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bambole come simbolo dell'umano

Immagini profonde

Immagini di ogni tipo popolano la nostra mente, ognuno ne fa esperienza in continuazione.

Sono importanti le immagini per la nostra psiche?

Importantissime.

Perchè sono importanti le immagini?

Perchè di esse si nutre e si alimenta tutta la sfera inconscia del nostro essere, il motore della nostra vita.

Stare con le nostre immagini è un lavoro centrale nell’esperienza psicoterapeutica.

E’ una chiave che apre molte porte per raggiungere una conscenza più ampia ed aperta del nostro funzionamento psicologico.

Immaginale è un aggettivo di parole quali approccio, o simbolismo o tecnica.

Vogliamo usarlo come sostantivo? ricordiamoci che vuole esprimere l’insieme delle immagini e dell’attività che le anima

A cosa servono esattamente?

Le immagini hanno forza psichica enorme, catalizzano energie e riescono a generare trasformazioni nello stato conscio della mente, mentre lavorano, come si dice nel gergo, sulle parti inconsce.

Ad un recente convegno di cui vi vorrei parlare qui ho ascoltato una storia di immagini che si facevano materia, con il lavoro artistico e creativo dell’autore.

Parlo delle Bambole realizzate da Michel Nedjar, un universo intero di sofferenza racchiuso in questi artefatti.

L’autore visse gli orrori della Shoa e successivamente con vecchi stracci realizzava questi oggetti-pupazzi.

Questi tiravano fuori da lui sentimenti e emozioni, in un processo primordiale, direi, come un dolente parto.

Le “poupèes” presentate in questo lavoro di studio esprimevano una presenza spirituale, dal mondo delle immagini, nella materia.

Erano costruite volutamente con vecchi stracci, bagnati e infangati, a ricostruire il mondo dell’acqua che libera e purifica e il mondo della terra che, in questo caso, insozza e rende orrore,

Questi corpi rappresentavano in chiave del tutto simbolico.evocativa, presenze non più in vita su questa terra, eppure volevano far rivivere la memoria, come in una esumazione.

Macabro forse, certo non bello esteticamente ma pregno di emozione e sentimento, di sofferenza altrimenti indicibile e attraverso questa attività sull’immagine, diremmo immaginale, rielaborato.

Il discorso su queste immagini si chiudeva con una frase dall’Ecclesiaste, nota e sempre efficace: ” c’è un tempo per ricucire” …

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arte e psicologia

arte come aiuto psicologico se siamo padroni del nostro timone di vita.

L’arte ci dà una mano perchè ci dilata lo spazio mentale e arricchisce lo sguardo e le sensazioni migliori.

Nell’arte del secolo XVI abbondano esempi di ridondanti giardini affrescati, immagini di frutti e piante tratte dalla rigogliosa natura o dagli erbari che si curavano con attenzione.

Questa arte che colora il nostro sguardo che effetto produce sul nostro mondo psichico?

E’ interessante sapere che il nostro sguardo può nutrirci profondamente o al contrario denutrirci in modo preoccupante.

Non è neutro sulla nostra mente ciò che guardiamo, ciò su cui indugiamo con lo sguardo: può lasciare tracce salutari o cupe espressioni interiori che sul piano inconscio lasciano tracce negative.

Perchè?

Proprio come una medicina se prendiamo quella giusta ne avremo beneficio ma se assumiamo quella sbagliata gli effetti negativi saranno pesanti.

Così l’arte con le sue espressioni variegate è un prezioso alleato per la nostra salute interiore e priva di controindicazioni si lascia ammirare come una splendida dama che cattura la nostra attenzione e i nostri sensi.

L’arte antica abbondava di riferimenti al bello, con l’ausilio della mitologia, a scenari arcadici, paesaggi evocativi di mondi felici.

Ninfe e Dei raffigurati dall’arte tra acque e verdi colline, seduti su tronchi d’albero e nascosti tra fronde e rupi che simboleggiavano, quando vennero dipinti, potenti forze archetipiche.

Tuttora ai nostri sguardi le simboleggiano: la rappresentazione che ce ne facciamo interiormente trova spazio nei recessi della mente, e ci parla il linguaggio dell’eterno, che è il linguaggio dei miti.

Incontriamo la potenza divina, l’Amore, l’Inganno, lo Scherzo, la Trasformazione, il Sonno, e con lo splendido Tiziano alla Galleria Borghese di Roma ecco per noi l’Amor Sacro e Amor Profano. 

