Mi vuoi bene? E’ la domanda più semplice, che tutti abbiamo detto qualche volta, aspettandoci che la risposta sia del tutto rassicurante.

Mi vuoi bene? lo dcono i bimbi agli adulti significativi, e gli innamorati che si addolciscono tra mille conferme di amore.

Negli ultimi anni però la domanda viene taciuta tra molte coppie di giovani innamorati, all’interno di coppie appena formate in cui la rassicurazione affettiva sarebbe davvero importante.

Ragazze e ragazzi non osano, aspettando che l’altro faccia un primo passo e si tormentano i pensieri alla ricerca di indizi di essere amati….

ma l’indizio è spesso ambiguo:

mentre spontneamente trapela, subito la razionalità suggerisce e attua comportamenti che segnalano l’opposto:

pseudo indifferenza, assenza di manifestazione affettiva, silenzio emotivo, ghosting, come si vuole dire oggi.

Mi vuoi bene o no ?

Perchè è così importante dirlo a parole e non solo attraverso gesti e azioni?

perchè si impara immediatamente che l’amore è volatile, poche certezze e molto impegno.

Basta un nonnulla a far vacillare relazioni non ancora solide in cui si credeva, specialmente in questi tempi di amore “strattonato” dalla comunicazione via social.

Guai mostrarsi vulnerabili o fragili nè tantomeno colmi di sentimento…… è usuale sbarcare direttamente alla fase sessuale senza aver esplorato prima, come la mente umana vorrebbe, emozioni e desideri psicologici. Di empatia e affinità.

Le ragazze ci sono cascate già da qualche anno e i ragazzi cavalcano l’onda a loro favorevole di sesso facile, spiccio e a buon mercato.

L’amore è profondamente ferito, come nella società umana e civile, così nelle giovani coppie, sembra diventata una parola tabù, con grande sofferenza emotiva, più o meno espressa.

Oppure somatizzata, col risultato di trovarsi in uno smarrimento della mente, dei sensi e a volte del corpo.

Credo che alla base di questi comportamenti anti-amore che tanta sofferenza generano tra le donne, motore generativo del mondo, ci sia scarsa conoscenza di sè.

Non si è consapevoli di cosa si produce nell’altra persona che pure abbiamo stretto tra le braccia, nè di cosa produca tali comportmenti primitivi.

Aiuterebbe ascoltare uno psicoterapeuta che sia riuscito a diventare “il mio terapeuta” che conosce, comprende, non giudica, ascolta e dipana aree oscure della psiche, in cui si accavallano desideri, paure, aggressività, competizione, rivalsa, e molto altro.

La psicoterapia mi fa pensare a qualcosa di molto NATURALE , perchè la psiche stessa è natura e averne rispetto è come aver rispetto per l’ambiente dove viviamo. La psiche è ecologica, è naturale, è bio-compatibile e nascosti tra le sue pieghe profonde può contenere i semi naturali del benessere e dell’armonia, con l’altro ma prima con se stessi e con il mondo.

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