vita; la nostra Era è caratterizzata da tecniche relative al mondo della tecnologia digitale, fino all’ultima nata, l’Intelligenza Artificiale.

Ancora è allo studio  come  utilizzarla al meglio ma già si indovina che gli usi offerti  in pasto al vasto pubblico spesso si muovono tra finzioni o scorciatoie poco apprezzabili.

quali effetti ?

rischio di  annullare la genuinità di alcuni atti umani preziosi, si pensi all’atto di comporre una musica o scrivere un romanzo.

Niente allarmismi, cerchiamo di seguire gli eventi , forse anche gli auguri di Buon Natale che Chat GPT formulerà per noi…

Molti di noi non sono assolutamente in grado o nella condizione di comprendere effetti, conseguenze, risultati, risvolti etici e morali… questa novità gigantesca promette miglioramenti su grande scale e soprattutto tanta tanta velocità.

Sembra che la Velocità, nuova ad inizio del secolo scorso con il Futurismo che era una forte rottura con le tradizioni precedenti, sia oggi ridotta solo ad un ritmo che deve senza sosta aumentare sempre più, senza preoccuparci di effetti collaterali.

Già molti studi accademici forniscono dati inquietanti sugli esiti della velocità esagerata nell’approccio alla vita, in termini di aumento di stress, riduzione dei livelli di vigilanza, errori per assommare sempre più attività in archi temporali che restano quelli, le 24 ore non possono crescere…

E allora molti riducono le ore del sonno e del riposo, del tempo dedicato a nutrire corpo e anima.

Gli studi ormai sono concordi nell’imputare a ritmi esageratamente veloci una accelerazione di vita e di ritmi cardiaci poco raccomandabili, l’ipertensione è sempre più diffusa..

Ma dicevamo Buon Natale !  Perchè nasca, come la stella cometa annuncia alla cristianità, scintilla divina dentro ogni persona e per questo motivo si percepirà il meraviglioso e il deleterio di questo mondo e magari si cesserà    di spararsi addosso !

 

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GENITORI OGGI

Genitori è diventato una specie di “mestiere”, nel senso che si deve imparare ad esserlo.

Sarebbe la cosa più naturale ed istintiva che esiste al mondo ma negli ulimi anni diventa sempre più una corsa ad ostacoli o una sfida, del tipo “ci riuscirò?”

Ci sono aspetti dell’attuale società iperconnessa e ipertecnologica contribuiscono a rendere complesso, quando non addirittura difficile, essere genitori, in particolare di ragazzi che crescono nell’età delle scuole medie.

Molti psicologi dell’età evolutiva nelle università del mondo promuovono studi sull’adeguatezza dei modelli educativi tradizionali perchè sempre troppo frequenti sono i comportamenti disadativi di molti ragazzi, quando non addirittura delinquenziali o criminali.

Cosa sta succedendo?

I ragazzi hanno genitori che fanno anche loro i conti della propria vita personale e familiare scossa da cambiamenti collettivi importanti, la società dell’immagine non lascia esente nessuno dall’essere catturati.

Il passo è breve al sentirsi non adeguati da parte dei genitori i quali, verso i propri figli, tendono ad ovattarli in una comfort zone:

qui in cui i ragazzi preadolescenti si trovano perfettamente a proprio agio e non intendono mollare più.

Ne risultano ragazzi molto deboli e vulnerabili per affrontare la realtà, protetti dai propri genitori nei confronti di una società che appare agli stessi adulti minacciosa.

I ragazzi però dovranno in questa età imparare a pensare, sviluppare un metodo di pensiero critico.

Cosa si intende per pensiero critico?

un esercizio della mente ben lontano dallo spirito polemico e oppositivo che imperversa dagli adolescenti verso gli adulti.

Ai genitori si chiede di credere nei propri ragazzi, come fare?

cercare di parlare con loro e di capirli, senza sosta interfacciandosi con la scuola, con le altre famiglie, con i centri che frequentano

Senza dimenticar che se i figli sbagliano, sarà solo il buon vecchio ed unico modo per imparare qualcosa.

Perchè NO deciso alla comfort zone? perchè in essa il pensiero si ferma, sostituito da un galleggiamento inutile tra passatempi svuotacervello.

Ricordiamo che abbiamo bisogno invece di “SCOMODITA’ ” perchè solo in essa ci sorgerà lo stimolo a cercare nuove soluzioni e miglioramenti.

Colpa dei figli ?

i genitori sono gli adulti e si sono assunti la responsabilità di mettere al mondo ma anche di crescere e dare al mondo figli capaci, forti, psicologicamente attrezzati, leve del domani, felici di vivere.

Genitori preoccupati ?

