PSICOLOGIA, FELICITA' E HOME THERAPY
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Depressione 2

La depressione impensierì alcuni governanti illuminati già una decina di anni fa, in Gran Bretagna.

Leggiamo un progetto universitario inglese  sulla depressione denominato “Nessuna Salute Senza Salute Mentale” del 2010

Con esso il governo inglese stanziò 221 milioni di Euro per impegnare e retribuire nell’assistenza di base migliaia di terapeuti.

La Gran Bretagna per molte cose è lungimirante e per noi è un modello troppo distante:

loro si sposano in carrozza, diventano duchi e duchesse, la Regina sembra sempre la fatina della fiaba.

Per noi guardare le loro avventure e disavventure, compresa la Brexit, sembra sempre un fatto che ci riguarda solo da lontano.

 Ricerche epidemiolgiche  invece  confermano che sull’aspettativa di vita i disturbi psicopatologici hanno pesanti effetti e la depressione in primis.

Come il fumo e più  dell’obesità a causa delle cattive abitudini di vita che comportano.

Il fumo, a volte le droghe, la sedentarietà, la cattiva nutrizione, la vita sociale sottotono durante la depressione sono utili esempi

Qualsiasi psicologo sottolineerebbe l’infelicità di fondo che blocca la vita delle persone colpite da depressione.

Il costo di una psicoterapia per un paziente depresso è stimato intorno a mille euro, come dato indicativo.

Per la società  c’è invece un guadagno di circa 1400 euro sui costi diretti, riducendosi le spese sanitarie.

A queste cifre vengono aggiunti circa 4000 euro secondo calcoli della Quality Adjusted Life Years, unità di misura impiegata nell’analisi costi – benefici, equivalente all’aspettativa di vita di un anno in condizioni di buona salute.

I promotori dei programmi di queste analisi e ricerche, relative alla ricaduta sulla spesa pubblica dei costi della malattia depressiva, ripetono che la psicoterapia non costa nulla perché si paga da sé.

In Italia risultano risparmiati euro 75 mila  in un anno da un progetto che ha visto lo psicologo affiancare il medico di base: il taglio alla spesa è essenzialmente riferibile al costo risparmiato in farmaci.

Ricoveri, visite, esami strumentali vari non sono al momento ancora quantificati.

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Affetti

Cosa vuole significare in psicologia la parola “Affetti ” , “affettività” ?

Può sembrare una ovvietà ma non lo è.

La psicologia attribuisce significati specifici ai termini che fanno parte del proprio gergo, sia esplicativo che terapeutico.

E così succede che dallo psicologo sentiamo parlare a volte di “Complesso affettivo” oppure “Complesso a tonalità affettiva”.

Non si intendere qui il semplice sentimento positivo, di amore o di  affetto che proviamo verso persone care.

E’ un concetto più complesso che gia Freud e sulla stessa scia anche Jung hanno utilizzato descrittivamente.

Per descrivere cosa? 

Descrive uno stato emotivamente attivo, è  usato anche come sinonimo di Emozione e come tale non è possibile controllarlo.

Invece i sentimenti come li intendiamo comunemente possono essere controllati, possiamo pensare per esempo alla rabbia.

Quando un affetto  nel  senso sopra detto esplode, la persona ne viene invasa e si ha una temporanea sopraffazione dell’Io da parte appunto della tonalità affettiva.

L’affetto si produce nel punto in cui siamo più deboli nel processo di adattamento dell’Io e nello stesso tempo ci spiega anche la ragione della debolezza.

A questa considerazione giunse Jung agli inizi dei suoi studi con i primi esperimenti di associazione verbale.

L’affetto rivela la forza e la natura dei valori psicologici della persona e se viene toccata una ferita psichica viene immediatamente uscitato l’affetto corrispondente.

In questo modo durante un’analisi psicologica ad orientamento psicodinamico, cioè che svela i tratti inconsci della personalità, quando compare un affetto in forma di emozione e / o sentimento carico, l’analista riesce a risalire ad una ferita psichica che spesso la persona nemmeno sa di avere.

Purtroppo conosce soltanto gli esiti di tale ferita e ne soffre spesso tremendamente, senza riuscire a darsi un perchè.

Questo uno dei motivi per i quali è indicata una analisi psicologica quando la sofferenza non ha un perchè, ricordando che se Freud ricercava soprattutto il “perche” come motivo originario, Jung ricercava il “perchè” come finalità. 

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libro bello

Un libro a volte è bello. Molto bello.

Il libro di cui vi parlo oggi lo è con molta intensità.

Naturalmente è un giudizio soggettivo, per me un libro si può definire bello quando ci lascia emozioni positive, magari anche di dolcezza d’animo.

