Il viaggio in questi tempi è un’esperienza  comune a molti e non  sempre coincide con una vacanza.

 Partire per un viaggio, per una pausa dal quotidiano, per una vacanza o solo un fine settimana  è un fenomeno sociale relativamente recente: nella nostra area geografica e culturale già un paio di secoli fa le famiglie più abbienti si apprestavano al sopraggiungere dei  primi caldi a partire per le loro ‘ville  in campagna’ o ‘al lago’, da cui il nome villeggiatura. Oggi solo i nonni ancora la chiamano così, pensando a luoghi in cui si resterà per tutta la lunga estate a godere dei benefici di un clima più confortevole.

Era impensabile l’aria condizionata, allora era il ritmo di vita ad essere condizionato dall’aria!

Più che a riposare oggi si va ad esplorare, si sceglie il viaggio, mete spesso lontane che sollecitano l’umano spirito esplorativo e di riposante non hanno nulla.

Per Jung il viaggio fu un’esplorazione d’anima: viaggiò molto e appassionatamente, con i mezzi complicati del 1920 organizzò spedizioni in Africa, (in Kenia e in Uganda) per esplorare le culture più primitive, partecipando ai loro rituali e alla loro vita.

Il primo viaggio africano di cui C.G. Jung ci racconta fu a Tunisi,

 “paese non europeo, dove non si parlava una lingua europea …”così scrive nella sua biografia

a cui giunse via mare, da cui proseguì per il Sahara, fino all’oasi di Nefta e oltre e venne  in contatto a lungo con una civiltà , allora non contaminata da diverse culture, ricca di simboli antichi, abitudini, riti impensabili per un europeo, che gli dischiuse nuove porte sulla struttura psichica e alcuni aspetti spirituali fondamentali per i suoi studi e la concezione di archetipo e di inconscio collettivo che sviluppò meglio più tardi.

Viaggiare  per noi  evoca un cambiamento di rotta alla routine logorante e lascia già intravedere e sognare paesaggi diversi, soprattutto paesaggi dell’anima, cioè possibilità e opportunità che, al momento della partenza, possono apparire sconfinate; perchè le opportunità hanno le radici nell’immaginario e nelle fantasie che riusciamo a costruire nella mente  per  migliorare la nostra vita, per far accadere quei cambiamenti a cui aspiriamo per trovare la nostra porzione di felicità.

Le vacanze dei nostri tempi sono spesso più brevi, last minute, mordi e fuggi e come dice già il nome – vacanze – sono per lasciare  vacante un luogo consueto al quale si ritornerà, rigenerati dopo un tempo di riposo; la consuetudine ad esse nasce per consentire una sana rigenerazione psico-fisica  e un recupero della propria forma, specialmente mentale . Per molte persone la vacanza si traduce in attività fuori dall’ordinario delle proprie giornate, e proprio questa è una delle caratteristiche che rendono tale esperienza- tipicamente umana- così preziosa e importante.

Il viaggio stesso diviene metafora dei percorsi accidentati dell’esistenza

Nella nostra società post-industriale, risolti i bisogni primari, come quello di vivere in clima temperato, la mente ha potuto dirigersi al miglioramento della qualità della vita e hanno trovato spazio i bisogni di esplorazione, di gioco, di relax, di curiosità, di realizzazione di sé.

Oggi, scegliendo la meta preferita per le vacanze, per molte persone è ininfluente il caldo o il freddo che si troverà sul posto d’arrivo; pensiamo ai viaggi in India, umida e piovosa in questo periodo dell’anno eppure meta richiestissima, magari per le tariffe di bassa stagione.  Allora come scelgono i vacanzieri le loro mete preferite?

Ci sono valori e significati soggettivi che conferiscono splendore all’esperienza della propria vacanza e al di là delle motivazioni fisiologiche ci sono spinte psicologiche ed aspettative spiegabili solo all’interno della natura individuale di ognuno, o  neanche spiegabili ma solo…condivisibili empaticamente, forse.

E’ nell’antica istituzione della “festa” che si rintraccia l’origine della vacanza; infatti ne condivide la periodicità,  il cambiamento rispetto al consueto, l’assumere comportamenti diversi e più spontanei ed aperti, spesso anche l’abbigliamento è diverso e diventa da vacanza quasi a sottolineare ancor più che siamo dentro  qualcosa di diverso; oltre ad un’idea di superfluo  che, come una parentesi, lascia vivere un momento libero da preoccupazioni.

C’è maggior caduta delle barriere sociali, ricerca del divertimento e dei piaceri sensoriali come dimostra l’aumento dei consumi di alcol e cibo.

E’ un’ebbrezza essa stessa!

Infine la vacanza esprime sempre, anche se non ne siamo consapevoli, il BISOGNO DI RINNOVARSI, di ricercare dentro di sé la fonte della propria vera natura e di ritrovarsi, al ritorno….

….migliori e un po’ diversi

 e allora che sia..... una Buona Vacanza !

 

Sommario
il viaggio
Titolo
il viaggio
Descrizione
il viaggio è metafora di un cammino esistenziale, oggi si viaggia con facilità ma sempre il viaggio ha segnato i popoli e le culture. Jung nei propri viaggi in terre lontane dal 1920 ha esplorato mondi interni di alcuni popoli e ne ha fatto materia di studio. Oggi si celebra l'importanza del viaggio come parentesi rigenerante, risposta alla curiosità esplorativa, come un momento di festa; sempre più protagonsta delle liste di nozze, mostra il cambiamento dei costumi anche da questo punto di vista.
Autore