PSICOLOGIA, FELICITA' E HOME THERAPY
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due figure stilizzate indicano le due persone nel colloqqui psicologico

psicologi in studio

siamo psicologi che non hanno paura, con le dovute e fondamentali precauzioni, di contagi dai nostri pazienti.

Siamo gli psicologi che vedono i pazienti nel giusto setting.

Gli psicologi che non sospendono le sedute e non fanno mancare ai pazienti il necessario senso di stabilità e di continuità.

Anche adesso ?

In questo momento più che mai.

crediamo nell’importanza del contatto diretto, di sguardi e di ascolti reciproci.

Ascoltiamo i pazienti, fiduciosi nella lunga tradizione della psicoterapia ormai di ben oltre cento anni.

Per questo sappiamo che la psicoterapia si fonda su alcuni criteri imprescindibili.

Primo tra questi il setting.

Che cosa è?

E’ l’assetto fisico e mentale che forma la cornice di ogni seduta e accoglierà le trasformazioni positive e salutari del paziente.

Se abbiamo studiato, ai tempi dell’Università, è facile che ricordiamo bene perchè il setting sia così basilare fin dall’impostazione di una psicoterapia scientificamente fondata.

La psicoterapia procede tra simboli e metafore e così forniscebl’aiuto a guardare la realtà con sguardo limpido.

senza restare offuscati dalle proprie proiezioni, meccanismi di difesa, alterazioni del proprio equilibrio.

Per favorire l’uscita dai problemi, accompagnati dallo psicoterapeuta, noi siamo psicologi che credono fermamente nell’importanza della relazione che si instaura tra il paziente e il suo psicoterapeuta.

E’ una relazione sottile e salda che non conviene a nessuno rendere fluida o forse “liquida” perche, esattamente al contrario, occorre che rimandi stabilità e continuità.

I mezzi cambiano, chi può negarlo, ma alcune cose, come il valore solido e direi anche adamantino della relazione psicoterapeutica non cambia.

Gli istanti di silenzio o di esitazione o di lacrima solo accennata, come i silenzi necessari e importanti, le emozioni, le rabbie furiose e silenti…

Non crediamo che passino sul web.

Passano tanti dati, troppi, parole, storie, racconti e proprio in rete, per le psicoterapie on line che vi ricorrono, la riservatezza come sappiamo non è proprio di casa.

Internet è il “luogo” più contaminato della tecnologia, si sa.

Proprio lì ci sembra adeguato accogliere il disagio psichico e la sofferenza dei nostri pazienti ?

Auspico un da parte degli psicologi un serio pensiero riflessivo.

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COVID19 e Freud

Covid 19 , malattia del corpo con esiti di varia gravità.

Qui ti dirò della mente

Ad esempio, in tempi di COVID19, come stiamo reagendo psicologicamente alla Paura, all’allarme per la propria incolumità e quella dei propri cari? Ai cambiamenti di vita che le norme di contenimento dei contagi impongono?

Spostiamoci nel tempo:

se tutto questo periodo difficile di questo anno fosse spostato indietro nel tempo, fino agli anni che segnarono gli inizi della terapia psicoanalitica. Cosa avrebbe scritto il Padre della psicoanalisi?

Oggi gli psicologi si stanno attrezzando per fornire aiuto e sostegno psicologico con le nuove metodologie tecnologiche, in tempi di covid19.

Si parla di terapie on line, colloqui attraverso il web, utilizzando la trasmissione internet dei dati.

Certo, anche di quelli sensibili e personali, mentre il paziente debitamente informato sottoscriverà la propria accettazione al trattamento.

Freud avrebbe fatto psicoterapia on line?

Al suo tempo si chiamava solo psicoanalisi ma era pur sempre una forma di psicoterapia.

Freud avrebbe pensato, riflettuto abbondantemente così da dirci il proprio pensiero. Secondo me non avrebbe fatto terapia on line, se fosse vissuto oggi.

Per il semplice motivo che vengono meno tanti criteri, cari al setting psicoterapeutico, così essenziali alla buona prassi del lavoro con la psiche, propria e altrui.

Lo sguardo, l’esitazione e la parola, risposta precipitosa, oppure esitata, la pausa, lo spazio del silenzio.

Con Skype???

Per riassumere, si può pensare il buon vecchio detto “ meglio di niente” che tuttavia non mi sento di sottoscrivere, in questo delicato caso.

Certo dipenderà dal tipo di paziente, dalla difficoltà presentata e dal tipo di terapeuta, dalla formazione di quest’ultimo e dal suo orientamento teorico.

Meglio scegliere da caso a caso.

Per farla breve, il mio studio ed io la nostra scelta l’abbiamo già fatta: lo studio resta aperto, come legge consente in quanto attività sanitaria e ora più che mai non faremo mancare ai nostri pazienti il consueto riferimento.

Non faremo venir meno la stabilità di cui tanto parliamo e richiediamo proprio a lui, in quanto paziente.

Quindi è certo che osserveremo con scrupolo, in scienza e coscienza, come sempre, ogni norma di contenimento di contagio, siamo già abituati a farlo in ambito psichico, sarà semplice farlo anche in ambito fisico.

Buona psicoterapia a tutti!

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