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psicologia scienza

Un paziente al mio studio una volta obiettò che la psicologia non è una scienza esatta.

Molte persone immaginano la psiche come qualcosa di esatto e preciso, razionale, da esplorare come il corpo umano

Pscologia scienza?

Questo dibattito è tuttora aperto

se la psiche e la personalità ci affascinano proprio per la loro imperscrutabilità assoluta, l’irrazionalità, le sorprese emotive, la reattività, il dominio che a volte hanno, sembrano mancare della rassicurazione fornita da dati scientifici.

La psicologia per sua ammissione non si dichiara infallibile, come ogni scienza empirica;

infatti è soggetta a studi, verifiche e revisioni continue da parte della comunità scientifica di riferimento

La ricerca psicologica affronta questi tempi con gli strumenti epistemologici e metodologici validati dalla comunità scientifica.

Spesso i contenuti diffusi, per rendersi accessibili e comprensibili al grande pubblico, banalizzano e semplificano risultati ottenuti da ricerche complesse e pubblicate nella letteratura scientifica.

Come accade anche con gli scritti freudiani, vengono estrapolate parti che di un discorso altamente complesso; così tratte fuori dal contesto originario, dagli agganci e riferimenti complessivi figurano a volte addirittura insensate.

La divulgazione psicologica (e il pensiero corre di nuovo al maestro Piero Angela) ha senso e valore solo se fatta da esperti, altrimenti non è altro che un uso sconsiderato di “psicologia del senso comune” o psicologia ingenua.

La rete internet carica video di veloce fruizione che lasciano credere a fruitori impreparati qualsiasi inesattezza; lo stesso su testi cartacei destinati al pubbico in cerca di soluzioni facili e soprattutto veloci.

Psicologia veloce?

In psicologia la velocità non esiste e nemmeno le scorciatoie.

Le soluzioni invece emergono nella luce della coscienza individuale che esplora se stessa con la guida di un professionista della salute mentale, competente ed esperto che accompagna in un percorso speciale, del tutto impossibile da fare da soli.

Mi riferisco alla psicoterapia specialistica o meglio ancora alla psicoanalisi che si muove su correnti sotterranee che animano la psiche e se sconosciute alla psiche stessa possono diventare minacciose, proprio come le correnti vere delle acque..

Del resto, non si dice forse che il Mare, l’Oceano, l’Acqua, sono simboli dell’Inconscio?

mai asserzione fu più esatta di questa…..

La ricerca psicologica può effettivamente offrire un raro contributo a comprendere le contradizioni in cui viviamo, fino a cambiare noi stessi e a poco a poco anche i contesti sociali ma i risultati prodotti e i dati ottenuti dagli studi devono necessariamente essere compresi nel loro significato relativo e assoluto e divulgati nel modo più corretto, non nel più rapido.

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SERENITA’

la Serenità, parola tranquilla che evoca atmosfere chiare e rilassanti, sembra sfuggire di mano a molte persone.

Sto ponendo attenzione a quante difficoltà psicologiche del nostro tempo siano legate a mancanza di serenità nell’animo delle persone.

Perchè?

“Lo spirito creativo si afferma dove regna la serenità”
Le Corbusier

La Serenità è uno stato d’animo quieto, una omeostasi in cui la mente si adagia nel presente e rilassa se stessa.

Così facciamo spazio alla possibilità di creatività in noi stessi, verso nuove idee, soluzioni, creazioni.

Si svolgono le consuete attività con la pace in fondo al cuore e i gesti rallentano, il volto assume un’espressione rilassata e più bella, proto al contatto amichevole con l’Altro.

E’ uno stato normale che appartiene a tutti ma con facilità si perde, per molti sembra addirittua uno stato felice che non conoscono più da tempo.

Ritrovare la serenità

Non è per nulla difficile, basta conoscere le tecniche giuste e applicarle.

In primo luogo dobbiamo essere rilassati, riconoscere quindi che la tensione o la smania che a volte si impadronisce di noi è il primo nemico della serenità e per questo va allontanata in modo risoluto.

Il respiro è sempre il migliore alleato: semplicissimi respiri lenti e lunghi, non è necessario che siano respiri profondissimi quanto invece lunghi e consapevoli.

