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viaggiare

E’ un nuovo inizio, si riprende a viaggiare!

viaggiare con la mente o con la fantasia non ce lo ha mai impedito nessuno ma il viaggio fatto di partenza, arrivo e viaggio vero proprio tra i due è un’esperienza speciale che dovrebbe appartenere a tutti.

QUanto ci fa bene il viaggio?

è terapeutico, ci rigenera e ci fa sentire che ancora molto è a portata di mano, non impossibile

La storia e la mitologia sono piene di viaggi di ogni tipo e viaggiare accomuna nell’idea tutte le persone.

Lo sceicco mediorientale col suo yacht sfarzoso e il giovane con zaino in spalle che va in cerca di mete inesplorate hanno qualcosa in comune?

Nello stile nulla li accomuna soprattutto perchè viaggiare è un’esperienza ogni volta unica ma anche se uno viaggia per business e l’altro per amore, tutti sentono la spinta e la necessità di staccarsi dai propri confini, di andare oltre, di valicare una linea conosciuta.

Dissetare così la propria sete di spostamento, di esperienza dinamica, di curiosità e di esplorazione, carichi di energie che non pensavamo di possedere,

torneremo alla vita consueta e rassicurante, ben nota e conosciuta, ritemprati e rinnovati dal nostro viaggio.

Viaggiare è metafora del vivere, anche la psicoterapia è un viaggio. Nel luogo più intenso e significativo, l’interno di se stessi.

E lì incontrare Anima offrendole il conforto della consapevolezza, il refrigerio del nuovo orizzonte o di un cielo diverso e poi sentire il tocco degli archetipi che in noi stessi riusciamo ad incontrare.

Viaggiare è metafora, risponde a richieste precise del nostro cuore e della nostra mente, perchè ci mettiamo in viaggio?

per esigenze naturali: siano di tipo naturalistico o antropologico, scientifico o di lavoro, familiare o climatico o spirituale, sono sempre esigenze naturali

Per questo dobbiamo assecondare la nostra necessità di viaggiare, dandole il giusto spazio.

Ritorneremo rigenerati, restando qualche tempo in compagnia cara del viaggio appena concluso prima di cominciare a fantasticarne ancora un altro.

Un buon vIaggio in ogni senso accompagni tutti!

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PATAGONIA

Patagonia è un luogo di Psiche, un viaggio dell’anima.

Distese ardite, cantava una canzone bellissima, e cieli sconfinati, lande desolate e plaghe immense tra bassi arbusti e guanachi dallo sguardo intenso.

Patagonia è questo e molto altro, così tanto che molto è già stato scritto, da autori celebri in reportage di viaggio.

Qui voglio dirvi l’emozione di questa terra e la sua possibilità, per chi si dispone con l’animo giusto a trasportarci in luoghi infiniti.

La Patagonia, come ben si sa, è una terra estrema perché si trova all’estremo sud del mondo e a soli mille km dall’Antartide.

Questo si percepisce e si respira nell’aria limpida, man mano che si procede il cammino verso sud e si cominciano ad incontrare i ghiacciai.

Qui è una delle tre grandi aree di ghiaccio del pianeta che sostengono il nostro clima e provano a fronteggiare il riscaldamento globale; oltre al Hielo Continentàl dalle altezze delle Ande, le altre due sono il territorio della Groenlandia e dell’Antartide.

Cosa si prova ridosso di immensi ghiacciai?

Si respira sul serio, si lascia entrare dentro i propri polmoni la vera aria che dal ghiaccio, sul lago Argentino, riscaldata dl sole di una splendida giornata estiva ci entra dentro.

E ci entra dentro i recessi anche psicologici lasciando meraviglia e benessere e forse per la prima volta un senso di benessere respiratorio davvero profondo.

Sappiamo tutti quanto respirare bene, con espirazioni lunghe e profonde sia la base del benessere mentale e tanti esercizi si conoscono per fare di questa operazione basilare, respirare, una consapevole sana abitudine.

Sui ghiacciai della Patagonia, ma già soltanto vicino ad essi, il respiro sano diventa improvvisamente la prova concreta del Benessere umano possibile.

E ci si incanta a guardare l’azzurro blu degli iceberg che ci passano accanto silenziosi testimoni di anni e anni…

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la valigia dei sogni

IL VIAGGIO

Il viaggio in questi tempi è un’esperienza  comune a molti e non  sempre coincide con una vacanza.

