PSICOLOGIA, FELICITA' E HOME THERAPY
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Gruppo di eccellenza

Da quando ho iniziato a studiare la psicologia, più di trent anni fa, avevo in mente di conoscere a fondo i meccanismi della mente e del pensiero di noi tutti. Trovare l’eccellenza.

Non di chi è ammalato nella psiche ma di chi è sano.

Ma chi è sano?

Chi vive la sua vita normalmente ma potrebbe viverla meglio se solo sapesse come fare.

Il mio progetto motivante era di conoscere per migliorare.

Percorrere la strada giusta per vivere al massimo delle proprie potenzialità e aiutare gli altri su questa strada produttiva.

Talento, interessi, hobbies, gusti personali, ovunque ci portino le nostre indicazioni di base, per tutti è possibile raggiungere l’eccellenza e la conseguente energia vitale

Quanto potremmo stare meglio di quanto stiamo adesso?

Ci avete mai pensato?

Troppo spesso incastriamo i nostri pensieri a cercare di uscire da qualche guaio o qualche noia, cercare di risanare, di aggiustare.

La grande sfida o il grande compito umano è però quello che spesso dimentichiamo: vivere al nostro meglio possibile e soprattutto, qualunque condizione ci troviamo ad attraversare !!!!

Pieni di energia vitale, ricolmi di benessere mentale, ricchi della sensazione che possiamo ottenere molto di più dal nostro funzionamento psicologico.

E’ una cosa fantastica e soprattutto possibile: vivere al proprio meglio !

Negli anni sono fiorite fin troppe indicazioni di massima per riuscire in questa allettante prospettiva, presentate come cammini per eletti, per pochi, da ottenere seguendo complicate e eterogenee strade, anche improbabili.

Studiando a fondo come funziona la mente, secondo le teorie di tradizione ocidentale e orientale, le strategie che impara, i meccanismi che adotta per sfuggire pensieri cupi sono riuscita a capire come sia possibile riuscire.

Molti sono gli studi sul successo pbblicati ma possiamo vivere nella sensazione di essere al nostro meglio anche se non c’è il successo nella nostra vita.

Si tratta di una sensazione interiore da comprendere e raggiungere.

Come?

Ho previsto alcuni incontri di condivisione tra persone con questo interesse: portare la propria mente al livello superiore di funzionamento.

Difficile?

Non direi, ma occorre incontrarsi regolarmente per apprendere il metodo, alla portata di tutti. E alla fine diventa il proprio modo di essere, senza sforzo.

Escluderei il fai da te con i tutorial internettiani in favore di sani incontri tra persone sane che vogliono sconfiggere sensazioni anche occasionali di essere in difficoltà. e di credersi da soli in questi frangenti.

Si può. come diceva Obama, si può davvero!

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M. L. Von Franz

Su M. L. Von Franze si è tenuto poco tempo fa un convegno a Roma molto interessante.

Molto interessante per la partecipazione di studiosi della più celebre allieva di Carl Gustav Jung, arrivati a Roma dalla Svizzera, patria dei grandi della psicologia analitica.

Si celebravano i venti anni dalla scomparsa della  M.L.Von Franz ricordando i suoi punti salienti.

Il giornale Vogue le fece un’intervista ancora molto attuale e da questa riporto qualche stralcio illuminante:

 When Marie Louise Von Franz was an eighteen – year – old student, she met Carl Gustav Jung.

All she knew about him was that he was a famous psychologist.

What she knew of psychology  came down to the way a teacher had thought Hamlet with a freudian explanation and Faust with a junghian explanation.

A decisive turn into the conversation came when Jung told the group of student who’d come to see him about a female patient :

that patient had had a vision of being on the moon.

Questo incipit mi è parso alquanto sugestivo e volentieri riporto qalche altro brano dell’intervista, per gentile concessione della redazione che ne ha divulgato copia.

Intanto possiamo dire che la M.L. Von Franz in quegli anni era creatura alquanto razionale.

Lei stessa dice all’intervistatore di aver pensato ” but she wasn’t on the moon” !

Splendida la risposta di Jung che, guardandola negli occhi , come lei stessa ci dice, le rispose “Yes, she was”. 

Queste sintesi linguistiche sono tra quelle che a me fanno amare molto la lingua inglese.

E con ciò lo psichiatra svizzero le sintetizzò che ciò che accade psichicamente è reale, anche se ancora nessuno è mai andato sulla luna, a quel tempo .. e ciò che accade fuori può essere secondario, come conseguenza di quello.

La sera racconta l’autrice di aver pensato che le sarebbero occorsi almeno dieci anni per digerire questa impostazione che le aveva suggerito that old man ma poi ci dice che it took me all my life dove it è naturalmente riferito alle parole ascoltate.

 

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Jung, i fondamenti

 

Chi è Carl Gustav Jung?

Per i più giovani con lo sguardo incollato al telefonino Jung rischia di essere un nome del tutto sconosciuto.

Cercherò di definire dal suo vasto corpus teorico, frutto di studi e ricerche approfonditi come pochi, i nomi che nella pratica clinica di psicologi incontriamo tra i disturbi delle persone che vengono a consultarci.

Innanzitutto Jung parla di psicologia psicodinamica, cioè basata sulla parte inconscia della psiche, non immediatamente accessibile alla coscienza. Ricavabile tuttavia dalle sue manifestazioni attraverso sogni, fantasie, immaginazione, sintomi, lapsus linguae, atti mancati, opere artistiche, elaborati della mente creativa.

Iniziamo dal suo concetto di Inconscio, che non prescinde da quello da lui definito Inconscio Collettivo:

se il primo si riferisce all’esperienza personale di ciascun individuo,  l’altro è l’insieme di elementi che la psiche ha ereditato come modelli  a priori.

Per esempio:

trame mitologiche,  motivi e immagini che in ogni tempo e luogo possono formarsi indipendentemente da tradizioni e migrazioni storiche.

All’Inconscio Collettivo facciamo risalire, secondo questa impostazione metodologica, motivi universali rintracciabili nelle religioni, nelle leggende, nel folklore, nei miti.

Attraverso i simboli universali si esprimono istanze psichiche dell’umanità intera.

Una loro giusta lettura permette di comprendere molti comportamenti e azioni, a livello di masse ad esempio, altrimenti ben poco spiegabili.

Per giusta intendiamo una interpretazione capace di tenere in debito conto questo sfondo che agisce sul piano inconsapevole e tuttavia detta legge, in molti casi, per determinare comportamenti.

Per giungere a queste ipotesi di lavoro e di pensiero Jung, da medico e psichiatra, ha amplificato il proprio campo di coscienza e ha dedicato la sua vita (1875-1961) a studi comparati tra fenomeni che nei secoli si sono imposti.

Tra questi studi l’alchimia medioevale ha occupato un posto di primo piano per Jung.

Gli ha permesso di ritrovare gli stessi meccanismi e fasi psichiche attivi nell’uomo del XVI secolo  e nell’uomo di oggi, mutatis mutandis, come compaiono nei sogni, o nei disegni spontanei, attraverso simboli da interpretare.

Quale è lo scopo degli uomini di allora e di oggi?

Sempre la ricerca della felicità

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