Il coronavirus che ha bloccato il mondo dall’inizio del 2020 è ancora con noi, il nuovo scenario coronavirus si sta immaginando
Come stiamo?
Assetati di notizie aggiornate per avere nuove speranze di rapidità per uscire dalla crisi, stiamo affrontando tutti questa indita difficoltà con grande dignità e capacità.
E’ straordinario ciò che accade, a vari livelli.
Certo ci sono le notizie drammatiche di vite spezzate, quelle inquietanti del proseguire di nuovi contagi, quelle che ci paventano difficoltà economiche nuove.
Non fa più notizia che siamo tutti a casa, chi lavorando e chi no. la quarantena è diventata esperienza quasi abituale.
Naturalmente moltissimi lavorano sui posti di lavori per garanrire il funzionamento della macchina collettiva.
Forse solo adesso comprendiamo meglio quanto sia complessa, tra servizi essenziali, rifornimenti, produzioni, servizi sociali.
Scenario nuovo…
Quello del pensero su quanto sta accadendo
Quello scenario fatto di riflessioni da parte dei tanti rami dell’albero del Sapere.
Una maggiore consapevolezza di quanto accade e delle ripercussioni che potremo aspettarci nel futuro prossimo e remoto.
Tornerà tutto come prima?
Questa domanda si è formata fin dall’inizio tra tutti noi, presi dal dubbio e dallo sconforto del cambiamento in atto, non sapendo nemmeno in quale direzione ci avrebbe portato.
Adesso da più parti si coglie il pensiero che questa pandemia di Coronavirus sta cambiando il nostro scenario abituale per sempre e come in ogni grande cambiamento della società umana, indietro non si torna.
E in avanti allora? siamo in grado di conoscere le nuove prospettive?
Forse ancora no, non tutti, anche perchè bisogna tornare ad immaginare e lo sforzo immaginativo non è allenato da tempo.
Sedotti irrimediabilmente dalla società dell’immagine, che immagina per noi e ci propone quadretti belli e confezionati, ha dis-allenato la nostra capacità immaginativa.
E’ diventato difficile, a livello neuronale, immaginare il futuro che non c’è mentre anche la capacità descrittiva si fa indietro e cede il passo a immagini, di nuovo, che non chiedono di essere descritte e immaginate col pensiero astratto ma ci vengono poste sotto il naso.
Sì, proprio come si fa con i bambini piccoli che ancora non hanno formato nel pensiero la propria capacità immaginativa nè quella descrittiva.
Ci serviranno molto, alleniamole…