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Metaverso

Metaverso è una parola del terzo millennio ed indico uno spazio multimediale interconnesso.

Metaverso cosa significa?

significa entrare in una realtà virtuale prodotta da dispositivi di ultima generazione che consentono all’utente esperienze immersive, grazie a visori e sensori e guanti.

Nuove frontiere che hanno radici nei videogiochi, nella computer graphics ma approda anche nel mondo dei social media e degli spazi virtuali: realtà aumentata e realtà virtuale.

Ancora è presto, siamo all’alba di un nuovo tempo che sfrutta tecnologie digitali per esistere, tecnologia blockchain, un sistema tecnicamente molto avnzato che archivia i dati in modo crittografato.

Per chi progetta, programma e costruisce queste realtà probabilmente è un gran divertimento, muoversi in un mondo non regolato dalla fisica terrestre, importndo oggetti dal mondo che conosciamo o creandoli da zero.

Umanesimo Digitale

I fautori di queste frontiere tecnologiche parlano di un nuovo Umanesimo digitale,

Sembra che il fascino di parole consuete rivisitate in salsa techno sia il trampolino di lancio perchè il Metaverso approdi presso il vaso pubblico, ignaro dei meccanismi tecnici ma affascinato dal risultato sorprendente, come sempre accade in psicologia

che ne pensa la psicologia? forse è presto per abbozzare idee precise, sembra più una fase di osservazione consapevole per comprendere meglio.

Osservare cosa viene prodotto, a chi viene offerta questa nuova forma di realtà virtuale, quanto possa essere pervasiva nella vita comune, è già un primo punto.

Probabilmente sarà bene cercare di tenere viva la consapevolezza di quali mezzi utilzziamo e per quale scopo.

Senza dimenticare che il Metaverso ci distrae dalla realtà a cui siamo abituati (e questo non è un male) se resta un gioco.

Se crea mondi illusori paralleli che su menti giovanissime potrebbero alterare la fisiologica costruzione di basi di realtà condivise, da cui guardare il mondo, sarà bene osservare meglio.

A che serve il Metaverso? a quali bisogni risponde? Quali bisogni vuole creare?

E’ forse presto per rispondere ma non per ricordarci di guardare fuori dalla nostra finestra, la realtà fisica, sociale, politica, economica, interpersonale in cui viviamo.

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Ricamo nepalese

Ricamo nepalese come arte in punta di dita offre segreti sempre nuovi.

A proposito di manufatti con fili e tele tessuti con arte, esiste in Nepal una antica tradizione che un autore importante ripropone per il messaggio che racchiude.

I panorami culturali del Nepal raccontano antiche storie fatte di un popolo forte e temprato che ha attraversato sentieri himalayani nella diaspora che attraversa la storia di nomadismo di queste donne e questi uomini coraggiosi.

qual è il ricamo nepalese?

Alla biennale di Venezia per l’arte contemporanea del 2022 un artista del Nepal ha provato a raccontare questa storia con filo e tela, dando vita ad un tessuto dove gomitoli a terra, congiungono i fili provenienti da varie direzioni e di vari colori.

Si dàa vita così ad una installazione creativa con un lavoro a telaio.

Il risultato è un pannello di colori modulati che sembra un’opera in divenire, espressiva del comporre una moltitudne, come i fili e i gomitoli, in un inseme unitario e organico, di grande effetto.

quale artista?

ll nome dell’artista nepalese dell’arte dei fili è Sheelasha Rajbhandari, nome autorevole ospite in mostre internazionali, perchè il suo lavoro è un messaggio di ace e di collaborazione, di bellezza, di arte e di resilienza. Attraverso simboli antichi ci racconta storie, nel tempo in cui il concetto di “storie” viene travisato come quattro foto infinitamente postte sui social network dalle generazioni del futuro, profondamente confuse sui significati culturali del mondo in cui vivono….