E’ un romanzo, una storia inventata, in un luogo inventato, una cittadina immaginata in Colorado che si chiama Holt.

Chi ama Kent Haruf ha già capito di che romanzo stiamo parlando, di Holt ce ne è una sola, così tranquilla nel suo accogliere vite di persone che si intrecciano tra loro mirabilmente, quasi senza volerlo.

tra le pagine di un libro si colorano i destini e le strade dove prendono forma le storie

Cosa accade in questo libro?

Si incontrano personaggi come per caso e a volte tra loro non va affatto bene. Ci sono risvolti drammatici e di enorme sofferenza. Oppure di levità e incastro perfetto.

In ogni caso la magìa di questo scritto è che questi personaggi sanno accudirsi l’un l’altro e questa la trovo una cosa assai rara, specie quando non si è creato un vincolo formale. Naturalmente la presenza dei pochi  personaggi meno sereni e francamente carichi di problemi psichici rende per contrasto più evidente e scorrevole la capacità di accudimento che per tutto il libro si respira.

Accadono cose in questa storia narrata, tra le persone, che ci trasportano in un mondo dove tutto può accadere e sembra possibile, mentre la quiete e la serenità d’animo alla fine intreccia in intrecci nuovi tutti i personaggi, restituendo anche un senso diverso alle loro storie, alla loro stanchezza e alla loro speranza.

Volete sapere come si chiama questo libro bello?

“Crepuscolo” è il titolo e a differenza di quanto potremmo pensare dal titolo non porta un’atmosfera crepuscolare.

Fa parte della serie che l’autore ha chiamato “Trilogia della pianura” che io sottotitolerei “L’atmosfera distesa” .

Sì, ricordate bene: è lo stesso autore di “Le nostre anime di notte”, scomparso nel 2014, di cui vi ho parlato.

 

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pensieri figura sfondo

Carissima,         

iniziavi così ogni lettera che mi scrivevi, compagna di scuola, per dirmi pensieri.

Pensieri dell’animo, ricordo, anche se avevamo 18 anni ed è passato tanto tempo.

Ne scrivevi su lunghi fogli protocollo, come si faceva con i temi di italiano, e mi piaceva moltissimo leggere

pensieri formulati per me, per dirmi i recessi dell’animo, raccontarmi le scelte. O le mancate scelte.

Ci frequentavamo ancora sui banchi di scuola, pieni di contraddizioni, dibattendoci tra le ali del futuro.

Le tue parole, amica, giungevano a sorpresa quando qualcosa aveva turbato consuetudini, aveva preoccupato i pensieri e cercavano di riformulare il nostro legame, di nuovo. In un certo senso rimettevano tutto a posto.

Ho conservato per lunghi anni quelle care lettere dal sapore di amicizia e di forza, di desiderio di superare quello che poteva aver turbato la relazione.

Non ricordo più di che parlavano, quei pensieri, quali storie della nostra adolescenza narravano ma mi hanno fatto compagnia, negli anni seguenti, quando le strade della vita, banalmente, ci avevano fatte dimenticare una dell’altra.

Però, vedi?

Un flebile canto era rimasto, nascosto tra le pieghe della memoria antica, dolce e lontano.

Rivedendoci, dopo quaranta anni, un mattino romano – sì, siamo sempre noi! – questo ricordo è balzato di nuovo dallo sfondo come figura, come nel Vaso di Rubin

Nel fenomeno figura-sfondo lo psicologo danese Edgar Rubin rintracciò nei primi anni  del ‘900 alcune condizioni come quella che la figura ha un carattere oggettuale, ha un contorno, a volte un colore, una densità e assume la forma grazie al margine di cui diventa sovrana.

Più facile il processo di recupero mnestico in rapporto alla figura che non allo sfondo anche grazie al fatto che solitamente le emozioni si agganciano più alla figura che allo sfondo.

Sono processi mentali che attribuiscono valore e demarcano questi contorni, come la Psicologia della Gestalt (della Forma in tedesco) ha studiato, nulla di oggettivo.

i volti della giovane e della vecchia, nella celebre immagine di Rubin sono lo stimolo ambiguo percettivo, vedi psicologia della Gestalt

La lettera dall’incipit “Carissima” si è staccata dallo sfondo e di nuovo si è fatta dolce sorpresa, come un tempo, rivedendoti, amica, un bellissimo  mattino romano.

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Casa natalizia

La Casa a Natale si veste  speciale.

La Home Therapy non può ignorare questo evento speciale dell’anima e della tradizione spirituale.

Decori di ogni tipo trovano spazio anche nelle casette più piccole.