 Partire per un viaggio, per una pausa dal quotidiano, per una vacanza o solo un fine settimana  è un fenomeno sociale relativamente recente: nella nostra area geografica e culturale già un paio di secoli fa le famiglie più abbienti si apprestavano al sopraggiungere dei  primi caldi a partire per le loro ‘ville  in campagna’ o ‘al lago’, da cui il nome villeggiatura. Oggi solo i nonni ancora la chiamano così, pensando a luoghi in cui si resterà per tutta la lunga estate a godere dei benefici di un clima più confortevole.

Era impensabile l’aria condizionata, allora era il ritmo di vita ad essere condizionato dall’aria!

Più che a riposare oggi si va ad esplorare, si sceglie il viaggio, mete spesso lontane che sollecitano l’umano spirito esplorativo e di riposante non hanno nulla.

Per Jung il viaggio fu un’esplorazione d’anima: viaggiò molto e appassionatamente, con i mezzi complicati del 1920 organizzò spedizioni in Africa, (in Kenia e in Uganda) per esplorare le culture più primitive, partecipando ai loro rituali e alla loro vita.

Il primo viaggio africano di cui C.G. Jung ci racconta fu a Tunisi,

 “paese non europeo, dove non si parlava una lingua europea …”così scrive nella sua biografia

a cui giunse via mare, da cui proseguì per il Sahara, fino all’oasi di Nefta e oltre e venne  in contatto a lungo con una civiltà , allora non contaminata da diverse culture, ricca di simboli antichi, abitudini, riti impensabili per un europeo, che gli dischiuse nuove porte sulla struttura psichica e alcuni aspetti spirituali fondamentali per i suoi studi e la concezione di archetipo e di inconscio collettivo che sviluppò meglio più tardi.

Viaggiare  per noi  evoca un cambiamento di rotta alla routine logorante e lascia già intravedere e sognare paesaggi diversi, soprattutto paesaggi dell’anima, cioè possibilità e opportunità che, al momento della partenza, possono apparire sconfinate; perchè le opportunità hanno le radici nell’immaginario e nelle fantasie che riusciamo a costruire nella mente  per  migliorare la nostra vita, per far accadere quei cambiamenti a cui aspiriamo per trovare la nostra porzione di felicità.

Le vacanze dei nostri tempi sono spesso più brevi, last minute, mordi e fuggi e come dice già il nome – vacanze – sono per lasciare  vacante un luogo consueto al quale si ritornerà, rigenerati dopo un tempo di riposo; la consuetudine ad esse nasce per consentire una sana rigenerazione psico-fisica  e un recupero della propria forma, specialmente mentale . Per molte persone la vacanza si traduce in attività fuori dall’ordinario delle proprie giornate, e proprio questa è una delle caratteristiche che rendono tale esperienza- tipicamente umana- così preziosa e importante.

Il viaggio stesso diviene metafora dei percorsi accidentati dell’esistenza

Nella nostra società post-industriale, risolti i bisogni primari, come quello di vivere in clima temperato, la mente ha potuto dirigersi al miglioramento della qualità della vita e hanno trovato spazio i bisogni di esplorazione, di gioco, di relax, di curiosità, di realizzazione di sé.

Oggi, scegliendo la meta preferita per le vacanze, per molte persone è ininfluente il caldo o il freddo che si troverà sul posto d’arrivo; pensiamo ai viaggi in India, umida e piovosa in questo periodo dell’anno eppure meta richiestissima, magari per le tariffe di bassa stagione.  Allora come scelgono i vacanzieri le loro mete preferite?

Ci sono valori e significati soggettivi che conferiscono splendore all’esperienza della propria vacanza e al di là delle motivazioni fisiologiche ci sono spinte psicologiche ed aspettative spiegabili solo all’interno della natura individuale di ognuno, o  neanche spiegabili ma solo…condivisibili empaticamente, forse.

E’ nell’antica istituzione della “festa” che si rintraccia l’origine della vacanza; infatti ne condivide la periodicità,  il cambiamento rispetto al consueto, l’assumere comportamenti diversi e più spontanei ed aperti, spesso anche l’abbigliamento è diverso e diventa da vacanza quasi a sottolineare ancor più che siamo dentro  qualcosa di diverso; oltre ad un’idea di superfluo  che, come una parentesi, lascia vivere un momento libero da preoccupazioni.

C’è maggior caduta delle barriere sociali, ricerca del divertimento e dei piaceri sensoriali come dimostra l’aumento dei consumi di alcol e cibo.

E’ un’ebbrezza essa stessa!

Infine la vacanza esprime sempre, anche se non ne siamo consapevoli, il BISOGNO DI RINNOVARSI, di ricercare dentro di sé la fonte della propria vera natura e di ritrovarsi, al ritorno….

….migliori e un po’ diversi

 e allora che sia..... una Buona Vacanza !

 

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