Nel ricamo sempre troviamo storie fatte di pazienza e dedizione, di bellezza e di impegno e di talento. Non so per quale motivo tra le giovani generazioni sia così scarsamente di moda, liquidato come antica ferraglia dei nonni e bisnonni. Peccato, quanta occasione di crescita sciupata… senza ascoltare la calma, la tranquilità, la capacità, la determinazione che crescono dentro di sè..

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NATALE

Natale segna il passo dell’anno che scorre, ogni anno ci offre i suoi simboli ricchi e carichi di fascino, simboli per piccini e per grandi.

festa religiosa

indubbiamente le liturgie celebrano Natale come una nascita importante, si officiano riti di nascita e simboli che rimandano alla luce del Nuovo Inizio e cosa più di una nascita evoca il Nuovo?

L’origine si data intorno al IV secolo mentre nei periodi antecedenti quello che si festeggiava era il Sole Invicto, con il solstizio; molta influenza sulle date si deve al Calendario che nei secoli è stato riveduto e corretto. E in epoca romana i Cristiani vollero sovrapporre alla festa pagana del Sole la nascita dellaSole più vero, la Luce del Cristo

festa simbolica a Natale

dal nascere del nuovo e le solenni celebrazioni religiose si sfuma nel valore simbolico di questo richiamo annuale e tutti gli oggetti e i colori di questo periodo natalizio offrono i loro significati nascosti a chi ha voglia di comprensone più profonde.

Quali simboli per Natale

Certamente candele con la piccola fiammella che è il fuoco della vita senza fine e emblema di Luce, nelle varie accezioni; ne troviamo nelle chiese, i luoghi rituali per eccellenza, nelle case, sulle tavole, come dono scambiato di buon augurio, o le disegnamo sui bigliettini di augurio pechè anche solo vederne il disegno, una traccia appena, ha effetto sulla mente che ricerca luce nuova.

Quindi presepi, piccole installazioni che rimandano al tema della natività e della famiglia, fissato in uno spazio-tempo irreale che non ha fine, per celebrare la forza di quanto non è vittima di usi e mode più effimere. Nel presepe si avvia la cultura del Dono, un gesto anche questo da piccolissimo a grande che vuol testimoniare sentimento, affetto, apprezzamento e generosità verso l’altro.

L’Albero, grandioso simbolo della Vita e dell’essere Umano, che si radica alle condizioni terrene e aspira verso l’altro e cresce poco alla volta, resiste e cresce, simbolo di resilienza per eccellenza.

Si addobba a Natale di angeli, luce, dolcetti, pacchetti e decori di ogni genere per renderlo più forte, più festoso, più bello affinchè abbia una parola, senza parlare, per ogni sguardo che si soffermi su di lui…

https://ftstudium.it/wp-admin/post.php?post=2643&action=edit

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VOTARE

Votare è un diritto democratico di cui non ci rendiamo conto tutti con forza:

anni di lotte femminili per ottenerlo, in tutti i paesi del mondo, sbeffeggiate, derise, oltraggiate, frenate.

Dal periodo rivoluzionario in Francia ogni Paese Europeo ha dato vita al movimento dei diritti femminili.

Fu la Nuova Zelanda, per prima, a concedere il diritto di voto alle donne nel 1893.

I Paesi del Nord Europa seguirono agli inizi del ‘900

In Italia solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale nelle votazioni del 1946 le donne furono ammesse.

Queste differenti tempistiche legislative e quindi culturali e di forte significato sociale rispecchiano anche il livello di evoluzione del pensiero nei diversi paesi della società umana.

In Italia siamo chiamati tutti a dire la nostra sul futuro del nostro BelPaese, tra seduzioni rivolte ai più giovani – ampio bacino di utenza “nuova”:

Tutti i maggiorenni per la prima volta al seggio

E la Politica con la sua bella coda di paglia teme la disaffezione al voto, un attento ascolto agli interventi pubblici dei candidati lo racconta.

E noi votanti?

