La Felicità è una cosa vecchia, non nuova, vero?
Ne parlano Filosofi dell’antica Grecia e qualche pittura rupestre più arcaica mostra pittogrammi sulle rocce forse per raccontare Felicità.
C’è qualcosa di nuovo nella felicità ?
Mi viene alla mente intanto uno stralcio che tutti ricordiamo a memoria dai tempi di scuola che dice
C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d’antico: io vivo altrove, e sento
che sono intorno nate le viole.
ed è l’incipit de L’aquilone di Giovanni Pascoli (1855-1912)
Questo ci aiuta a pensare che la Felicità è antica e nuova allo stesso tempo, un modo per dire che è eterna, non ha età, non muore.
Tuttavia ogni epoca trova i propri modi specifici per raccontare la propria gioia e se rileggete l’altra “antica” poesia, questa volta Guido Gozzano, che disegna una forma di esuberanza felice vedrete quanto oggi fa sorridere.
E’ la poesia che ha per titolo “L’ amica di nonna Speranza” versi così lievi e delicati nell’ironia di tratteggiare un tempo che fu ma raccoglieva forme desuete di intensa gioia di fanciulle, la nonna diciottenne dell’autore e la sua amica del cuore.
E così sentirci felici non è così difficile, per ricordi antichi, progetti futuri, speranze gloriose, desideri che si realizzano.
la Gioia vive dentro la nostra mente.
Il regista Woody Allen, alla domanda: ” sei mai stato felice?” rispondeva serafico: “Mai più di sei ore di fila”.
Ci fa sorridere ma ci riporta a quanto la ricerca sulla felicità conferma: una volta raggiunta, si crea in noi una specie di assuefazione e non ci più ci allieta più come prima, se possiamo dire così.
Tra i vari posti dove ama nascondersi la Gioia viene a trovarci dentro il mio corso di COSTRUZIONE DELLA FELICITA’, tra le parole, gli entusiasmi, le frasi, i racconti di ogni partecipante.
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