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Amore

Amore, l’Eros dei Greci antichi, c’è ancora posto per lui oggi tra le persone?

Gli amori di coppia risaltano sulle cronache per la violenza, Amore tossico cioè relazioni di coppia malate.

E’ sempre stato così sconfortante il declino bruto dell’Amore ?

Probabilmente sì, se andiamo indietro nei tempi della storia ma senza la risonanaza mediatica e le veloci trasmissoni di notizie odierne ne venivamo a conoscenza meno.

Quale Amore?

Non solo amore tra donna e uomo sentimentalmente legati, purtroppo la violenza, la tragedia e la brutalità si insinuano tra le pieghe di una società sofferente.

Tra baby gang, giovani vittime di bullismo, insegnanti di scuola aggrediti da genitori, figli che insultano i genitori, bande rivali e regolamento di conti sembra non esserci più spazio per relazioni umane normali.

Poco spazio per relazioni affettive sane, soffuse di tenerezza ed Eros vittorioso.

Eros nella mitologia esprimeva l’Incontro, il congiungimento, l’amore, il contatto gentile o appassionato tra anime, così nutrite.

Perchè l’anima, ci insegna già il Mito, non può prosperare senza l’altro, senza l’incontro virtuoso e l’avvicinamento,

rischiando così il mancato nutrimento emotivo e l’affievolirsi della vita dello Spirito, la nostra umana forza vitale.

Questo incontro di cui non possiamo fare a meno prende derive pericolose quando non si accompagna a consapevolezza, alla coscienza ampia e aperta.

Così l’Amore assume sembianze di possesso e non accetta il rifiuto da parte di un altro.

Qui il rifiuto proviene da se stessi in primo luogo e viene proiettato fuori, così è l’altro a vestire i panni del colpevole che dà sofferenza insopportabile.

Amore non è certo questa barbarie, ci fa dimenticare che con la stessa parola designamo la corrente speciale che avvolge una mamma e il suo bambino, una famiglia con tutti suoi membri, un padre con i suoi figli, un monaco in preghiera, un’associazione che salva vite umane.

Stessa parola, Amore, anche per designare un trasporto speciale verso il divino, verso l’alto, verso alcuni rami del sapere e della conoscenza.

Forme diverse, unite dalla forza del conforto alla natura umana difronte alle insidie dell’esistenza.

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GUERRA

Si sono sollevati venti di guerra anche in Europa, sempre più turbolenti e le popolazioni coinvolte direttamente ci fanno piangere.

Qualsiasi mente ragionevole era convinta che la Guerra non fosse pensabile, nell’Occidente ricco, evoluto, tecnologico, organizzato, dopo il 1945.

Leggendo Jung, che sulla guerra scrisse molte riflessioni di ampio respiro, condivido qui alcuni pensieri.

Jung ci lascia uno scritto sulla guerra nel 1936, quando venti di paura preannunciavano bufere di morte e scrive:

“Già la guerra tra nazioni civili era considerata quasi una vecchia favola; una simile assurdità sembrava sempre meno possibile in questo mondo ragionevole, a organizzazione internazionale”

e continua ricordando che quel che seguì alla prima guerra mondiale fu una “tragedia vera: crolli fantastici, mutamenti di carte geografiche, regressi politici verso modelli medioevali e antichi, Stati che ne fagocitano altri […] e per finire un’incursione piratesca intrapresa a cuor leggero ai danni di un pacifico popolo in via di sviluppo.

Wotan

Il pensiero che Jung ci offre, a cui anche oggi possiamo pensare per comprendere da un’angolatura diversa cosa sta accadendo, corre agli archetipi, all’inconsio collettivo, al dio Wotan, dio della Tempesta e dell’ebbrezza, da millenni a riposo ma improvvisamente ridestato, come un vulcano spento da anni.

Wotan era il dio nordico che suscitava litigi, un viandante senza pace che il cristianesimo trasformò nella figura del demonio.

Naturalmente oggi noi nel 2022, come già C.G.Jung nel 1936, crediamo di spiegare il mondo razionalmente in base a fattori economici, politici e psicologici ma la psicologia complessa di Jung alza lo sguardo alla prospettiva archetipica e il vecchio Wotan potrebbe essere la nostra ipotesi causale: una furia che sfugge ala logica consueta, che distrugge e devasta e uccide incurante di conseguenze e disastri che attraverseranno il mondo. Non è un fatto razionale o soltanto politico, la politica sono gli esseri umani, non è altro…

Ogni guerra, anche la più piccola guerriglia interna a piccoli mondi interni a continenti lontani è sempre segnata da devastazione incomprensibile e dolore per tutti.

In Europa tuttavia ne siamo più colpiti, non solo per la vicinanza ma per il crollo di paradigmi di ragionevolezza a cui ci eravamo abituati.

Wotan è una caratteristice della psiche e sparirà, forse anche tra millenni, quando i tempi gli saranno contrari…

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