Le donne votanti?

eserciteranno tutte in massa questo importante diritto conquistato a fatica?

Speriamo molte sì, moltissime, perchè è un esercizio di libertà e di democrazia di cui non dovremmo privarci.

Ma per chi non si recherà alle urne potremmo non levare gli scudi, potremmo provare a comprendere perchè:

Dare il voto è una delega importante, è fiducia di consegnare il proprio futuro prossimo a qualcuno che ne sarà responsabile con le scelte politiche e le politiche internazionali.

A qualcuno capace di dimenticare il proprio tornaconto personale, qualcuno che pone al centro dei propri valori il senso di giustizia e di umanità, qualcuno che comprende la sofferenza di molti strati di popolazione, e gli orizzonti bui degli ultimi:

anche di chi non voterà – penso agli homeless – e tanti altri che non rappresentano voti da guadagnare in questa corsa ai voti, corsa ad arrivare primi, sconfiggendo i rivali.

Strati di persone dimenticate perchè la competizione selvaggia per il proprio posto di lavoro guida le scelte, travestita abilmente da interesse per il popolo.

Ma andiamo a votare, si vota, è un nostro diritto.

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ELEZIONI

Elezioni in vista per il nostro Paese, si va tutti votare.

La psicologia può portarci un contributo utile a capire le prossime elezioni?

La campagna elettorale presta il fianco alle critiche delle coalizioni avverse ma anche lo studio del comportamento umano di cui la psicologia è maestra non è indulgente.

VEDIAMO CHE SUCCEDE

La politica è un tema affascinante, se comprendiamo la sua mission: essere alla guida di un popolo, portare le persone a un livello di benessere collettivo sostenibile, avviare cambiamenti importanti per tutelare il Pianeta Terra..

Elezioni perchè?

Se votiamo secondo la nostra coscienza, in un paese democratico abbiamo l’onore e l’onere di poter dire la nostra opinione, votando chi ci convince di più con le sue proposte di cambiamento, perchè la politica è cambiamento.

Le elezioni prossime ci metteranno in grado di creare una classe dirigente per il Paese che faccia la differenza, ci renda competitivi rialzando il Pil che tenga conto anche della felicità delle persone, come nel fmosissimo discorso di Robert Kennedy.

La parte che dopo tanti anni ancora ci risveglia le coscienze è talmente bella che val la pena rileggerla.

Perchè parla di governare e non solo di soldi, dice di giustizia,equità, compassione.

Un vecchio insegnmento a cui essere ancora grati e da tenere a mente ascoltando le promesse che gli aspiranti politici al potere ci elargiscono.

Senza dimenticare che per i politici è in gioco il posto di lavoro e sarà per noi un rebus trovare qualcuno che pensi realmente alle persone, a come farle stare meglio.

Alle tantissime persone che versano in difficoltà serie, agli adolescenti così folli e violenti dentro famiglie e scuola che non riescono sempre ad arginarli-

A relazioni internazionali segnate da mostruosità che vorremmo poter fermare, a famiglie dove la violenza diventa di casa anche perchè la stabilità e la sicurezza economica sono assenti.

E’ complesso governare, anche se molti non se ne sono ancora accorti e pensano a nuovi slogan per fare voti. occorre fiducia nella persona candidata, credere alla sua buona fede e alla sua competenza, alla sua integrità e alle sue idee.

ecco il link di Bob Kennedy, leggetelo, vi farà bene…

https://www.perlaretorica.it/wp-content/uploads/2013/04/Bob-Kennedy-discorso-Pil.pdf

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Jung

Parlare di Carl Gustav Jung oggi, periodo in cui si parla sempre di dati, numeri, tecnologia.

Di virus e di politica, di elezioni presidenziali che sottolineano la politica sordida, di Stati che ancora pensano a fare guerra.

Jung cosa scriverebbe dunque oggi, su questi temi attuali?

