Ogni volta che dobbiamo compiere una prestazione il nostro corpo reagisce all’attività della mente.

Cosa fa la mente? registra immediatamente il fatto che siamo chiamati a compiere qualcosa e saremo giudicati. Non solo la nostra prestazione ma tutta la nostra persona!

SBAGLIATO!

Può essere una gara come esempio tipico ma per la nostra mente è una prestazione anche il voler parlare con il propio figlio di qualcosa che riteniamo importante.

Sbaglierò? Riuscirò a farmi capire? Otterrò l’effetto desiderato?

O nei casi più “forti”: mi giudicheranno negativamente?

Da qui  seguono previsioni catastrofiche di risultato negativo: non mi chiameranno più, perderò il posto, mio figlio perderà fiducia in me, non sono un buon padre, un buon atleta, un buon collega, un buon amico e via discorrendo.

Cosa c’è di reale in questa fuga di pensieri?

  1. sto per fare qualcosa che mi impegna e considero importante

  2. sarà giudicata la mia prestazione

E niente altro è reale, è tutta una proeiezione personale che innesca meccanismi nella mente che si impaurusce e nel corpo fisico che in automatico partecipa con reazoni fisiologiche normali di allarme.

Quello che sfugge è il punto 2. e cioè: non io stesso e il mio valore sarà giudicato ma è solo la mia prestazione, quella di quel momento che verrà valutata.

Del resto è molto in auge in questi anni che è orribile l’atto del giudicare: Non devi giudicare! Tu stai giudicando! 

Sfugge di nuovo una cosa fondamentale e cioè che l’azione del giudizio è connaturata alla natura umana per districarsi nel mondo, per orientare il proprio comportamento ed è prevista dal sistema cognitivo di ogni essere pensante.

Magari può essere un bene sforzarsi di non incollare giudizi di valore sulle persone “giudicandole” in toto  come sbagliate, sciocche, o peggio ancora.

Il riconoscere però che una azione è sciocca o sbagliata è un’azione sana di mente.

Molto utile, ricordando sempre di non applicare le nostre personali categorie di bene e di male alla totalità sell’altro.

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