Si mostrano con l’arte figurativa sui grandi affreschi rinascimentali Narciso, Demetra e Core, Dei e ninfe, Eros e Thanatos  nella lotta continua delle pulsioni che incontriamo tra i nostri sogni e sul lettino dello psicoanalista..

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Gruppo di eccellenza

Da quando ho iniziato a studiare la psicologia, più di trent anni fa, avevo in mente di conoscere a fondo i meccanismi della mente e del pensiero di noi tutti. Trovare l’eccellenza.

Non di chi è ammalato nella psiche ma di chi è sano.

Ma chi è sano?

Chi vive la sua vita normalmente ma potrebbe viverla meglio se solo sapesse come fare.

Il mio progetto motivante era di conoscere per migliorare.

Percorrere la strada giusta per vivere al massimo delle proprie potenzialità e aiutare gli altri su questa strada produttiva.

Talento, interessi, hobbies, gusti personali, ovunque ci portino le nostre indicazioni di base, per tutti è possibile raggiungere l’eccellenza e la conseguente energia vitale

Quanto potremmo stare meglio di quanto stiamo adesso?

Ci avete mai pensato?

Troppo spesso incastriamo i nostri pensieri a cercare di uscire da qualche guaio o qualche noia, cercare di risanare, di aggiustare.

La grande sfida o il grande compito umano è però quello che spesso dimentichiamo: vivere al nostro meglio possibile e soprattutto, qualunque condizione ci troviamo ad attraversare !!!!

Pieni di energia vitale, ricolmi di benessere mentale, ricchi della sensazione che possiamo ottenere molto di più dal nostro funzionamento psicologico.

E’ una cosa fantastica e soprattutto possibile: vivere al proprio meglio !

Negli anni sono fiorite fin troppe indicazioni di massima per riuscire in questa allettante prospettiva, presentate come cammini per eletti, per pochi, da ottenere seguendo complicate e eterogenee strade, anche improbabili.

Studiando a fondo come funziona la mente, secondo le teorie di tradizione ocidentale e orientale, le strategie che impara, i meccanismi che adotta per sfuggire pensieri cupi sono riuscita a capire come sia possibile riuscire.

Molti sono gli studi sul successo pbblicati ma possiamo vivere nella sensazione di essere al nostro meglio anche se non c’è il successo nella nostra vita.

Si tratta di una sensazione interiore da comprendere e raggiungere.

Come?

Ho previsto alcuni incontri di condivisione tra persone con questo interesse: portare la propria mente al livello superiore di funzionamento.

Difficile?

Non direi, ma occorre incontrarsi regolarmente per apprendere il metodo, alla portata di tutti. E alla fine diventa il proprio modo di essere, senza sforzo.

Escluderei il fai da te con i tutorial internettiani in favore di sani incontri tra persone sane che vogliono sconfiggere sensazioni anche occasionali di essere in difficoltà. e di credersi da soli in questi frangenti.

Si può. come diceva Obama, si può davvero!

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Psicoanalisi costi

La psicoanalisi oggi, in tempi di crisi diffusa anche economica, costa troppo?

Cerchiamo insieme le risposte possibili attraverso riflessioni ampie su un tema così complesso:

la crisi in cui siamo immersi da qualche anno è ANCHE economica.

Non soltanto economica perchè versiamo in un fattore critico più generale. Si svuotano le tasche di energie, prima ancora che di soldi. Si svuotano le menti di progetti, di idee e di sogni.

Il denaro simbolicamente inteso è un mezzo per diffondere energie, dinamicità e vitalità della psiche.

Certo che potremmo farne a meno, se ragioniamo su altri piani, come quello dello Spirito o della traiettoria del proprio Sè.

Qui però ragioniamo sul piano della quotidianità e il denaro resta una variabile molto concreta.

Ci stavamo dunque chiedendo se, oggi, il trattamento psicoanalitico sia caro.

Caro all’anima, caro al sentire delle emozioni, nel senso affettivo lo è di certo.

Nel senso economico è indubbio che comporti esborsi di cassa che producono una spesa mentre, tuttavia, aumentano il Capitale culturale.

La psicoanalisi è ad elevato valore simbolico perchè crea valore.

E’ tra le poche cose che ancora sono capaci di creare valore.

Come fa?

Innanzitutto crea una relazione di qualità, in cui ci si addestra alla fiducia mentre si valorizza l’immagine che si ha di se stessi.

Crea valore perchè crea una relazione di qualità e contribuisce ad aumentare il patrimonio immateriale della persona.

