PSICOLOGIA, FELICITA' E HOME THERAPY
Per informazioni e appuntamenti+39 06 78 22 934 | +39 339 670 56 59

Bio-tech cerebrale

Bio-tech cerebrale, per il nostro cervello, ci si studia da anni.

I progressi delle neuroscienze offrono prospettive impensabili fino a pochi anni fa.

La Ricerca scientifica

E’ del 2013 l’avvio di un progetto dell’Unione Europea denominato Human Brain Project  per ottenere una simulazione accurata e completa del cervello degli esseri umani.

Questo perché nel futuro, per il miglioramento e forse la prevenzione di patologie cerebrali gravi, vorremmo avere a disposizione interfacce neurali che permetteranno lo scambio di informazioni tra il cervello e un computer o una protesi ottenuta dalla ricerca della robotica.

Si potranno accrescere anche le prestazioni del cervello?

Poter contare su una mente più efficiente?

Il cervello già da solo nel corso dell’evoluzione ha raggiunto un grado di sviluppo che rasenta la perfezione e da una generazione alla successiva la situazione neurale rimane stabile.

Si sa tuttavia che le misure del quoziente intellettivo su larga scala misurano un aumento del 30% rispetto al secolo scorso, un aumento controllato negli ultimi cento anni.

Il cervello si ammala

Naturalmente il cervello, per quanto portentoso, è un organo biologico della complessa struttura organica umana e come tale può ammalare, deteriorarsi, invecchiare, perdere alcune o molte delle sue funzioni.

E’ questo che la bio tech cerebrale con la ricerca scientifica vorrebbe contrastare e i risultati sono promettenti.

Più felici con bio tech cerebrale?

Si osserva però che a fronte di progressi bio tecnologici mirabili e l’intelligenza aumentata del 30% che non è poco, i comportamenti umani di massa sono migliorati, certamente, ma non poi così tanto:

pensiamo alle efferatezze che si consumano come se vivessimo in un tempo medioevale, tra mura domestiche, uccidendo figli, uccidendo genitori, per non parlare delle violenze che alcuni regimi nel mondo compiono sui cittadini.

Le passioni tristi come l’odio, la violenza e più moderatamente la sopraffazione anche non fisica ma psicologica continuano a tormentare sia il progresso vero dell’umanità e sia  i cuori di chi interpreta con saggezza il suo ruolo di Essere Umano.

Pensiamo a nuovi programmi educativi a scuola e in famiglia, fiduciosi che per questa via nelle generazioni future il germe dell’odio sarà estirpato dall’umano pensare…

Read More

SIMPATIA

LA SIMPATIA: quale base nel nostro cervello?

L’attuale ricerca nel campo delle neuroscienze ha sofisticati strumenti che ci permettono di identificare visivamente quali aree cerebrali sono coinvolte mentre si provano i diversi stati d’animo.

Quali strumenti?

Parliamo della  PET, tomografia ad emissione di positroni,  che al computer visualizza la diversità di zone del cervello, secondo che siano attivate oppure no, in varie situazioni sperimentali create dai ricercatori.

A cosa serve?

Grazie a questo filone di studi oggi si può affermare che  proviamo simpatia verso una persona  quando vediamo coerenza tral’espressione del suo volto e ciò che la persona ci sta dicendo.

infatti si attivano le nostre aree cerebrali collegate alle emozioni complesse ed alla loro elaborazione.

A fini sperimentali, si è voluta  creare discrasia tra ciò che la persona dice e l’espressione che il suo volto assume. Quali  aree del cervello si sono attivate in chi osserva? Lo studio sperimentale, risponde che sono quelle implicate nell’ostilità e nel conflitto: certo la persona osservata non stava suscitando simpatia !

E’ autile saperlo?

Tutto questo per dire che, su base neurologica, il sentimento di simpatia non può prescindere dai meccanismi che l’uomo utilizza inconsapevolmente per interpretare la mimica facciale dei suoi simili.

Le basi biologiche del comportamento umano forniscono importanti elementi per la teoria e la pratica clinica. Siamo in grado di sapere, grazie agli studi delle neuroscienze, come si comporta bio chimicamente il crvello umano di fronte a molte situazioni.

Così possiamo favorire e incentivare comportamenti, mentre altri li escludiamo, che produrranno quelle reazioni bio chimiche  desiderate. Così ci avviciamo a saper produrre benessere o malessere nella nostra esperienza su base scientifica e  concreta. E organizzarci di coseguenza.

Naturalmente entrano in gioco anche altri processi, relativi alla storia personale di ognuno.

Il modo in cui il cervello prova istintiva simpatia  pare escludere situazioni che evocano  contraddizione sul piano dei sentimenti forti.

Read More

Sei ansioso? antidoto!

L’ansia qualche volta diventa il nemico numero uno della nostra vita. Sei ansioso.

Se non è curata, diventa insopportabile e così la mente stessa prova a liberarsene.

Produce un antidoto.

Purtroppo questo è uno dei casi in cui non riesce a produrre un antidoto sano, efficace e opportuno

Cosa fa? Vi chiederete …

Produce un nuovo sintomo per liberarsi della sofferenza del primo sintomo, che era l’ansia.

Quale è questo nuovo sintomo dell’ansioso?

L’ossessione dei pensieri e / o dei comportamenti.

Si scivola nel disturbo ossessivo compulsivo che si impone alla natura razionale della persona “obbligandola” con forza indomabile a ripercorrere circuiti di pensiero o di gestualità che non hanno nulla di comprensibile o di utile.

La persona che ne è afflitta è la prima a non voler compiere questi rituali

 ricerca ossessiva di una parola che non torna in mente

l’oggetto che non sappiamo più dove si trovi, magari lo abbiamo visto per ultima volta tanti anni fa.

Queste coercizioni mentali compaiono in modo improvviso, ogni volta che l’ansia, legata a circostanze di vita anche banali, si rende intollerabile.

Questo passaggio dall’ansia al meccanismo ossessivo nella sua ripetitività diventa presto un passaggio rapidissimo, dell’ordine di un quarto di secondo e quindi non è percepito dal livello di coscienza ordinario.

Il risultato è che la persona si trova imprigionata nel “dover compiere” azioni, comportamenti o pensieri assillanti anche in situazioni inappropriate.

Al lavoro, a scuola, in famiglia.

Quando il problema si mantiene a lungo negli anni diventa ingestibile al soggetto stesso che ne è afflitto

egli ricorre contro ogni propria ragionevolezza e volontà a questi espedienti ossessivi che, nell’immediato, danno uno pseudo sollievo dall’ansia che ha scatenato tutto il fenomeno.

Ne consegue che molte persone “candidate” a questo disturbo trovano sollievo in ansiolitici prescritti dal medico in modo terapeutico, cioè come cura , non all’occorrenza.

 

Read More