Secondo me osserverebbe che molto si evidenzia il Male, l’Oscuro, la Negatività che sempre ha abitato il mondo e la psiche, individuale e collettiva.

Oggi però tutto questo balza alla ribalta più che mai, diviene in primo piano, è il fil rouge di tanti eventi apparentemente lontani tra loro.

Oggi il Male è nei nostri pensieri più che mai, male di salute, con i virus da cui difenderci, Male economico con le crisi finanaziarie mondiali, Male relazionale con gli episodi di violenza, morte, sopraffazione, divisione che quotidianamente affliggono il mondo.

Jung forse potrebbe confortarci ricordandoci di cercare equilibrio tra gli opposti e tra le energie umane che operano per il Benessere ma possono farlo per il Malessere. Ci esorterebbe a guardarci dal pericolo psichico perchè “l’uomo è il più grande pericolo per l’uomo”come scrive nel 1944.

Il tempo della pandemia ha indotto tante riflessioni, privazioni, cambiamenti, mentre alcuni sono diventati ricchissimi, come aziende farmaceutiche o chi si occupa di spedizioni per l’e-commerce.

Ci si trova disorientati e faticoso sempre più tenere dritta la barra del timone, tra contraddizioni e fluidità fuori controllo tra persone e relazioni.

Tanta informazione, diritto civico faticosamente conquistato nei secoli, oggi ci rende bulimici di sapere:

notizie brevi e immediate di dubbia fonte e veridicità che sembrano offrire sicurezza mentre ci rendono sottilmente sempre più insicuri.

Gli attachi di panico sono in aumento e questo ci dovrebbe far riflettere.

Si alimentano paranoie e sfiducia nel prossimo mentre conquista fiducia lo stra-potere del web.

Come ci è riuscito?

Trattandoci come bambini, parlando al Puer in noi mentre ci offriva, negli ultimi anni, tutto e subito, senza pagare il becco di un quattrino.

O meglio qualcosa si paga ma l’obolo per essere iperconnessi alla rete 24 ore per 7 giorni viene percepito come un costo bassissimo o nullo in relazione al supposto beneficio che offre:

Quale è il beneficio ?

nutre senza alcun dubbio una sana sete di conoscere che appartiene all’umano ma sacrifica la profondità dell’informazione sull’altare della superficiale velocità e accumulo, strizzando l’occhio a vizi e virtù, dei più vari entrambi, che vengono alimentati.

La Scharoff ci mise già in guardia col suo studio sociologico in cui ci avvisa: se è gratis il prodotto sei tu…

Che tristezza da adulti pagare monete di cui non si conosce il valore, credendo sia gratis anche per l’anima, come bambini in un supermercato…

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vacanze finalmente

vacanze? sul serio?

quasi non ci crediamo più e sentiamo mescolarsi la voglia di partire e il bisogno che poi, a casa, tutto si sistemi.

Perchè la pandemia e il lockdown hanno lasciato tracce ormai innegabili su ogni persona di questo pianeta ferito.

Vacanze allora come un balsamo benefico., benvenute!

E’ importante porre molta attenzione sulla nostra meta perchè siamo ancora in un tempo molto delicato, per la salute e per le finanze.

Una volta si parlava di vacanze-studio, viaggio-lavoro, oggi è imperativo pensare vacanza-rigenerazione.

Cosa vogliamo rigenerare?

La nostra vita intera ha bisogno di rigenerarsi, sia la vita di relazione che la vita individuale e più intimista.

Abbiamo bisogno di svaghi leggeri, di gioco e leggerezza per queste prossime vacanze e mi riferisco soprattutto a un aspetto mentale.

una preziosa attitudine a lasciar andare i pesi, a scegliere la semplicità essenziale.

La sensazione di divertimento ne conseguirà da sola se siamo disposti a lasciare i pesi ai blocchi di partenza per entrare in un tempo fatto di sguardo lieve e non giudicante.

Uno sguardo indulgente e disposto a stupirsi anche con poco.