Porta unicità perchè ogni rapporto umano che sancisce, sviluppa e con sollecitudine accompagna, è unico ed esclusivo, in nulla somigliante ad altri.

la psicoanalisi si inserisce in una eredità storica che ne garantisce l’accuratezza, così rara in questi tempi governati da pressapochismo.

Ancora sottolinea il luogo, in tempi di non-luoghi, come temenòs in cui lasciar accadere i sommovimenti della psiche, protetti dal luogo stesso.

Costoso dare spazio e luce al proprio Sè, assetato di ascolto accurato?

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indicatori d’ansia

indicatori d’ansia permettono di capire di cosa stiamo soffrendo, si tratta di una accentuazione della sensazione di paura, anche se non viene identificata necessariamente in questo modo.

ci sono indicatori d’ansia che possiamo imparare:

Sentirsi agitati, in tensione come se ci fosse un pericolo, questo è un indictore d’ansia

Questo senso di minaccia si esprime con molte sensazioni avvertite sul corpo perchè ci sono correlati fisici alla sensazione emotiva.

Il linguaggio corporeo deve essere inteso bene altrimenti diventa esso stesso fonte e motivo di preoccupazione.

Nello stato di ansia sono indicatori:

variazioni del ritmo del respiro che diventa accelerato

palpitazioni

vertigini, nausea

cefalea

bocca secca (utile per molte persone bere piccoli sorsi di acqua semplice e non gelida, lentamente)

nodo alla gola

dolori muscolare (parti del corpo sembrano bloccarsi)

oppressione gastrica o toracica

sensazione di sbandamento

confusione

calore o brividi di freddo

affanno.

Importante ricordare che queste sensazione non sono pericolose, in nessun caso.

Altresì sono altamente fastidiose a volte dolorose e in ogni caso difficili da tollerare. Si tratta comunque di sensazioni spiacevoli che tuttavia possono essere tollerate, fino a che non vanno via.

E la buona notizia è che vanno via.

Giova a tutte le persone che soffrono di crisi di ansia o della sua più forte manifestazione che è l’attacco di panico, rivolgersi ad uno psicologo.

Non al pronto soccorso, non allo psichiatra. O meglio lo psichiatra potrà prescrivere farmici che alleviano la condizione sofferente, trattando il prooblema come una malattia da estirpare.

La psicologia invece tratta l’ansia come un segnale, per quanto sgradevole, come un segnale da capire prima di tutto, prima di eliminarlo. Capire cosa vuole dirci attraverso il corpo, quale è la cosa che non va nella mente, nella psicologia personale del soggetto.

I vari tipo di psicoterapia a disposizione sono tutti validissimi nel risolvere i problemi legati all’ansia; la psicologia junghiana accompagnerà la persona a scoprire dentro di sè la soluzione personale al problema più ampio che si cela sotto l’ansia, confrontando i sogni, l’inconscio, i simboli di trasformazione che chiedono di essere ascoltati per promuovere il felice cambiamento della persona.

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disturbo ossessivo compulsivo

L’ansia qualche volta diventa il nemico numero uno della nostra vita e produce il disturbo ossessivo compulsivo.

Se non è curata, diventa insopportabile e così la mente stessa prova a liberarsene.

Produce un antidoto. L’ossessione mentale.

Purtroppo questo è uno dei casi in cui non riesce a produrre un antidoto sano, efficace e opportuno

Cosa fa? Vi chiederete …

Produce un nuovo sintomo per liberarsi della sofferenza del primo sintomo, che era l’ansia.

Quale è questo nuovo sintomo? una nuova ossessione.

L’ossessione dei pensieri e / o dei comportamenti.

Si scivola nel disturbo ossessivo compulsivo che si impone alla natura razionale della persona “obbligandola” con forza indomabile a ripercorrere circuiti di pensiero o di gestualità che non hanno nulla di comprensibile o di utile.

La persona che ne è afflitta è la prima a non voler compiere questi rituali: quali sono?

la ricerca ossessiva di una parola che non torna in mente, l’oggetto che non sappiamo più dove si trovi, forse lo abbiamo visto per ultima volta tanti anni fa.

Queste coercizioni mentali compaiono in modo improvviso, ogni volta che l’ansia, legata a circostanze di vita anche banali, si rende intollerabile.

Questo passaggio dall’ansia al meccanismo ossessivo nella sua ripetitività diventa presto un passaggio rapidissimo, dell’ordine di un quarto di secondo e quindi non è percepito dal livello di coscienza ordinario.

Il risultato è che la persona si trova imprigionata nel “dover compiere” azioni, comportamenti o pensieri assillanti anche in situazioni inappropriate.