Case di marzapane si affacciano sulle tavole e boscottini fragranti a forma di alberelli verdi si allineano sui piatti

Finiti i biscottini, ecco l’effige sorridente e rassicurante di Babbo Natale.

Si porta in casa il Natale, con simboli di ogni tipo, religiosi, pagani, della tradizione alimentare, di design per sentirlo più vicino al cuore.

 La Home Therapy può dirci qualcosa ?

Si, può dirci che la Casa raccoglie ogni emozione e ne diventa custode speciale specialmente quando il tempo è segnato da ricorrenze particolari.

La ricorrenza del 25 dicembre  simboleggia Nascita ed evoca Amore, riporta in primo piano il momento del dono che poi, nel suo valore smbolico, si vorrebbe tenere come idea per tutto l’anno.

il dono potrebbe restare come sana abitudine anche dopo natale e potrebbe  essere il nuovo segno che regola i rapporti: dono di un sorriso, del proprio tempo, del proprio aiuto, del proprio consiglio, del proprio gesto, del proprio lavoro.

L’importante sarebbe entrare nella logica del Donare, cioè offrire senza nulla in cambio, solo per far felice l’altro.

A Natale è  consuetudine che il dono si scambi, tu doni a me e io dono a te, a me piace pensare che voglia esseree un momento per ricordare poi a tutti quanto il dono sia bello e speciale.

Siamo capaci di donare oggi?

Non i doni costosi, nascosti nei  pacchetti col fiocco.

Donare qualcosa di noi, scambiare davvero con l’altro un’emozione, un gesto, un attimo intenso  ricco, ricco di umanità.

Qualche volta perfino uno sguardo o una parola possone essere un dono. Essere generosi di questi gesti in consapevolezza è importante.

La Home Therapy insegna i molti modi per rendere ogni ambiente della casa rappresentativo di come desideriamo sentirci, pieni di natale e pieni di doni, per noi e per tutti.

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disabilità e sessualità

Disabilità e sessualità , se ne occupa La Stampa con un articolo pubblicato il 30/8/2017 che condivido qui:

                Parte domani a Bologna il primo corso dedicato alla formazione di assistenti sessuali, cioè «operatori che dopo un percorso di formazione psicologico, sessuologico e medico, dovranno aiutare le persone a vivere un’esperienza erotica, sensuale o sessuale».

Una guida «all’emotività, all’affettività, alla corporeità e alla sessualità», una figura professionale capace di accompagnare le persone con disabilità a riscoprire il corpo come fonte di piacere, non di sofferenza.

«In quattro anni abbiamo raccolto 2137 richieste, gran parte da parte di genitori di ragazzi con disabilità sia fisiche che cognitive – racconta U.
Ci sono madri costrette a masturbare i figli, altri ricorrono alla prostituzione. Spesso negli istituti di cura vengono somministrati dei calmanti. Sono storie tristi e gravi.

Partita già  la prima di quattro giornate formative: diciassette candidati, selezionati tra oltre sessanta domande, seguiranno i corsi tenuti da Fabrizio Quattrini, presidente dell’Istituto italiano di Sessuologia e Judith Aregger, assistente sessuale in Svizzera dal 2009.

Con loro un medico, incaricato di spiegare le disfunzionalità sessuali che delle diverse disabilità e un avvocato.

Non esiste una legge che disciplina la figura dell’assistente sessuale, così Ulivieri rischia una denuncia per favoreggiamento della prostituzione.

«Lavoro con persone disabili, la sessualità è una questione fondamentale che però istituti e case di cura non hanno i mezzi per affrontare» spiega Marco, 41 anni, educatore, tra gli allievi di Love Giver.

«Ho una formazione laica, una mentalità aperta e conosco diverse famiglie che vivono situazioni molto difficili – racconta Anna, 32 anni, fotografa -. Per me non è un’occasione di guadagno, ma un progetto serio in cui credo».

«In Francia è successa una bella cosa: in attesa di una legge che non arriva, un’associazione come la nostra ha iniziato a organizzare i corsi – conclude Ulivieri.

allibiti ????

MAH !

Cosa ne pensate? Argomento delicatissimo a cui si legano pro e contro, aperti i commenti.

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Libro tenero

Libro  tenero e di profonda riflessione.

Un libro scritto da una giovane  filosofa e teologa docente all’Università incuriosisce gli animi che cercano qualcosa, luce, quiete, interrogativi nuovi.

Se poi il libro ha per titolo TENEREZZA si può forse lasciarlo sullo scaffale?

 

Già la parola ci riporta alla nostra venuta al mondo, la prima tenerezza che abbiamo conosciuto. Leggiamo ancora e troviamo pensieri illuminanti, stralci di poesie, tentativi di riportare la tenerezza tra noi.

