E’ esperienza di ognuno quanto l’estate, pur nel suo caldo torrido, si accompagni nel nostro immaginario a idee di leggerezza e di possibilità nuove.
Probabilmente perché si associa ad un tempo per le ferie, per il riposo, per la “vacanza” dal luogo consueto, sia casa, scuola, lavoro.
Se non ci sentiamo occupati dalle routine logoranti pensiamo che potremo fare migliore spazio alle possibilità nuove che la vita ci riserva.
Ed accade proprio così.
Possiamo essere più felici e meno depressi d’estate?
Purtroppo nella realtà paradossale molte volte accade l’esatto contrario.
Perché?
Il tempo dilatato, le lunghe giornate non occupate dal lavoro o studi lasciano spazi vuoti dentro la mente, da riempire.
Alcune persone trovano facile riempire tali spazi con idee, progetti, iniziative.
Altre persone, non poche, restano impercettibilmente disorientate, quel tanto che basta a riempire “in automatico” tali spazi lunghi con pensieri negativi o sensazioni di malessere.
Quando la depressione larvatamente viene sommersa da molta attività “per distrarsi” da essa stessa, in realtà rimane esattamente lì dove si trova, immutata.
Distrarsi non è l’antidoto migliore allo stato depresso dell’umore.
Meglio e più proficuo risulta cercare luoghi in cui riconoscersi, in cui ritrovarsi, in cui immergersi secondo la propria personale natura.
Per alcuni andrà bene una passeggiata sotto gli alberi, per altri sarà meglio un bagnarsi nelle acque tranquille di una piscina cittadina.
Qual è la strada migliore?
Non ce ne è una adatta a tutti, se non quella di ascoltare se stessi ed offrirsi quindi la giusta esperienza che ci traghetti fuori.
Permettendo alla nostra idea di avvicinarsi a noi e prenderci per mano per condurci fuori dallo stato depressivo dell’umore: ci riuscirà un’idea vicina al nostro essere profondo, quindi mare sia per chi si sente affine alla natura.
O biblioteca di città sia, per chi avverte il bisogno di cullare la propria mente tra letture scelte e parole in sintonia con Sé.