Al lavoro, a scuola, in famiglia.

Quando il problema si mantiene a lungo negli anni diventa ingestibile al soggetto stesso che ne è afflitto che ricorre contro ogni propria ragionevolezza e volontà a questi espedienti ossessivi.

Nell’immediato, possono dare uno pseudo sollievo dall’ansia che ha scatenato tutto il fenomeno.

Ne consegue che molte persone “candidate” a questo disturbo trovano sollievo in ansiolitici prescritti dal medico in modo terapeutico, cioè come cura e  con la frequenza prescritta, non all’occorrenza.

 

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ANGOSCIA

Un nodo d’angoscia rimane in fondo al cuore, o in fondo alla gola.

Ci sentiamo tristi come non mai e ci sembra che niente ci stia riuscendo a risollevare

Però ….

Se imapriamo a fare attenzione alle nostre sensazioni emotive più sottili vedremo che dietro quei sentimenti pesanti di angoscia e di buio interiore si muove qualcosa.

Se stiamo seguendo un trattamento con un professionista potremo notare insieme a lui/lei i piccoli miglioramenti che la relazione d’aiuto non manca mai di mettere in moto.

Sono molte le volte in cui l’angoscia ci continua a stringere il cuore e quella meravgliosa sensazione di cuore aperto e leggero sembra perduta per sempre, sembra non appartenere più a noi, appannaggio invidiato di altri…

Ricordiamoci però che la relazione che cura sta seminando le sue gemme e come ogni seme giusto avrà bisogno dei vari fattori di crescita: direbbe Peter Sellers in Oltre il Giardino che ci vorrà humus, acqua e c fertilizzante, sole aria e cure appropriate.

Ricordate il vecchio film?

Con quanta delicatezza parafrasava sulla metafora di giardino i fattori di cambiamento e di crescita applicabili alla esperienza esistenziale di ognuno?

Chance Giardiniere insegnò molto a quelle generazioni e oggi è ancora piacevole ricordarne la pazienza di coltivatore, la cura, la relazione che instaurava con l’oggetto delle sue cure.

I giardinieri e i terapeuti hanno qualcosa in comune? A me piace pensare di sì, pensando ai migliori griardinieri e ai migliori terapeuti.

E sarebbe la dedizione verso il risultato di vita, di crescita e di cambiamento, il rigoglioso vigore che porta la pianta a sopportqre le difficoltà e fiorire a tempo debito.

la pianta come l’anima e la psiche ha estremo bisogno di cure, di attenzioni premurose e di ascolto delle necessità; fatto questo le basterà sole aria acqua e terra.

Sono i quattro elementi che in tutte le tradizioni legano la vita in un equilibrio formidabile e fertile…

 

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PSICOANALISI d’estate

Quando arriva l’estate pensiamo alle ferie, alle vacanze, alle partenze e spesso desideriamo prendere una pausa dal rigore di date e scadenze dell’anno.

La psicoanalisi va in ferie?

Pensiamo ad un cammino, tranquillo come in una passeggiata in compagnia di una persona fidata, con le sue pause e i suoi momenti di buona lena.

Dobbiamo raggiungere la vetta che ci siamo prefissati e se ci fermiamo troppo non arriveremo mai, forse. Anche se corriamo troppo senza soste rischiamo di bruciare le tappe e di nuovo, non arrivare mai.

L’insegnamento tradizionale della psicologia invece ci ricorda la millenaria saggezza che c’è un tempo per ogni cosa, anche se qui è più il Senex a parlare. Il Puer intemperante cerca di seguire l’impulso del momento.

In molti casi è molto proficuo e benefico non effettuare lunghe pause dal proprio percorso di analisi.

perché ?

Perchè l’Analisi Psicologica crea valore, nella persona e intorno ad essa, donando un nuovo sguardo con cui approcciare al proprio mondo e riuscendo così a trovare il valore che le cose sempre possono offrire.

ogni caso però è diverso da un altro.

E’ il patrimonio immateriale di ogni persona che valorizza se stessa con l’analisi, permettendo di vivere una relazione di alta qualità con l’analista.

L’eredità storica che porta tocca chiunque ci si accosti e il costo in denaro in molti casi elevato paga l’unicità del cammino che si percorre e la nostra propria unicità.

Unicità da conoscere e apprezzare, a poco a poco, da amare e poi da offrire agli altri, con molta serenità e pace nell’animo

In tutto questo processo sensibile il capitale culturale del consumatore viene investito al meglio che sia possibile e come ogni buon investimento non mancherà di restituire i suoi frutti, migliorati e spendibili.