La rivoluzione gentile, come sottotitola l’autrice, ci salverà ?

Tra le pagine ma anche tra le persone, la rivoluzione del potere gentile, come scrive l’autrice, potrà cambiare molto più di quanto crediamo.

Lasciamo che entri nel nostro stile, nelle parole, nei pensieri di tutti i giorni…

 

Volentieri da questo libro riporto uno stralcio di poesia della compianta Szymborska che si chiama “Disattenzione”

Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare
domande,

senza stupirmi di niente.

Ho svolto attività quotidiane,
come se ci
ò fosse tutto il dovuto.

Inspirazione, espirazione, un passo dopo
l’altro, incombenze,
ma senza un pensiero che andasse pi
ù in là
dell’uscire di casa e del tornarmene a casa.

Il mondo avrebbe potuto essere preso per
un mondo folle,
e io l’ho preso solo per uso ordinario.

Nessun come e perché
e da dove
è saltato fuori uno così
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.

Ero come un chiodo piantato troppo in
superficie nel muro
(e qui un paragone che mi
è mancato).

Non certo a caso la Szymborska è poetessa polacca premiata e amata, ci ricorda nella poesia che volenteri è trascritta in questo libro quale sia  il ruolo della nostra attenzione, uno dei livelli di vigilanza del cervello del cervello arcaico che ha garantito la sopravvivenza della specie.

L’attenzione è sempre più al centro di ricerche e studi per i suoi effetti negli stati meditativi, nella mindfulness e negli stati della mente vicini al benessere profondo. L’attenzione allenata e consapevole ci rende protagonisti dei nostri processi mentali e ci sostiene nei processi del cambiamento positivo.

 

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Amore e Riabilitazione sentimentale

Così quando l’amore una con l’altra due anime interanima
quell’unica anima più compiuta che ne sgorga
vince sulle mancanti solitudini.
Donne (pastore protestante)
Poesie amorose, poesie teologiche

N a u f r a g i o  d ‘ A m o r e ??

Se  nel  vostro rapporto d’amore i disagi e le difficoltà   hanno già superato le gioie e le promesse iniziali, i dispiaceri sentimentali in cui ci troviamo nostro malgrado a navigare possono farci sentire alla deriva, perduto il salvagente, in un oceano sconosciuto, in cui il dolore delle emozioni rischia di catturarci del tutto.

Ognuno ha sperimentato sulla propria pelle di cosa stiamo parlando. Forse da giovanissimi, forse il primo amore a scuola, forse un’illusione crollata da molto o da poco tempo nella vita sentimentale di ognuno si è presentata, lasciando tracce emotivamente pesantissime.

Il soffrir d’amore

è stato cantato da poeti e letterati di ogni tempo e di ogni luogo, tanto è universale il sentimento doloroso che porta con sé. L’amore, così irrinunciabile nell’esperienza umana, può trasformarsi in boomerang che ci colpisce – qualche volta a tradimento! – senza avvisaglie o con segnali deboli che non raccogliamo, per tanti motivi. Ma il boomerang ci tramortisce con tutta l’energia che avevamo investito nella nostra esperienza d’amore e di fronte al crollo della frattura ci investe, incurante dei nostri tentativi di ripararci. Anche se ci è stato dato in sorte di soffrire in più di un’occasione nella vita d’amore, la qualità della sofferenza è sempre la stessa, l’esperienza di perdita e di solitudine.

Ma in tanta similitudine di situazioni,

le storie personali di ogni persona, portano la loro speciale scintilla di sogni, di progetti, di stralci di vita che si infrangono come onde contro gli scogli. E diventa allora importante e rasserenante al cuore poter trovare un contesto di condivisione in cui narrare di sé e sentire anche le esperienze di altri e di altre; succede che mentre la propria pena personale è ancora lacerante e grida di essere ascoltata invece incontri un contesto , tra parenti e amici che vivono altro e non sono presenti quanto vorremmo.
Oltre a condividere è importante e benefico trovare dentro di sé risorse nuove per approdare su nuovi lidi, da soli o in compagnia, per capire meglio cosa è stato di noi e del nostro cuore.
Su queste riflessioni abbiamo concepito l’occasione di incontro che vi proponiamo: dieci incontri dedicati all’amore e a tutti noi che abbiamo amato e sappiamo comprendere. Per approfondire, in gruppo cosa l’esperienza dell’amore ferito stia combinando dentro di noi, quali segni stia lasciando, e soprattutto come possiamo intervenire, ognuno, per trasformare il nostro dramma in un’occasione speciale di rinnovamento e di sviluppo personale.

 

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