Certo! come non esserlo ?

ma per questo mai smettere di osservare, informarsi, pensare, parlare, partecipare per saper educare i ragazzi, le donne e uomini del futuro, alla Libertà,

cioè metterli in grado di parlare e di ascoltare, di rispettare e farsi rispettare, vivere e sognare in grande per conquistare lo spicchio di vita migliore possibilie.

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Dhammapada

Dhammapada è un antico poema della cultura Buddhista, dedicato all’etica di comportamento.

Per questo può essere un punto di vista, antico quanto attuale, per ripensare il nostro mondo e la nostra convivenza civile.

I sistemi di convivenza umana si trasformano profondamente nell’evoluzione delle società ma alcuni antichi testi travalicano differenze locali e di epoche perchè trattano temi universali.

Temi per altro trasversali a tutte le dottrine di spiritualità e religiosità, che sono due cose diverse.

Esiste del Dhamapada anche una versione in latino del 1900, le sue origini però appartengono alla cultura indiana del tempo dei Veda, le Scritture più antiche in sanscrito, circa 2500 anni fa…

Il testo originale contiene versi poetici che, con gentilezza come sempre nel buddhismo, conducono alla serenità spirituale, migliorando nel contempo la sensibilità morale.

E’ questa una qualità dello spirito di cui ogni momento della vita si giova e, pensando al tempo attuale in cui viviamo, appare più che mai attuale e utile attraverso i millenni passati.

Il testo di riferimento ha per titolo “Il Dhammapada” e propone pensieri e massime su cui riflettere e da cui lasciarsi ispirare. E’ edito da Ubiliber.

cosa è il Dhammapada

si tratta di un testo sacro delle antiche tradizioni sapienziali, come sacro possiamo considerare ogni cosa che ci proponga di accostare l’animo e l’essere al trascendente, in questo caso attraverso una purificazione dagli inquinanti mentali.

Pensieri ravvivati da una forte fede nella vita etica e morale si ritiene nell’antichità come oggi, possa no scortarci verso una vita di serenità, di pace e di quiete interiore.

Questo può pervadere tutto l’intero mondo devastato in cui ci troviamo a vivere.

Un punto di vista alternativo, reso solido dalle tradizioni filosofiche lontane. Può aiutare ad allargare il proprio orizzonte mentale.

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la mente rilassata ama semplificare

SEMPLIFICARE SEMPRE

Semplificare la propria vita è il sogno di molti.

Ci troviamo molte volte incagliati in scogli che ci confondono, frenano i nostri slanci e rallentano le nostre attività. Soprattutto ci fanno sentire molto stanchi.

La psicologia analitica di C.G.Jung si definisce psicologia complessa. Potremo dire che è molto complesso, per non dire complicato, tutto ciò che riguarda la psiche e per Jung la teoria dei Complessi è uno dei cardini del pensiero.

Complessi

Ci si riferisce all’idea che l’energia psichica può creare una sorta di “ingorgo” in cui non riesca a fluire al servizio dell’Io e perde così di funzionalità ottimale.

Con le parole di Jung un complesso si definisce “un insieme di rappresentazioni, pensieri, ricordi, in parte o del tutto inconsci, dotati di una forte carica affettiva”.

Jung parla di “complessi a tonalità affettiva” quando le reazioni osservabili sono sovradimensionate rispetto alle effettive situazioni scatenanti, a causa di un eccesso di energia psichica.

In tali casi le persone possono sperimentare una situazione di minaccia alla propria stabilità e quiete interiore, percepire un vissuto inquieto e di arousal intenso che porta ad agire sul piano di realtà emozioni forti di smarrimento, risalenti a periodi precedenti dello sviluppo.

Quindi “semplificare” come si dice nel titolo di questo articolo non è sempre cosa agevole o immediata in psicologia, quando sono attive forze complessuali la cui radice è nell’inconscio della persona.

Tuttavia molti altri casi invece sono carichi di complessità eliminabile, dovuta alla tendenza a sovraccaricare la mente, tendenza che diventa una abitudine e orienta le scelte in un dedalo di scelte, di opportunità, di possibilità del nostro tempo in cui sembra che non ci siano limiti.

Almeno non più i limiti a cui si era abituati.

Semplificare

La vita attuale propone e teorizza modelli di esistenza in cui ci si sente capaci di molte o troppe cose, divenuti invincibili anche a costo di indiscriminate assunzioni di sostanze psicoattivanti.

L’invito qui è a far caso alle minacce potenziali di una vita off limits e a rivalutare il senso della semplificazione per ritrovare il senso della misura e della nostra efficacia: a volte ci si può sentire inadatti o inefficaci solo perchè si sta chiedendo troppo a se stessi.

Fateci caso.

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Ucraina guerra

Questa guerra ucraina genera orrore, distruzione, morte, sopraffazione, violenza.

L’umano si disumanizza.