Sarà meraviglioso ritrovare la facilità che si aveva da bambini a divertirsi con poco. Insomma portiamo in vacanza con noi il nostro Puer che da oltre un anno ha vissuto tra paure e restrizioni, isolamento e ripetitività.

La monotonia è nemica del divertimento e allora la vacanza ci indicherà le scelte per sentirci in sintonia con i luoghi che ci accolgono.

Ognuno secondo il proprio gusto e la propria inclinazione ma tutti insieme scegliamo vacanze rasserenanti e anche se partiamo da soli potremo contare su una moltitudine, anche se sconosciuta, che si appresta,proprio come noi, a cercare la strada per rigenerarsi.

E ci sentiremo non soli ma parte di un Tutto accogliente.

Torneremo così, nella migliore delle ipotesi, più decisi e determinati verso le solite cose che ci attendono a casa per non lasciarcene più sopraffare. Mai più.

Una vacanza può essere molto preziosa se fatta con questa consapevolezza, che ci può insegnare un metodo, un nuovo metodo per affrontare poi i nostri umani compiti con semplicità.

Meglio diremmo “in” semplicità.

Bandire le complicazioni inutili dalle nostre vite, questo può essere un dono che la vacanza ci lascerà.

Arriviamo stremati a queste vacanze e anche per chi resta nella sua casa è doveroso “sentirsi” dentro un tempo di meritato riposo e di stacco dalle incombenze,

Un anno sabbatico è proibitivo per la stragrande maggioranza di noi ma un piccolo “tempo sabbatico”, piccolo quanto possiamo concederci, è importante, è doveroso, è salutare, è meraviglioso!

Buone vacanze a tutti !

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Poesia -IL PRIMO GIORNO DELL’ANNO

Lo distinguiamo dagli altri come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli…
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,

lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.

Con questi versi di Pablo Neruda apriamo il 2021 !

Sono pieni di auguri, profondi e intensi, meditati e riflessi, nascosti tra le immagini che sanno di festa.

Bellissima Poesia che disegna per chi legge una scena, una dolcezza, una lirica. Così, in semplicità, ci prende per mano e ci stacca dalla quotidianità delle notizie televisive, dalle paure e dalla Pandemia…

Una Poesia sa fare tutto questo? quasi un miracolo per noi, da chi ha cuore di poeta, da chi sa scegliere parole con arte e simboli, con fantasia e metafora. Da chi attinge alla sua fonte profonda di creatività tra simboli, immagini soprattutto. La poesia arriva dritta dritta dall’inconscio dell’autore.

Poesia è balsamo in tempi difficili, è una carezza come un vento benefico in un giorno troppo caldo.

Poco coltivata o si potrebbe coltivare con maggior passione e simpatia, si potrebbe ricorrervi con fiducia, con tranquillità e troveremmo così insperati tesori.

Tra vecchi scaffali, tra pagine polverose qualcuno avrà scritto per noi in anni lontani o appena ieri i suoi voli della mente.

Sono per noi, non mandiamoli sprecati… Buona lettura e Buon Anno a tutti!

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Recovery fund

Recovery fund è la star di questi mesi, è nelle orecchie di tutti ma cosa è?

In buona sostanza si può stringare il concetto nel dire che si tratta di soldi.

Più corretto è dire che si tratta di uno strumento finanziario che la Commissione Europea ha individuato per sostenere le economie degli Stati membri in sofferenza finanziaria per la pandemia mondiale.

Ci ricordiamo dell’Europa, quando parliamo di Recovery fund ma il nostro spirito europeo come sta?

Sonnecchia nell’animo dei più che lo invocano quando si vogliono soldi in primis, anche detti aiuti, sostegni, ristori. Sacrosanta necesità, chi lo potrebbe negare?

E’ la solita idea che la psicoanalisi individua come il Complesso della Grande Madre, ove si chiede a oltranza nutrimento, diritto assoluto possibilmente senza doveri corrispondenti,

O minimi doveri per un diritto senza fine.

