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TRISTE O DEPRESSO ?

Sono TRISTE ! Depresso ! parola quest’ultima ormai entrata nel linguaggio comune, molto spesso in modo colloquiale. Sono depresso si sente molte volte dire per descrivere uno stato d’animo fuori tono, triste e malinconico.

Occorre però precisare che la parola italiana “depresso” fa capo a una precisa sindrome clinica, ben nota alla nosografia psichiatrica, indicante uno stato molto grave, clinicamente severo.

Per la depressione si va dal medico, meglio se specialista e in questo caso lo specialista è lo psichiatra.

Le parole che usiamo vengono prodotte da un processo psichico complesso, il linguaggio; dietro al linguaggio c’è il processo del pensiero, che lo produce.

Pertanto usare in modo disinvolto la parola depressione, senza una valida diagnosi clinica, mette fuori strada la comunicazione e la comprensione.

Anche il dialogo interiore ne risente, se non stiamo parlando ad altri che a noi stessi.

Ripetere a se stessi, come un mantra, “sono depresso” , orienterà l’intero processo cerebrale a realizzare la condizione pericolosa:

si instaura una affermazione e in breve si allineeranno le varie condizioni che possono determinare una depressione vera e propria.

Mancanza di energia, di motivazione, di entusiasmo, di progettualità, di idee sono condizioni comuni.

Ne risentono in questo tempo, sia donne che uomini e in tutte le fasce di età.

E’ depressione ? occorre una indagine clinica seria e approfondita per poter rispondere, che prenda in esame anche vari parametri fisici e fisiologici.

Non è uno stato momentaneo e non è avvertito soltanto sul livello dell’umore ma su molti aspetti della nostra vita fisica.

Si tratta di una malattia estremamente seria e non è bene abituare la propria mente ad usare questo termine se siamo, forse, piuttosto tristi o giù di morale.

Conviene invece indagare il motivo della propria tristezza che – qualche volta – è la migliore risposta he la mente propone per sostenere momenti difficili.

CHE FARE SE SONO TRISTE ?

la tristezza richiede raccoglimento, momenti delicati di ascolto di sè, piccole iniziative che ci sostengano, da una buona musica ad una tazza di tè, che ti rincuora come consiglia un noto detto britannico… di William Gladstone.

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Ansia o depressione?

Ansia è la parola che usiamo spesso per descrivere il nostro stato d’animo inquieto.

Spesso non si tratta di ansia come categoria nosografica psichiatrica però ci sentiamo agitati, carichi di tensioni e in uno stato di sgradevole preoccupazione.

Vorremmo che una specie di bacchetta magica ce la scrollasse via di dosso.

Che fare?

L’umore si fa ancora più inquieto e facilmente diventa uno stato di malinconia diffusa.

Tristezza, malinconia e siamo pronti per dichiararci in preda a depressione.

Ansia e depressione sono due termini purtroppo tristemente diffusi, è il caso di dirlo, ma molte volte non siamo realmente colpiti da questi disordini affettivi come la psichiatria li ha descritti e classificati.

Probabilmente non abbiamo bisogno di farmaci.

Cosa possiamo fare allora?

Sicuramente provare ad ascoltarci, in silenzio e quiete, se ci è possibile, prestiamo attenzione e ascolto interiore a cosa sta succedendo dentro noi stessi.

Potremmo renderci conto di aver sempre desiderato qualcosa che ancora non abbiamo raggiunto o di aver bisogno di qualcosa che mai è stato nostro.

Forse il senso di sentirsi al sicuro, protetti, non così esposti al mutevole variare degli eventi.

Invece forse potremmo incontrare dentro di noi un ricordo di qualcosa che in questa fase della nostra vita non è più con noi.

Non è semplice decodificare nei suoi elementi costituenti lo stato complesso che qualifichiamo come ansia o come depressione e possiamo anche confondere questi due diversi modi di essere della psiche che a volte si presentano insieme.

Cosa ci gioverà?

Senza alcun dubbio trarremo un giovamento, anche piccolissimo, dal dedicare qualche istante all’ascolto interiore.

Non fuggire quindi dallo stato difficile e doloroso ma cercare di “stare con” il nostro stato d’animo, non abbandonare noi stessi, non ignorare quello che la nostra psiche sta cercando di segnalarci.

Respirare sarà un altro piccolo aiuto che possiamo dare a noi stessi, con calma e lentamente.

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