Continuare così a respirare, ponendo cura soprattutto all’atto espiratorio, accompagnando fuori l’aria in semplicità, finche non sentiremo, in breve, che siamo già più calmi.

Calmi però non significa sereni perchè la serenità che desideriamo ha qualche caratteristica in più, porta con sè uno stato pacifico che si avvicina molto all’armonia interiore e da qui il passo è breve verso lo stato di felicità.

La felicità infatti riposa su uno stato sereno della mente che solo così riesce a cogliere quelle piccole e frequenti cose positive, piacevoli, fortunate, che attraversano la vita di tutti.

Moltissimi però non se ne accorgono.

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Depressione 3

Esistono stati mentali che assomigliano ad abissi in cui si affonda, tra questi la depressione.

E’ una condizione psicologica che trasforma l’abituale modo di essere della persona e filtra ogni esperienza con sguardo oscuro, nero.

depressione perchè?

perchè una matrice biochimica si instaura a seguito di esperienze tristi o preoccupanti o spaventose o niente di tutto questo, a volte è il deficit di serotonina che impedisce il regolare flusso tra sinapsi e altera l’equilibrio della chimica cerebrale.

farmaci per la Depressione?

dipende, il medico valuterà e anche il paziente dirà la sua, se avverte che la depressione gli vuol comunicare qualcosa, come la necessità di soffermarsi a riconsiderare alcuni aspetti di sè. con la disponibilità a credere fiduciosamente che la depressione, come molte malattie, passerà.

Strategie

Aiuta molto stabilire una quotidianità, una comfort routine che stabilizza il vivere, come alzarsi sempre alla stessa ora, andare a dormire sempre alla stessa ora, fare lunghe passeggiate meglio se nella natura: tutto ciò eviterà la deriva dello stato mentale verso una depressione sempre più severa

Volontà

Cum grano salis, perchè la depressione fiacca e modifica la volontà che appare priva di forza e allora affidiamoci a piccole volontà, come il voler credere, senza perdere fiducia, che siamo preda di un inferno immaginario. Immaginario.

Il voler uscirne sul serio applicandosi a seguire le piccole regole antidepressive.

Utile anche stilare un elenco di ciò che nella vita ci ha fatto stare bene, ci ha dato emozioni positive e se possibile ripercorrre con la mente e col ricordo quelle esperienze, la memoria è miracolosa e per il cerello non fa differenza se l’esperienza positiva è vissuta in tempo reale o ricordata soltanto.

Cercare dentro la propria vita le piccole cose che funzionano bene, un lavoro mentale certosino che ripagherà dello sforzo. Non dimentichiamo di essere gentili con noi stessi, sempre.

Molti grandi del passato hanno sofferto di depressioni gravi, tra questi Virginia Woolf, Hemingway, Cesare Pavese. Sono ancora oggi esempi di successo.

Letture come “Lettere a Lucilio” di Seneca sono ancora un aiuto

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GIARDINI INTERIORI

Giardini interiori e stress ?

Uno studio di ricercatori in Australia, quest’anno pubblicato su Science Direct, conferma scientificamente l’intuizione di ognuno che riesca a stare a contatto con la natura quanto i giardini possano far bene e contrastare gli esiti da stress.

Per stress ci riferiamo ad una risposta disadattiva dell’organismo agli eventi in cui è impegnato;

eventi percepiti come  eccessivo sforzo, un sovraccarico per essere andato oltre le proprie forze, energie, capacità.

Lo stress conduce invariabilmente ad una serie di disturbi, oggi accertati, sui vari distretti corporei e sull’equilibrio psicologico.

Natura come aiuto?

Quando diventa una sana abitudine andare per natura, in spazi aperti quando possibile o anche semplicemente in parchi urbani o nel proprio giardino o terrazzo o balcone in cui vediamo fiorire e crescere piante, fiori e forse frutti, vedremo sulla nostra salute altrettanti positivi frutti.

Già nel 2020 L’Organizzazione Mondiale della Sanità si espresse in Nature is our Greatest Source of Health and Well-Being” su quanto la Natura sia riconosciuta fonte di benessere per il corpo e per la mente; lo studio porta alcuni risultati precisi del periodo pandemico in cui le persone hanno dichiarato di aver beneficiato direttamente, durante i lockdown, dell’attività di giardinaggio, anche se condotta su minima scala. Tanto che in Canada e in Nuova Zelanda è stato adottato da alcuni medici un innovativo protocollo prescrittivo di ore da trascorrere nella natura come antidoto a forme di stress.

