Smise di farmi male, però talmente piano
che non vidi la pena allontanarsi –
ma solo guardando indietro seppi –
che qualcosa – aveva oscurato le sue tracce –
Nemmeno quand’era cambiata, potrei dire,
perchè l’avevo portata, ogni giorno,
di continuo come il grembiule che da piccola –
appendevo al gancio, la notte.
Ma nè nel dolore – che si era annidato a fondo
come aghi – che le signore premono pian piano
sulle guance del puntaspilli –
per tenerli a posto –
nè di ciò che l’aveva consolato, trovi il segno –
tranne che, dov’era desolato –
è meglio – è quasi pace.
Splendida poesia
indimenticabile e mirabile verso di Emily Dickinson
immortale cantore al femminile dei moti dell’animo,
sensibile allora , alla metà del 1800, come oggi.
Ci parla come un canto antico e attuale del dolore dell’animo che piano piano ci lascia e se ne va, lasciando traccia breve e spazio nuovo di pace.
E’ tempo di vacanze ma per molti non sarà, come sempre e da sempre. Ci sono luoghi e persone che non hanno spazi facili di gioia e il dolore o la pena dell’animo colpisce a volte di più, tra la speniseratezza stagionale di molti.
Lasciamoci allora cullare da questa voce sensibile di donna di altri secoli che sembra parlarci dolcemente per consolarci e dire: “su coraggio, osserva piano e vedrai il dolore che lascia spazio nuovo di pace in fondo al cuore”
Una donna americana Emily Dickinson nata in Massachussets il 10 dicembre 1830 e andata a miglior vita il 15 maggio 1886
Lasciamone vivere il canto, alto sulle umane pene, a confortare pene diverse, di oggi, umane come allora seppure in contesti del tutto diversi.
Lasciamoci prendere per mano…..