A Venezia fino a novembre è ancora in corso la 58ma Esposizione Internazionale d’Arte Contemporanea.

Perchè parlarne?

Perchè racchiude importanti elementi del mondo che, attraverso la parola degli artisti, spiccano in questa nostra epoca.

Cosa ci posso trovare?

Venezia è magica in ogni giorno dell’anno ma con la Biennale sembra parlare ai cuori in ascolto da nuove prospettive.

E’ il caso di andarci?

Sì, a Venezia si va, senza troppe domande e quando c’è la Biennale d’arte contemporanea i motivi si decuplicano.

Per fare solo esempio, il padiglione della Nuova Zalanda, da sempre tra i paesi d’avanguardia, sta stilando, per tutti i sei mesi dell’esposizione qualcosa di unico.

E’ un elenco in costante aggiornamento satellitare di ciò che nel mondo intero si va perdendo:

in una stanza storica di un palazzo veneziano si accumulano in tempo reale fogli e una macchina vi registra piattaforme petrolifere dimenticate, resti di mine abbandonate ma anche alcune piante preistoriche estinte. Trasmettitori collegati al tronco di alberi recitano a voce queste liste di vite perdute.

Importante saperlo?

A Venezia, questo padiglione ci racconta le cose perdute, negative ma anche positive come stralci di poesie o elementi di ere geologiche passate. templi distrutti, monumenti rimossi, oggetti arrivati dal sistema solare, forse.

E’ davvero impressionante quanto siamo in grado di accumulare e lasciar distruggere in questo nostro pianeta, anche microrganismi estinti e stazioni abbandonate.

Questo sistema registra tutto e crea liste su liste, un momento di riflessione acuto e penetrante.

Questa parte della Biennale di Venezia è ospitata dall’Istituto di Scienze Marine del CNR che realizza e promuove progetti di ricerca per lo sviluppo scientifico, tecnologico, economico, sociale italiano.

L’autore di questo progetto di così vasta portata aumenta la consapevolezza di saperi alternativi e spirituali e di percezioni oltre il visivo. Crea elenchi di fenomeni che non esistono più stimolando la curiosità verso il passato e il presente.

E’ una testomonianza storica invisibile ed unica nel suo genere