All’obiezione che in tempi di crisi la psicoanalisi sia “cara” nel senso di costosa, io ci tengo molto a sottolinearne l’aspetto di “cara” nel senso latino di “carus” che significa amato, costoso evocando qualcosa di prezioso, pregiato, importante.

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M. L. Von Franz

Su M. L. Von Franze si è tenuto poco tempo fa un convegno a Roma molto interessante.

Molto interessante per la partecipazione di studiosi della più celebre allieva di Carl Gustav Jung, arrivati a Roma dalla Svizzera, patria dei grandi della psicologia analitica.

Si celebravano i venti anni dalla scomparsa della  M.L.Von Franz ricordando i suoi punti salienti.

Il giornale Vogue le fece un’intervista ancora molto attuale e da questa riporto qualche stralcio illuminante:

 When Marie Louise Von Franz was an eighteen – year – old student, she met Carl Gustav Jung.

All she knew about him was that he was a famous psychologist.

What she knew of psychology  came down to the way a teacher had thought Hamlet with a freudian explanation and Faust with a junghian explanation.

A decisive turn into the conversation came when Jung told the group of student who’d come to see him about a female patient :

that patient had had a vision of being on the moon.

Questo incipit mi è parso alquanto sugestivo e volentieri riporto qalche altro brano dell’intervista, per gentile concessione della redazione che ne ha divulgato copia.

Intanto possiamo dire che la M.L. Von Franz in quegli anni era creatura alquanto razionale.

Lei stessa dice all’intervistatore di aver pensato ” but she wasn’t on the moon” !

Splendida la risposta di Jung che, guardandola negli occhi , come lei stessa ci dice, le rispose “Yes, she was”. 

Queste sintesi linguistiche sono tra quelle che a me fanno amare molto la lingua inglese.

E con ciò lo psichiatra svizzero le sintetizzò che ciò che accade psichicamente è reale, anche se ancora nessuno è mai andato sulla luna, a quel tempo .. e ciò che accade fuori può essere secondario, come conseguenza di quello.

La sera racconta l’autrice di aver pensato che le sarebbero occorsi almeno dieci anni per digerire questa impostazione che le aveva suggerito that old man ma poi ci dice che it took me all my life dove it è naturalmente riferito alle parole ascoltate.

 

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ft studium

Ho dato al mio studio di psicologia e psicoterapia il nome di ftstudium.

Perchè?

Facili latinismi per dare un tono di scientificità?

No, la risposta è un’altra.

Vediamo l’etimologia, che sempre aiuta nella comprensione:

dal lat. studium ‘applicazione, zelo, amore, passione…’; connesso con il verbo lat. studere ‘applicarsi a, dedicarsi a, studiare, desiderare’ (exercere studia ‘dedicarsi agli studi’).

Ne consegue per studiare il significato di ‘fare oggetto di applicazione mentale costante e metodico una disciplina, un argomento, un’arte o una tecnica al fine di apprenderla, valendosi del sussidio di libri o di altri strumenti, spesso sotto la guida di un insegnante’

Ecco che la spiegazione mi è parsa la vera essenza del mio lavoro con i miei pazienti di sempre:

porre passione  e dedizione nello studiare, da parte mia, per mantenere sempre approfondito e aggiornato il mio contributo alle persone che chiedono il mio intervento.

e sia applicazione, da parte dei pazienti che frequentano il mio studio, di quanto andiamo insieme ragionando.

Lasciamo da parte il latino per ricordare che nella nostra lingua italiana studiare concentra in sé i nuclei fondamentali che hanno caratterizzato l’antecedente latino fin dalle prime attestazioni: passione, assiduità, applicazione, pratica, dedizione profonda, desiderio (di imparare).

Il tutto finalizzato alla conoscenza.

Le altre accezioni del termine (‘impegno, cura in un’attività, in un obiettivo che ci si prefigge’ così come il significato di ‘ricercatezza, artificio’ ad esempio nel vestire, nel comportarsi in un certo modo, o come quello di ‘gesto calcolato’) sono da ritenersi secondarie.

Queste premesse ci raccontano un senso profondo di accoglienza, verso chi bussa alla porta del mio studio, per procedere insieme a “studiare” il percorso migliore per il paziente.

Ogni vita, periodicamente, ha bisogno di un punto di sosta per riflettere e disegnare la nuova via che le circostanze nuove richiedono:

un’analisi junghiana a mio parere resta più che mai oggi la via elettiva.

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