Come verso la Madre.

Torno all’Europa e agli Europei, una parola storica che fatica ad entrare nel pensiero identitario di ognuno di noi che viviamo negli Stati del Vecchio Continente.

L’Europa si è costruita nei millenni tra guerre e poteri come ogni libro di storia ci racconta.

Europei oggi significa appartenenza a un insieme grande di cittadini di diverse origini, linguaggi, aree geografiche.

L’identità del proprio paese è più facile e forse è più forte, dopo secoli di battaglie per costituire gli Stati, rispetto all’identità europea.

In America si sentono tutti americani ancor prima che del Texas o dell’Ohio ma qui sentirsi europei è un atto del pensiero prima che un’identità data.

Interessante chiedersi da dove arrivano gli europei, come se lo chiede un libro recente che si occupa di archeogenetica.

Il libro è “Storia dell’Umanità” di J.Krause e T.Trappe.

Sembriamo dimenticarci di essere europeri ricordando invece di essere italiani, curiosa lettura dell’insieme Europa che contiene il sotto insieme Italia.

Ne parleremo più approfonditamente, ora arrivano le Feste natalizie, coi canti rituali sottotono e abbiamo in mente, tra le tante cose, il Recovery Fund.

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LIBRERIA

Da oggi è in libreria il nuovo impegno letterario di un autore attento, scrupoloso e serio nel segnalarci impervie vie su cui camminiamo, a volte fin troppo ignari.

Il nuovo titolo in libreria che segnalo è STRONCATURE – Perrone editore, collana l’Erudita.

Su 184 pagine l’autore Daniele Poto fa il punto sulle tante contraddizioni politicamente corrette e non, da cui siamo accerchiati.

Daniele Poto è giornalista, scrive di saggi e letteratura, per cui il taglio che ha dato a questo libro è snello e fluido, di lettura piacevole e intelligente.

La pandemia ha segnato l’impennata di un’epoca che se ne andava alle proprie derive con le consuete bugie, travestimenti, imbrogli di ogni tipo.

Tutti ne siamo consapevoli.

Ora siamo anche testimoni di quanto il fenomeno che ha coinvolto salute mondiale, economie, relazioni interpersonali, sicurezza, cultura e istruzione (dimentico qualcosa?) non abbia avuto almeno un effetto collaterale sperato.

In tanto caos sociale, sanitario, psicologico (non si contano gli aggravamenti psicologici soprattutto delle frange deboli dela popolazione) che fare?

Si poteva magari produrre qualche preziosa occasione di riflessione.

E c’è anche stata, da parte di molte ottime menti che cercano il meglio da ciò che accade.

E’ talmente grave, e inedito per questa generazione, ciò che sta accadendo nel mondo che sarebbe stata auspicabile una presa di consapevolezza più diffusa.

Una possibilità di virare verso condotte utili e fertili, ci ricordiamo ancora il tema della decrescita felice?

Altri tempi.

Il libro di Daniele Poto attraversa i punti di sostegno della socetà civile di oggi, i sindacati, le aree politiche, gli usi e costumi che imperversano e molto altro.

Una recensione di STRONCATURE recita: Con una meditazione amara e autocritica: “I buoni siamo noi, i cattivi sono sempre gli altri”.

E questo non può non rimandare al grande tema psicologico collettivo del nostro tempo, il narcisismo, a lungo e da molti accademici studiato per le sue complesse sfumature.

Una sfumatura trasversale a tutte le letture del narcisismo è proprio quella di dare sempre ragione a se stessi, nel giusto perfetto, e di conseguenza precipitare gli interlcutori nell’errore e nel male.

Si tratta di una struttura psicologica e la società ne è pervasa, come molti studi rilevano, sarà bene cercare di limitarne i danni.

Consiglio la lettura di questo libro, per capire di più cosa ci accade.

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