Casetta, continuiamo a riflettere ancora una volta sul senso profondo di questo periodo.
Un “restare a casetta” non proprio scelto, per qualcuno si è rivelato un’opportunità, per qualcuno addirittura una “benedizione”, per altri una specie di iattura.
Home Therapy ci ricorda le numerosissime occasioni che la nostra casetta offre per proteggerci, per custodire i nostri cuori e i nostri pensieri.
La propria casa è un porto sicuro, un nido di sentimenti.
Non dimentichiamocene così spesso…
Il corona virus e il periodo davvero lungo di chiusura in casa che impone però ha visto anche scenari meno idilliaci: case che appaiono strette, che appaiono rumorose, che inducono alla pigrizia.
Case che invece di sviluppare i nostri talenti, raccoglierne la crescita, hanno preferito tarpare le ali.
Tutto questo fa parte delle differenze individuali, numerosissime.
Un fatto però è comune a tutti noi che viviamo da protagonista l’esperienza di quarantena stiamo facendo i conti con l’assenza.
Per chi vive da solo in primis è l’assenza dei propri cari.
Per altri assenza di confortevoli routine magari con colleghi che sono diventati amici quotidiani o con il bar e la persona che preparava giornalmente la colazione.
Assenze più grandi e gravi per alcuni, quella di non aver potuto salutare chi non c’è più.
E l’assenza più grande è quella dalle persone che in questa pandemia non ce l’hanno fatta, quindi assenza di affetti forti. La reazione emotiva ed affettiva di chi si è ritrovato a fare i conti con la perdita deve trasformarsi in una attività psichica che crea un lavorìo interno, elaborativo dell’esperienza.
A volte difronte al dolore della perdita la reazione che si installa nella psiche è una negazione difensiva e la persona non riesce a concedere a se stessa di soffrire, in un ‘apparente impossibilità a soffrire.
Non voglio soffrire, non sono capace, non ho la forza di soffrire; queste alcune delle frasi che lo psicoterapeuta ascolta da alcuni pazienti.
La buona notizia invece eccola qui: siamo tutti, nessuno escluso, capaci di soffrire, tutti noi ne abbiamo facoltà e se ci lasciamo andare alla reazione normale di soffrire un’assenza, quando non addirittura una perdita, ne usciremo inevitabilmente rinforzati.
Rigenerati e più consapevoli. Più grandi di quanto fossimo prima. Non felici, non è questa l’occasione di sperimentare felicità. Questo è tempo di volgere la luce all’interno, come dice il taoismo, di restare con se stessi, di non aver paura e alimentare un sentimento fiducioso, sereno e spazioso dentro il cuore.
La nostra casa ci raccoglie, ci sostiene e ci aiuta coi suoi angoli, col suo giardino, con i suoi oggetti, con le sue finestre.
Home Therapy lo sa e ce lo ricorda.
Qui è il caso di chiudere con il famigerato “chiedimi come”…