Cosa lo ha reso possibile?

ai giorni nostri, in tempi illuminati (credevamo) , in luoghi della terra vicini all’Europa, come l’Ucraina ?

La psicologia junghiana chiede aiuto alla mitologia, ai vecchi miti che sono espressione della psiche senza tempo, per capire e non smarrire il pensiero.

Capire per non scivolare in stati di depressione e ansia aggravati da ciò che accade non lontano da noi e dalle nostre pseudo sicurezze occidentali.

C.G.Jung rifletteva già negli anni della prima guerra mondiale e poi tra le due guerre.

Il suo pensiero da scritti e conferenze è sviluppato anche nel 1933, tra fermenti di guerra che si potevano già prevedere e infine nel 1946, a guerra finita e devastazione residua sotto gli occhi di tutti.

Da Jung prendiamo spunto per collocare i giorni di morte di questa primavera 2022 in un continuum storico che dai secoli passati ci ricorda come gli Dei, un tempo appartenenti all’esperienza psichica, alla Natura, alla spiritualità, siano scacciati da secoli e siano sprofondati nell’inconscio, individuale e collettivo.

https://roma.repubblica.it/dossier-adv/eccellenze-lazio/2022/03/29/news/dalla_mente_che_si_generano_poi_i_comportamenti_e_quindi_gli_stati_danimo_che_ne_derivano-343300364/

La psiche contatta così lo Spirito della distruzione ogni volta che il Dio Marte impugna di nuovo le armi divine correndo come una furia devastatrice.

Pur nella attuale epoca razionale e tecnologica l’inconscio di alcuni singoli “agisce” sul piano di realtà queste potenze psichiche primoridali, risvegliate e attive come fossero reali.

Reali sono le qualità psichiche negative, votate al Potere e alla visione di realtà accecata da personalità prive del punto di equilibrio.

Da un articolo di Jung del 1945 dice lo psichiatra svizzero: “Forse in un’era più illuminata succederà che chiunque aspiri a una carica governativa debba prima farsi rilasciare da una commisione psichiatrica l’attestato di non essere portatore di bacili psichici (quante cose si sarebbero potute risparmare al mondo se questo provvedimento si fosse preso prima di…”)

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TRASFORMAZIONE

La trasformazione attraverso il percorso psicoterapeutico concluso felicemente è una realtà.

Come possibile?

Quali parti sono soggette a trasformazione?

Quelle parti che sono di intralcio al pieno sviluppo di sè, che ostacolano il proprio cammino verso la realizzazione delle proprie potenzialità.

Carl Gustav Jung (1875 – 1961 ) osservò su se stesso che l’inconscio si trasforma o determina trasformazione, come nel processo alchemico, che a lungo aveva approfondito per capirne la vera essenza.

“L’inconscio è un processo e la psiche si trasforma o si sviluppa” dice Jung, in base alla relazione che l’Io intreccia con la parte inconscia della psiche.

Fu lo studio della trasformazione alchemica e dei suoi simboli a condurre Jung alla capacità di interpretare la realtà attraverso simbologie complesse.

In ogni persona c’è la spinta innata ad accogliere la totalità di se stessa e ad integrarla alla totalità universale.

Questo processo dà vita a ciò che è latente in ognuno sin dalle origini nell’attesa di essere riconosciuto, compreso, ascoltato e infine trasceso.

Come si ottiene?

Attraverso il processo di individuazione junghiano: in esso la persona- in un certo senso- realizza pienamente ciò che potenzialmente già è.

Si tratta di un potenziale umano importantissimo che rende il significato perduto alla nostra esistenza.

Ci fa sentire pienamente bene, al nostro meglio possibile.

come nella stanza di un vecchio alchimista medioevale possiamo tentare la nostra trasformazione, cercando il nostro personale elisir di felicità, pace e benessere psicologico

stiamo parlando per immagini e per simboli, come ci parla il nostro inconscio,

e così alludiamo a possibilità trasformative nell’essere umano verso le parti di sè che non lo aiutano.

diventeranno parti benefiche, sane a cui far ricorso in ogni frangente della vita quotidiana.

I processi analitici della psicoterapia ci prendono per mano e ci portano al cuore della trasformazione di noi in persone che amiamo di più, persone di cui sappiamo prenderci cura in profondità, cura di noi stessi per ritrovare la via…

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20 marzo

OGGI è LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA FELICITA’ !!!

per adesso Buona Felicità a tutti, consapevolezza mi raccomando!

Più tardi vi racconto tante cose su questo tema meraviglioso… stay tuned…

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ancora (in)felici

Felici è una parola grossa, di questi tempi.

il periodo pandemico ci riserva ulteriori sorprese negative, dopo un anno passato dal mondo intero cercando di superare il pericolo.

Possiamo essere felici in questo periodo?

