Jung si è interessato approfonditamente  della spiritualità, cercando di definirne le caratteristiche e la funzione nella psiche umana. Come psichiatra C.G. Jung ha incrociato molti fenomeni psichici   comparsi nella mente dei suoi pazienti che si potrebbero considerare attinenti alla sfera spirituale e ha orientato le sue ricerche anche al vastissimo mondo spirituale e alle varie tradizioni di pensiero che nei tempi e nei luoghi diversi del mondo sono fiorite. Ad oggi C.G.Jung è considerato lo psicologo che più di ogni altro ha cercato con ricerche empiriche e studi comparati connessioni utili tra i fenomeni psichici e le risposte spirituali che l’umanità si è data nel tempo; tra gli studi di Jung e le conclusioni a cui è giunto, ha un posto di preminenza la fenomenologia psichica in rapporto alla religione, come espressione della mente, come luogo di espressione e manifestazione dello Spirito.

        Fu proprio l’opera di Jung  “Simboli della Trasformazione” , ricca di riferimenti alla simbologia dello Spirito, a segnare il punto di rottura con Freud.

        Oggi dalle pratiche dello Yoga alle varie altre arti marziali, le varie forme meditative sono presenti in molte proposte per lo sviluppo personale, si conducono corsi e ritiri, seminari di approfondimento e si riconosce l’importanza sul cervello e sulla salute in generale di tutte le pratiche meditative e spirituali in genere.

Jung si è recato in Oriente nei primi decenni del secolo scorso per accedere direttamente alla spiritualità indiana e buddhista e dice lui stesso:

“Non è stata la storia della religione né quella della filosofia ad avvicinarmi al mondo concettuale buddhistico; è stato il mio interesse personale di medico che si propone di curare le sofferenze condizionate dalla psiche, che mi ha spinto a voler conoscere le concezioni e i metodi di quel grande maestro dell’umanità, preoccupato soprattutto del dolore del mondo, della vecchiaia, della malattia e della morte”.

Con queste parole Jung apre la sua prefazione al testo di Karl Eugene Neumann nel 1955 sui discorsi di Gotama Buddha  e  nella stessa prefazione ci ricorda che

“i medici hanno cercato fin dall’antichità , una panacea, una medicina catholica, e grazie ai loro sforzi incessanti si sono inconsciamente avvicinati, e in misura sorprendente, alle idee centrali della religione e della filosofia orientali”.

Da anni l’Occidente si è notevolmente aperto alle concezioni orientali della spiritualità, dapprima affascinato da una impostazione così radicalmente diversa e quindi nuova per la mente occidentale e progressivamente gli studiosi e via via le persone semplicemente interessate e incuriosite si documentavano e approfondivano studi, conoscenze e pratiche cercando anche elementi di continuità con il pensiero occidentale.

Una continuità e infine una complementarietà si trova, studiando testi antichi, accostandosi a testi sacri, ricercando un’esegesi che renda ragione della continua ricerca umana a domande importanti del vivere, e del morire.

Domande che non hanno tempo e la cui risposta impegna la riflessione e il pensiero umani nella ricerca di senso per la propria esistenza; le pagine a cui Jung ha dedicato il proprio contributo sono molte, con innumerevoli contributi rintracciabili nella raccolta completa delle sue Opere edite da Boringhieri, che percorrono lo sviluppo del suo pensiero scientifico lungo tutto l’arco della sua vita, fino al 1961.

Le parole di Jung concludono dicendo:

 “Se perciò io, dal punto di vista medico, riconosco l’aiuto multiforme e l’incoraggiamento che devo proprio alla dottrina buddhistica, mi muovo su una linea tracciata, nella storia spirituale dell’umanità, da circa due millenni”.

Naturalmente questo è appena un riferimento alla vastità della ricerca junghiana inerente la spiritualità e sarà molto interessante trovare ulteriori spunti per approfondire questo argomento in interventi successivi.

angelo

figura celeste alata benevola e protettrice, cara all’anima, vicina al cuore