Lo studio australiano ha cercato di comprendere quali aspetti siano stati apprezzati dalle persone maggiormente nell’attività di giardinaggio:

ha rispettato tutti i criteri di una ricerca per la validazione scientifica, comprendendo nel campione anche coloro che si sono dedicati ad attività di “gardening” limitate alle fioriere del balcone di casa.

Le risposte dei partecipanti alla ricerca hanno messo in luce la possibilità di rilassarsi, liberarsi dallo stress, attraverso il contatto con gli elementi vitali della natura.

Quel che accade a livello endocrino è la riduzione del cortisolo, importante  bio-marcatore allo stress acuto e la percezione soggettiva di un miglioramento dell’umore.

L’attività di “gardening” comprensiva di orti, giardini, piante in vaso, cure radicali o semplice annaffiatura e rimozione di erbe infestanti, ognuno come può, è dunque una pratica che al pari di altre attività all’aria aperta promuove il benessere profondo.

In particolare  la possibilità di stare con le piante  ci  pone a contatto con elementi vitali, che esprimono la vita e proprio nelle recenti condizioni avverse di malattia, precarietà e paura collettiva è un dono da accogliere con immensa gratitudine.

Creare dentro il proprio animo, durante opportune sedute di rilassamento si può apprendere come fare, il proprio giardino interiore è davvero una panacea, provare per credere…

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Bibliofilia

o amore per i libri..

Bibliofilia è una parola bellissima che ci trasporta in un mondo speciale…

Parlando di bibliofilia immaginiamo l’attitudine della mente a lasciarsi rapire dai libri, dal contenuto, dalla forma, dal colore, dalle pagine, dalla carta, dai caratteri, dai capitoli, dall’autore, dall’epoca…

E molto ancora potremmo dire pensando alla lettura e all’amore per i libri, alla bibliofilia appunto.

Bibliofili si diventa facendo propria la parola chiave “passione”

Se verso i libri e le librerie e le biblioteche cominciamo a provare interesse, poi simpatia, poi legame speciale, poi amore, ecco che arriva la pasione.

Come tutte le passioni che animano la nostra psiche, ci sentiamo bene, attratti e sedotti, attivi e vitali, pronti per vivere al meglio possibile questo incantamento.

Perchè cosa altro è una passione se non una specie di incantesimo?

Bibliofilia per stare bene

La passione per i libri ci porta a frequentare un mondo che ha il sapore di eternità, perchè il vasto mondo dei libri racchiude in sè il possibile e l’impossibile;

con estrema facilità ci tende gentilmente la mano invitamdoci ad entrare in una danza speciale a due, tu e il libro.

Per poi allargare il cerchio magico di questa danza anche ad altre persone, racontando del libro, parlandone insieme, scambiando commenti e parole oppure vedendo il film o la serie tv che ne viene tratta.

Letture per il benessere

Nei libri troviamo tante risposte a domande che ancora non abbiamo formulato e piano piano la nostra condizione psicologica si rasserena e si fa più ampia, il nostro orizzonte interiore si dilata ed eccoci trasportati in mondi diversi, in tempi diversi e tra personaggi che ci diventano cari.

Con la libreria Lilli di Roma che trovate al’inizio di questo post stiamo organizzando sorprese librarie, per portarvi con noi verso un benessere a portata di mano e profondo: potete saperne di più seguendo il canale you tube della libreria, anche ricco di consigli utili e non ve ne pentirete di certo…

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Bio-tech cerebrale

Bio-tech cerebrale, per il nostro cervello, ci si studia da anni.

I progressi delle neuroscienze offrono prospettive impensabili fino a pochi anni fa.

La Ricerca scientifica

E’ del 2013 l’avvio di un progetto dell’Unione Europea denominato Human Brain Project  per ottenere una simulazione accurata e completa del cervello degli esseri umani.

Questo perché nel futuro, per il miglioramento e forse la prevenzione di patologie cerebrali gravi, vorremmo avere a disposizione interfacce neurali che permetteranno lo scambio di informazioni tra il cervello e un computer o una protesi ottenuta dalla ricerca della robotica.

