Metaverso è una parola del terzo millennio ed indico uno spazio multimediale interconnesso.
Metaverso cosa significa?
significa entrare in una realtà virtuale prodotta da dispositivi di ultima generazione che consentono all’utente esperienze immersive, grazie a visori e sensori e guanti.
Nuove frontiere che hanno radici nei videogiochi, nella computer graphics ma approda anche nel mondo dei social media e degli spazi virtuali: realtà aumentata e realtà virtuale.
Ancora è presto, siamo all’alba di un nuovo tempo che sfrutta tecnologie digitali per esistere, tecnologia blockchain, un sistema tecnicamente molto avnzato che archivia i dati in modo crittografato.
Per chi progetta, programma e costruisce queste realtà probabilmente è un gran divertimento, muoversi in un mondo non regolato dalla fisica terrestre, importndo oggetti dal mondo che conosciamo o creandoli da zero.
Umanesimo Digitale
I fautori di queste frontiere tecnologiche parlano di un nuovo Umanesimo digitale,
Sembra che il fascino di parole consuete rivisitate in salsa techno sia il trampolino di lancio perchè il Metaverso approdi presso il vaso pubblico, ignaro dei meccanismi tecnici ma affascinato dal risultato sorprendente, come sempre accade in psicologia
che ne pensa la psicologia? forse è presto per abbozzare idee precise, sembra più una fase di osservazione consapevole per comprendere meglio.
Osservare cosa viene prodotto, a chi viene offerta questa nuova forma di realtà virtuale, quanto possa essere pervasiva nella vita comune, è già un primo punto.
Probabilmente sarà bene cercare di tenere viva la consapevolezza di quali mezzi utilzziamo e per quale scopo.
Senza dimenticare che il Metaverso ci distrae dalla realtà a cui siamo abituati (e questo non è un male) se resta un gioco.
Se crea mondi illusori paralleli che su menti giovanissime potrebbero alterare la fisiologica costruzione di basi di realtà condivise, da cui guardare il mondo, sarà bene osservare meglio.
A che serve il Metaverso? a quali bisogni risponde? Quali bisogni vuole creare?
E’ forse presto per rispondere ma non per ricordarci di guardare fuori dalla nostra finestra, la realtà fisica, sociale, politica, economica, interpersonale in cui viviamo.