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Ricamo nepalese

Ricamo nepalese come arte in punta di dita offre segreti sempre nuovi.

A proposito di manufatti con fili e tele tessuti con arte, esiste in Nepal una antica tradizione che un autore importante ripropone per il messaggio che racchiude.

I panorami culturali del Nepal raccontano antiche storie fatte di un popolo forte e temprato che ha attraversato sentieri himalayani nella diaspora che attraversa la storia di nomadismo di queste donne e questi uomini coraggiosi.

qual è il ricamo nepalese?

Alla biennale di Venezia per l’arte contemporanea del 2022 un artista del Nepal ha provato a raccontare questa storia con filo e tela, dando vita ad un tessuto dove gomitoli a terra, congiungono i fili provenienti da varie direzioni e di vari colori.

Si dàa vita così ad una installazione creativa con un lavoro a telaio.

Il risultato è un pannello di colori modulati che sembra un’opera in divenire, espressiva del comporre una moltitudne, come i fili e i gomitoli, in un inseme unitario e organico, di grande effetto.

quale artista?

ll nome dell’artista nepalese dell’arte dei fili è Sheelasha Rajbhandari, nome autorevole ospite in mostre internazionali, perchè il suo lavoro è un messaggio di ace e di collaborazione, di bellezza, di arte e di resilienza. Attraverso simboli antichi ci racconta storie, nel tempo in cui il concetto di “storie” viene travisato come quattro foto infinitamente postte sui social network dalle generazioni del futuro, profondamente confuse sui significati culturali del mondo in cui vivono….

Nel ricamo sempre troviamo storie fatte di pazienza e dedizione, di bellezza e di impegno e di talento. Non so per quale motivo tra le giovani generazioni sia così scarsamente di moda, liquidato come antica ferraglia dei nonni e bisnonni. Peccato, quanta occasione di crescita sciupata… senza ascoltare la calma, la tranquilità, la capacità, la determinazione che crescono dentro di sè..

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Ricamare

L’arte di ricamare è qualcosa che annoda le sue colorate radici nel mondo psichico, traducendo sulla tela, con il filo che passa e annoda, temi e fantasie del mondo interno.

In un altro articolo abbiamo scritto che ricamare richiama l’attività della motricità sottile della punta delle dita delle mani e questa azione attiva alcune regioni del cervello meno attivate, per questo è un allenamento funzionale e neuronale.

cosa è ricamare

E’ un’azione ripetuta e scacciapensieri che quindi rilassa come una forma di meditazione.

Si ricama lentamente, si torna alla calma e così si allontana lo stress.

Un tempo si ricamavano prevalentemente soggetti religiosi, a cura delle suore nei conventi che arricchivano di preziosi manufatti gli altari, nei lunghi pomeriggi di preghiera.

Poi scene di vita campestre, bucolica, alberi e soprattutto fiori colorati; anche uccellini allegri e scene della natura.

Il ricamo come una pittura, esiste infatti un punto chiamato proprio “punto pittura” che simula l’effetto finale di un dipinto.

Chi ricama allora è come un pittore, impara a tradurre sul mezzo che usa i propri sentimenti e la propria sensibilità.

Esistono infatti ricami molto elaborati che proprio come quadri esprimono, mentre decorano.

O forse decorano proprio perchè esprimono.

Alla Mostra Biennale di Arte contemporanea di Venezia, quest’anno intitolata “Il Latte dei Sogni” , alcuni Paesi nel proprio padiglione hanno ospitato artisti del ricamo, dell’arte dell’ago e filo.

In questo caso si trattava di enormi arazzi a parete, bellissimi, esposti tra gli altri dal padiglione della Polonia:

questi capolavori raccontano storie, storie sociali, di donne sedute vicine, in rappresentazioni realizzate su tessuti cuciti insieme, ripresi da affreschi rinascimentali.

Ricamare raccontando col filo colorato sul tessuto storie di migrazioni, attraverso il tempo e i luoghi, dando espressività ai visi, prospettiva alla scena.

Opere d’arte e di pensiero, ricamo tra le dita e per gli occhi, da farne di più perchè il soggetto prescelto può essere qualsiasi messaggio e qualsiasi stile noi vogliamo “cantare” con la voce delle dita..

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