Si potranno accrescere anche le prestazioni del cervello?

Poter contare su una mente più efficiente?

Il cervello già da solo nel corso dell’evoluzione ha raggiunto un grado di sviluppo che rasenta la perfezione e da una generazione alla successiva la situazione neurale rimane stabile.

Si sa tuttavia che le misure del quoziente intellettivo su larga scala misurano un aumento del 30% rispetto al secolo scorso, un aumento controllato negli ultimi cento anni.

Il cervello si ammala

Naturalmente il cervello, per quanto portentoso, è un organo biologico della complessa struttura organica umana e come tale può ammalare, deteriorarsi, invecchiare, perdere alcune o molte delle sue funzioni.

E’ questo che la bio tech cerebrale con la ricerca scientifica vorrebbe contrastare e i risultati sono promettenti.

Più felici con bio tech cerebrale?

Si osserva però che a fronte di progressi bio tecnologici mirabili e l’intelligenza aumentata del 30% che non è poco, i comportamenti umani di massa sono migliorati, certamente, ma non poi così tanto:

pensiamo alle efferatezze che si consumano come se vivessimo in un tempo medioevale, tra mura domestiche, uccidendo figli, uccidendo genitori, per non parlare delle violenze che alcuni regimi nel mondo compiono sui cittadini.

Le passioni tristi come l’odio, la violenza e più moderatamente la sopraffazione anche non fisica ma psicologica continuano a tormentare sia il progresso vero dell’umanità e sia  i cuori di chi interpreta con saggezza il suo ruolo di Essere Umano.

Pensiamo a nuovi programmi educativi a scuola e in famiglia, fiduciosi che per questa via nelle generazioni future il germe dell’odio sarà estirpato dall’umano pensare…

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Pianeta Terra

Psicologia per il pianeta?

Cosa può fare la psicologia per il pianeta Terra

Migliorare l’Ambiente, prenderci cura del nostro Pianeta Terra è possibile, lo sappiamo tutti.

Il punto di partenza è l’essere umano, le persone e le relazioni che riusciamo a creare e mantenere virtuose.

Soprattutto le relazioni tra noi stessi e gli altri, e tra noi e le cose.

Molti studi e ricerche da tempo osservano l’impatto che l’Ambiente, naturale e costruito, ha sulla
psiche e sul benessere.

Anche la relazione che abbiamo con il Mondo può migliorare, proteggendo e conservando i tesori di cui viviamo. Gli orientamenti della psicologia incoraggiano condotte virtuose per la salvaguardia del nostro pianeta e in esso di noi tutti.

Psicologia ambientale

Riguarda tutti i contesti in cui l’uomo esiste, individualmente e collettivamente; non studiamo solo la mente e i comportamenti ma ricerchiamo costantemente come promuovere il benessere attraverso il cambiamento e rendere il contesto – quindi anche l’ambiente – un luogo in cui salute e bellezza ci sostengano.

Neuroscienze

La psicologia approfondisce da anni le neuroscienze in contesti di ricerca per la comprensione di come reagisce il cervello umano ad ambienti di equilibrio armonico

Oggi la scienza offre strumenti tecnologici ed intellignza artificiale per riprogettare gli spazi affinchè siano sempre più funzionali al benessere, alla salute, alla vita sana del Pianeta e di chi lo abita.

La Psicologia per cambiare il Mondo?

Certo, e con forza! Se non ci adoperiamo tutti a comprendere come far funzionare meglio noi stessi, noi nella relazione con l’altro, noi nella relazione con la nostra casa e infine con l’Ambiente, avremo enormi difficoltà.

Al contempo però la stessa potenzialità distruttiva di cui l’uomo ha sempre dato prova è anche la chiave per la Pars Construens che la Psicologia aiuta a risvegliare, con percorsi mirati, con l’ascolto di sè, con la sconfitta dei propri demoni, con l’incontro con il proprio Sè autentico.

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BENESSERE IN LIBRERIA

Libreria Lilli via Gino Capponi – Roma

Benessere in libreria

In questo tempo travagliato la lettura si offre come collauato antidoto al malessere diffuso.

