PSICOLOGIA, FELICITA' E HOME THERAPY
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R O M A

Roma è conosciuta nel mondo per mille motivi storici, culturali, politici, sociali ecc. ecc.

Spesso è associata al nome di “Trastevere” – quest’area a cavallo del fiume che attraversa la città, conosciuta forse come la più caratteristica di Roma.

Nessuna eco di fasti e ricchezze barocche come a Roma è tipico, Trastevere è un quartiere popolare, vero cuore della città.

I romani ci vanno volentieri per una passeggiata dal sapore verace, per scoprire il dedalo di vicoli, le osterie che cercano di essere come una volta, i banchi di venditori artigiani di sapore etno-hippy.

Un quartiere di nostalgie del tempo che fu, per i cuori romantici, che fa dimenticare tante dissonanze che affliggono molte grandi città tentacolari e Roma tra queste.

Un passo dopo l’altro, la mente va a ricordi di altri anni e si addolcisce, sembra quasi un luogo sospeso che ci offre tregua da traffico e smog.

C’è un aspetto particolare e unico di Trastevere con echi di spiritualità, un po’ di folklore, un po’ di miracoli, un po’ di arte che psicologicamente sfiora il sentire di anime accorte e curiose.

Dove trovare le Madonnelle

Sono note come Madonnelle , visibili nella loro varietà agli angoli delle case, edicole votive dalle fogge più originali.

Sono conosciute con questo nome perché prevalentemente raffigurano la Madonna e in minor parte altre figure sacre;

oltre 1500 nella città e Trastevere ne è particolarmente ricco, forse proprio per il carattere popolare dell’abitudine di chiedere protezione dagli affanni a figure divine come la Grande Madre che tutto protegge.

Figure a cui si attribuiva una grande forza e potere miracoloso di cui nella Roma del 1600 fino al 1700 si sentiva molto bisogno e così ogni angolo aveva la sua madonnella fino a contarne 2.739 ! 

Spesso si vedono pezzi architettonicamente molto interessanti, in marmo con cornici a ghirlanda, decorazioni di foglie d’acanto, putti barocchi. Racchiudono tele dipinte ad olio datate 1700 circa, anche riproduzioni come la Madonna del Buon Consiglio a piazza Trilussa.

Spesso una lanterna in segno di devozione dei fedeli restava accesa giorno e notte, quando l’oscurità dei tempi in cui le vie non erano illuminate favoriva misfatti: si poteva spaccare il lume con una sassata ma in quel tempo contro immagini sacre questo sacrilegio era raramente compiuto.

Piccoli tesori, a cui le pie donne affidavano tremiti e affanni, fiduciose della protezione sulla via e sulle case, in un tempo in cui aggirarsi per le vie di una Roma papalina di intrighi poteva essere molto pericoloso.

Si respira, per chi è allenato a percepire i residui sottili di antiche atmosfere, un’aria di preghiere che chiedevano aiuto o ringraziavano per la grazia ricevuta.

La mente non allenata a questo corre via frettolosa ma se vogliamo recuperare un ritmo umano arricchito di echi passati e spiritualità, semplicità quasi infantile, alzare lo sguardo alle Madonnelle di Trastevere ci offre ancora oggi qualcosa:

allo studioso della psiche accenna ad un archetipo di Grande Madre positiva, una possibilità di connettersi alla propria sfera più profonda che non giudica, esiste da sempre e da sempre vigila silenziosa sulle umane faccende.

ROMA: Cosa dice la mitologia

Nella mitologia alla dea Ecate si attribuiva il potere, femminile, di vegliare benevola sulle strade, gli incroci, i passaggi, come momenti di transizioni e per questo più instabili.

Anche altre figure mitologiche tra cui Giano Bifronte che protegge passaggi e porte, l’entrata e l’uscita.

A ricordarci le umane paure anche celate da umana baldanza e la necessità di proteggere se stessi, da se stessi.

