L’Archetipo del Briccone Divino si è affacciato tra le righe di racconti brevi, di autore esordiente, nei suoi travestimenti.
Anche noto come Burlador viene indicato e studiato da Jung nelle sue ricerche comparate sugli archetipi.
Il libello in questione raccoglie racconti lievi, in cui si rintraccia un contesto dove un inganno, o scandalo, o mistero, o paradosso anima la scena scritta.
Sorpresa è l’elemento più interessante del Briccone Divino o Trickster in inglese, che compare all’improvviso a far saltare piani prevedibili, a generare intrecci grotteschi o esilaranti.
Archetipo, nell’espressione di Jung, è quella prospettiva psicologica, arcaica, fondata su concetti psichici collettivi che sono presenti da sempre e dovunque tra gli esseri umani e ne animano la vita psichica.
Cosa si intende per archetipo ?
Sono elementi strutturali dell’inconscio collettivo, motivi psichici universali.
Dove si trova?
Si trovano archetipi, cioè forme tipiche costanti, nei diversi gruppi culturali e periodi storici. Sono contenuti nei livelli più profondi della psiche inconscia, mai accessibili direttamente.
Affiorano nel linguaggio figurato, nei miti, nei simboli onirici, nei prodotti della fantasia. Li troviamo quindi in un romanzo come in un film, che vestono i panni dell’Eroe, un esempio classico.
Qualche esempio ?
Alcuni esempi rintracciabili in molti prodotti del sogno o della fantasia sono il Vecchio Saggio, la Grande Madre, il Puer Aeternus, la Paura, o il Sé.
Con questo termine – Sé – si intende il risultato della psiche realizzata che è giunta a compimento delle sue potenzialità.
Il Trickster , come fu chiamato da Jung inizialmente, si riferiva ad un’opera di fine 800 in cui si parlava dei Delight makers (giullari) cioè coloro che sanno dire scomode verità tra il sorriso e l’inganno bonario.
Giocano tiri mancini e sanno fare abili scherzi. Il riferimento non è ad una persona singola in carne e ossa ma indica una compenetrazione di temi mitologici diversi.
Approfondimenti nel prossimo articolo a seguire.
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