Benessere in Libreria è il titolo che abbiamo dato al prossimo dei miei percorsi guidati tra libri ed emozioni, percorso che si terrà insieme ai titolari della libreria Lilli per portare il nostro contributo di benessere.

Benessere in libreria è davvero il posto migliore, nella tranquillità di una deliziosa libreria indipendente e ricchissima di testi antichi e moderni, con la piacevole guida dei librai gentili e amichevoli.

La lettura ci porta dritta dritta al benessere senza deviazioni, in primis per la tranquillità e la calma che immediatamente infonde con l’atto stesso del leggere.

Il processo fisiologico che si attiva nel lettore attiva i circuiti cerebrali in aree deputate al rilassamento e alla tranquillità.

QUALE LIBRO SCEGLIERE?

Nel prossimo corso in partenza di Benessere in Libreria ci daremo un’ora di tempo dedicata a trovare attraverso i libri la risposta giusta alle nostre domande per sentirci meglio, rilassarci, imparare nuove cose, domande semplicimente di curiosità a tema, o di seguire una storia nuova che lo scrittore ha creato per noi. Qualcosa di diverso dalle “Storie” di instagram così in auge… ma perchè le hanno chiamate “storie”???

Libri scritti per noi?

sì avviene questa magìa immergendoci in un libro, sembra di ascoltare qualcuno che pazientemente ci racconta una storia proprio per noi, scritta per offrirci un momento speciale che ci aiuta, a salvare il mondo.. o… a prendere sonno 🙂

Perchè la lettura di un libro è sempre di aiuto, senza ombra di dubbio.

Suggerisco di continuare a seguire i mini video della lIbreria Lilli, sempre stimolanti per i bibliofili e per i curiosi e ricchi di iniziative e di novità, di eventi particolari che la libreria offre a tutti i suoi amici.

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VULVODINIA

Da non molto tempo l’attenzione a un disagio della salute femminile è maggiore e la vulvodinia che affligge molte donne è ascoltata.

Diversi approcci cercano di fornire sollievo e qui ci atterremo alla parte psicologica del dolore vulvare.

Di cosa si tratta esattamente?

la patologia si esprime con fastidi dolorosi infiammatori in aree di verse della vulva, nell’80% dei casi nel vestibolo.

Se cos’ per le più giovani invece con l’avanzare dell’età per le donne affette da vulvodinia l’area dolente divien più estesa.

Le attuali percentuali di donne colpite si attestano sul 28% della popolazione femminile però come sempre molti casi non sono noti perchè trascurati o non accuratamente diagnosticati.

Cosa comporta la vulvodinia?

Un disturbo che si manifeesta dolorosamente in area genitale evidentemente coinvolgerà la vita sessuale e di conseguenza l’intimità verse se stesse e verso il partner.

Gli studi ci dicono che alla base c’è una disfunzione del sistema nervoso centrale cioè gli stimoli non dolorosi che arrivano dalla periferia raggiungono le aree nervose del midollo che inviano al cervello la sensazione dolorosa, purtroppo anche in asenza di stimoli.

La predisposizione centrale che causa dolore è di tipo genetico oppure psicologico.

Che si può fare per uscire dalla vulvodinia?

L’approccio farmacologico in molti casi è inevitabile. Sopportare un dolore persistente in aree delicate come le mucose e la muscolatura interna disturba la qualità della vita e limita molti aspetti.

Vengono prescritti farmaci analgesici e neuropatici che agiscono sulla disfunzione del sistema nervoso centrale.

Una terapia che insegni alla donna a rilassare opportunamente i muscoli del pavimento pelvico è pure consigliabile, come insegna il mondo della psiche qualsiasi dolore si gioverà in ambiente del corpo mantenuto privo di tensioni nervose.

E la psiche?

Colloqui psicologici a cui aprire il proprio animo, il proprio mondo interno, lasciando emergere vissuti intimi e delicati, sono un intervento importante e opportuno.

Trovare uno spazio in cui i propri timori, preoccupazioni, angosce, dolori si sentano accolti, ascoltati e disciolti nelle parole dello psicoanalista fa davvero la differenza.

La psicologia del profondo, junghiana o freudiana che che sia, apre il mondo e la visuale di ogni persona che si affida ad essa.

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