Certo non è facile

però conviene non dimenticare, proprio in tempi che si preannunciano di nuovo cupi, che è nel centro di noi stessi che possiamo ritrovare pace.

Se non felici almeno con la pace nel cuore è possibile.

Continuando ad alimentare il senso di gratitudine per quanto di bello e di buono la Nostra Terra che ci ospita ha per noi. Ha anche i virus d’accordo.

Servono a qualcosa?

Non siamo qui virologi, rimaniamo nel nostro target di competenza possiamo affermare che almeno il virus è virtualmente servito a farci aprire gli occhi.

Su cosa?

su tante cose:

una cosa è la solita sperequazione del mondo che ha un continente africano dove i nostri beneamati vaccini arriveranno chissà quando,,

intanto che in Europa dimentichiamo terre lontane, ora che non possiamo andare lì coi nostri viaggi

stiamo invece dedicando la politica a tempo pieno a fare lotta sul tema vaccini.

Prima io, più tutela a me, soldi e ristori a me, libertà di uscire di casa per me….

questo “io” sempre al primo posto, inflazionato da una volontà centrata sul limitato confine di se stessi.

Che tristezza, vero? era l’occasione buona , dicevano, per ritrovarci altruisti e generosi invece continuano omicidi verso il mondo, verso e donne, verso il cuore…

e poi ancora il Covid ci dà un insegnamento grandioso

Sapete qual è?

su quanto sia povera cosa l’essere umano difronte al minuscolo virus invisibile a occhio nudo,

quanto i disegni della natura siano potenti e quanto dovremmo proprio deporre le umane manie di onnipotenza.

Poi l’insegnamento non finisce qui, perchè abbiamo la facoltà di renderci conto di quanto siano importanti i legami che prima bellamente trascuravamo, il contatto umano che abbiamo snobbato in favore di tanto digitale, il bacio e l’abbraccio, spesso non dati…

Finirà certo e chi avrà avuto poca polvere sulgli occhi – come insegnava Paramahansa Yogananda – avrà colto la sua opportunità di crescita…

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SUICIDIO

Suicidio, togliersi la vita, bastano queste sole parole ad evocare un clima di angoscia davvero abissale.

Perchè le persone pensano al morire come “soluzione” alle proprie sofferenze?

Moltissime le cause e le risposte, la depressione è chiamata in causa per prima e certamente ha la sua parte preponderante.

C’è però dell’altro, il corso del proprio dialogo interno che scivola via, verso una deriva in cui non si riesce a recuperare un senso utile a sentirsi meglio:

se non continuare a pensare che, attraverso l’atto del suicidio, la sofferenza avrà termine.

Ma ne abbiamo certezza?

Ovviamente no, anche secondo il personale orientamento di ognuno, le sue credenze, le sue conoscenze sulla vita biologica e sul fine vita, le conoscenze mediche.

Conosco un giovane 27enne, sano e molto triste, che per togliersi la vita si è gettato da un piano alto ma per qualche curioso caso del suo corpo non è morto, si è però schiantato restando paraplegico, tutta la vita d’ora in poi su una sedia a rotelle. Oggi ha 29 anni.

Una certezza invece c’è: non che andremo a stare meglio fuori da questa vita

M A

che invece questo malessere torturante che pare eterno invece eterno non è e lui sì che finirà.

Sul serio.

Ma cosa accade nella mente che pensa, fantastica di morire? certamente ha perso di vista il vivere e si ritrova in un tunnel fatto di pura sofferenza emotiva, non nel vivere.

Naturalmente nella vita c’è sofferenza e c’è fine della sofferenza ma le persone che pensano al suicidio non riescono a vedere che la sofferenza avrà fine.

Avrà fine come qualsiasi altra cosa. Come tutto.

Il pensiero di chi pensa di procurarsi la morte, di uscire dalla scommessa della propria vita ha precise caratteristiche psicopatologiche e di personalità:

pensiero dicotomico, rigido, poco modificabile, incapacità di riconosceere il proprio valore, non riuscire ad apprezzare se stessi, insufficiente sviluppo di qualità del pensiero dell’ordine di speranza, sentimento di gratitudine, spiritualità.

Inoltre sono presenti: senso di inutilità e inefficacia di sè, visuale pessimistica delle cose, stati misti e instabilità affettiva ( organizzazione borderline di personalità), scarse strategie di adattamento (“coping”).

Ma ATTENZIONE

chiedere aiuto, chiedere ascolto, provare a fidarsi dell’altro e lasciar entrare pensieri vicini alla vita e alla natura che provvede alla vita nelle condizioni più avverse, riconoscere il proprio bisogno di aiuto farmacologico fa la differenza sul proprio stato dell’umore

e potremo riprendere a camminare, come facemmo da piccini…


proprio così…..

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