Il Trickster o Briccone Divino è un archetipo.
Lo immagino fare capolino , nel senso di attivazione di energia psichica , in una azione o in un comportamento o in una vicenda in cui la prospettiva sia in un certo senso “doppia” o ingannevole, con equivoci o ambiguità.
Il Trickster non è bello né brutto, è semplicemente una prospettiva.
L’energia psichica che ciò che chiamiamo archetipo smuove, attraverso i simboli che lo stesso archetipo incarna, è molto potente e nelle storie e leggende è quella che mette in moto cambiamenti impensabili e imprevedibili, attraverso l’archetipo che conosciamo come Trickster
In un racconto proprio dal Trickster prende le mosse una forza psichica operante attivamente, la quale genera l’spetto avventuroso o di intrigo interessante.
E per chi legge si attiva una uguale forza e così l’interesse viene catturato.
L’esempio più classico è rappresentato dal Mercurio mitologico, tra gli Dei il Messaggero, Ermes per la Grecia classica che, ancora in fasce, rubò con l’inganno alcuni buoi a suo fratello Apollo. Quando fu scoperto, davanti al consesso degli Dei dell’Olimpo, negò tutto e si mise a suonare la lira che aveva appena costruito con un guscio di tartaruga.
E’ facile per noi qui riconoscere il comportamento tipico dei bambini, quando vengono scoperti con le mani nel sacco.
Apollo appena sentì quella musica soave lo perdonò e si mise a ridere affascinato sia dalla musica ma anche dalla spudoratezza infantile di Ermes.
Zeus, ridendo anche lui di quell’impresa compiuta da un bambino così piccolo ma già così furbetto, lo nominò messaggero degli dei perché per questo ruolo occorreva una certa dote di eloquenza, della quale Mercurio divenne il Dio riconosciuto.
Dal suo nome deriva anche il termine ermeneutica, l’arte dell’interpretazione, e rappresentò anche il Dio dell’astuzia, della scaltrezza, del trasformismo: ad Ermes si innalzavano cumuli di pietre, ai bivii in cui si era incerti sulla direzione da prendere, per chiedere consiglio.
Si riteneva Ermes una figura intermedia che non apparteneva del tutto al mondo degli Dei né a quello degli uomini e dunque estraneo alle norme che regolano ciascuno di questi due mondi ma proprio per questo motivo capace di operare ai margini dell’uno e dell’altro, capace di mettere in contatto tra loro ambiti altrimenti destinati a rimanere eternamente divisi e separati dall’incomunicabilità.
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