Carissima,
iniziavi così ogni lettera che mi scrivevi, compagna di scuola, per dirmi pensieri.
Pensieri dell’animo, ricordo, anche se avevamo 18 anni ed è passato tanto tempo.
Ne scrivevi su lunghi fogli protocollo, come si faceva con i temi di italiano, e mi piaceva moltissimo leggere
pensieri formulati per me, per dirmi i recessi dell’animo, raccontarmi le scelte. O le mancate scelte.
Ci frequentavamo ancora sui banchi di scuola, pieni di contraddizioni, dibattendoci tra le ali del futuro.
Le tue parole, amica, giungevano a sorpresa quando qualcosa aveva turbato consuetudini, aveva preoccupato i pensieri e cercavano di riformulare il nostro legame, di nuovo. In un certo senso rimettevano tutto a posto.
Ho conservato per lunghi anni quelle care lettere dal sapore di amicizia e di forza, di desiderio di superare quello che poteva aver turbato la relazione.
Non ricordo più di che parlavano, quei pensieri, quali storie della nostra adolescenza narravano ma mi hanno fatto compagnia, negli anni seguenti, quando le strade della vita, banalmente, ci avevano fatte dimenticare una dell’altra.
Però, vedi?
Un flebile canto era rimasto, nascosto tra le pieghe della memoria antica, dolce e lontano.
Rivedendoci, dopo quaranta anni, un mattino romano – sì, siamo sempre noi! – questo ricordo è balzato di nuovo dallo sfondo come figura, come nel Vaso di Rubin
Nel fenomeno figura-sfondo lo psicologo danese Edgar Rubin rintracciò nei primi anni del ‘900 alcune condizioni come quella che la figura ha un carattere oggettuale, ha un contorno, a volte un colore, una densità e assume la forma grazie al margine di cui diventa sovrana.
Più facile il processo di recupero mnestico in rapporto alla figura che non allo sfondo anche grazie al fatto che solitamente le emozioni si agganciano più alla figura che allo sfondo.
Sono processi mentali che attribuiscono valore e demarcano questi contorni, come la Psicologia della Gestalt (della Forma in tedesco) ha studiato, nulla di oggettivo.
La lettera dall’incipit “Carissima” si è staccata dallo sfondo e di nuovo si è fatta dolce sorpresa, come un tempo, rivedendoti, amica, un bellissimo mattino romano.