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CORONAVIRUS

CORONAVIRUS , una parola del gergo medico entrata di prepotenza nel linguaggio comune.

PERCHE’ parlare di coronavirus in un blog di riflessioni psicologiche?

Senza entrare nell’area medica e virologica che non compete, un pensiero va allo stato d’animo, non solo delle persone coinvolte ed ammalate ma a tutti noi.

Ci siamo accorti quanto sia pervasivo il sentimento che accompagna questo periodo?

Quarantena o comunque ritiro, isolamento e modifica di tutte le condizioni sociali a cui siamo abituati.

Non frequentiamo più i ” nostri ” luoghi, quelli a cui siamo abituati da sempre, che ci danno sicurezza e contribuiscono a creare la nostra identità.

Forse non si era mai generata una condizione con risvolti sociali così caratterizzati, negli ultimi decenni.

Dobbimo inventare nuovi modi, in questi giorni, per stare con gli altri.

Forse si riscopre il tempo in famiglia, per chi ce l’ha.

O il tempo sul web, per i più.

Anche i nostri anziani più ammalati, che vivono in case di riposo, si sono visti azzerare le visite dall’esterno.

Certo siamo d’accordo sulla necessità di tali misure governative e fiduciosi che siano utili e presto tutto si normalizzerà.

Se tuttavia dovesse rendersi necessario un periodo più lungo allora certe abitudini costruiranno nuove attitudini: a stare da soli, a uscire poco, a non frequentare i luoghi di riunione.

Potrebbe intensificarsi il tempo di tutte quelle attività che richiedono solitudine, come leggere, suonare uno strumento, imparare altre cose nuove, studiare, parlare al telefono con persone care e forse selezionare molto di più.

Forse vedere meno programmi televisivi che saturano il mercato della paura e della fobia del virus.

Ci servirà alla fine questa esperienza del coronavirus, come tutte le prove e le sfide a cui la vita ci sottopone, ci insegnerà qualcosa e forse ci renderà protagonisti di scentai diversi,

Speriamo utili e generativi di nuove opportunità.

Si studierà di più in questi giorni? o si starà come al solito a ottundersi con i video giochi?

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Ansia, come eliminarla

Avere problemi da risolvere conduce a soffrire emotivamente.

Compare ansia dentro di noi.

Gli esseri umani viventi hanno problemi, chi di più chi di meno.

L’ansia è una reazione normale, tutti svariate volte nella vita ne fanno esperienza, anche se con frequenza molto variabile da persona a persona e da situazione a situazione.

L’ansia è una dimensione inevitabile del vivere umano con cui ci dobbiamo confrontare.

Fenomeno complesso e universale l’ansia appartiene alla sfera delle emozioni avvertite come sgradevoli.

Si manifesta con  una sensazione di attesa indefinita, quasi una minaccia incombente.

Comporta uno stato di irrequietezza psichica.

La reazione di allarme non dovrebbe allarmarci per se stessa: è comune anche agli animali ed è la migliore possibilità che abbiamo per riconoscere pericoli veri da quelli fslsi.

Nell’animale tutti i comportamenti di attacco o di fuga comportano cambiamenti fisici come l’aumento del battito cardiaco, della vigilanza, della sudorazione, la  diminuzione della salivazione eccetera.

Per fortuna anche l’essere umano è un animale e dispone nel proprio patrimonio filogenetico di queste stesse risorse.

Risorse??

E’ importante afferrare bene il concetto che l’ansia, per quanto sgradevole e a volte terribile non è affatto pericolosa ma anzi ci aiuta a capire la situazione e a prendere le giuste misure del caso.

A patto che non ci facciamo catturare dalla paura di aver paura e quindi la vediamo come una nemica da combattere, invece che una risorsa che ci sta dicendo qualcosa di noi.

Cosa ci sta dicendo?

Che dobbiamo stare all’erta, che forse è presente un pericolo, che occorrono tutte le nostre forze e le nostre capacità.

Infine ci dice pure che possiamo farcela, altrimenti saremmo già morti da millenni e invece, per quanto possa sembrare a volte il contrario, l’ansia non è un meccanismo che uccide.

Estenua, sì. Impariamo però a capire meglio il meccanismo e avremo fatto il primo passo.

 

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