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Repubblica in festa

Oggi è il 2 giugno, in Italia si festeggia la Repubblica, conquista politica dal 1946 con referendum istituzionale.

Per settantadue compleanni la Repubblica è stata commemorata con qualche anno più intensità che in altri anni.

Questa attuale festa della repubblica odierna sembra più sentita di altre volte, nel senso che anche persone apparentemente lontane dalla vita politica e istituzionale hanno portato il proprio pensiero su questi fatti.

Hanno acceso la televisione per vedere la sfilata militare, per partecipare in qualche modo a queste commemorazioni.

Chi ha potuto si è recato in via dei Fori Imperiali a Roma per assistere dal vivo alla parata e vedere le personalità politiche nella loro veste ufficiale.

In cielo hanno rombato le frecce tricolori salutate dal naso all’insù di molti piccini e più adulti.

Perché quest’anno ci siamo interessati  più che gli altri anni?

Perché gli ultimi eventi politici per la formazione del governo esecutivo hanno allarmato animi e menti di molti, intellettuali e persone comuni.

Repubblica deriva dal latino, Res Publica , cosa pubblica, cosa di tutti noi

Eppure mentre sembrano coinvolgerci anche più del necessario nelle loro beghe per il potere, in realtà la nuova casta si sta installando a dispetto di tante dichiarazioni di cambiamento.

La psicologia che dice?

La psicologia è il cambiamento nel senso che gli psicologi sanno e possono favorire cambiamenti nelle persone e nei gruppi e quindi nella collettività.

Chi non è psicologo sa determinare e gestire il cambiamento sano, proficuo, intelligente, virtuoso?

In quanto psicologa ho forti riserve, ben sapendo che il cambiamento incontra solide resistenze dall’interno per la persona perché la natura umana di adattamento cerca la stasi e tutte le attività sono guidate dalla ricerca più o meno consapevole di sciogliere tensione.

Vogliamo “acquietarci” di nuovo nell’omeostasi, cioè all’originario punto di equilibrio.

Il cambiamento è un “lavoro” per l’organismo psichico e mentale e solo in presenza di forte motivazione e di varie circostanze favorenti si instaurerà.

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IDENTITA’ tatuate

Sai cosa esprime il tuo tatuaggio?

è un’espressione della tua identità psicologica, riporta nei tratti grafici qualcosa che parla di te agli altri. Sul corpo disegni, identità espresse da simboli vistosi o appena visibili. Come Maori. La pelle scoperta mostra qualcosa di sè, raccontato simbolicamente da un simbolo; grafismi sulla pelle, tatuaggi, che in questo periodo estivo è più facile vedere su giovani e non, donne e uomini. Si stima per approssimazione che in Italia circa un milione siano le persone che ricorrono a questa forma di “Body art”.

Perché noi gente moderna e post moderna decidiamo ancora oggi di farci un tatuaggio? Quale è il significato psicologico di questa antichissima pratica, oggi che la nostra epoca tecnologico-scientifica sembra allontanarci da usanze del passato?

Sappiamo tutti che alcune popolazioni tribali sfoggiano  tatuaggi  cerimoniali o incisioni  sul corpo destinate a cheratinizzare il mesaggio simbolico sulla pelle, con scopi di iniziazione, oppure propiziatori, o di appartenenza a caste o gruppi sociali.

Da noi, sulle nostre spiagge fanno bella mostra di sè i disegni più svariati per motivi non così comprensibili e soprattutto non uguali per tutti: c’è chi ricorre al tatuaggio per abbellire, oppure esprimere la propria appartenenza a un gruppo, o comunicare una propria emozione simbolizzata, se pensiamo a cuori trafitti o al nome della persona amata, sempre evergreen.

L’idea di disegnare sul corpo che diventa la nostra tela da pittore elettiva è antichissima: il tatuaggio era uno strumento per esorcizzare e superare simbolicamente la paura della morte, con il suo rituale, il dolore fisico e forse un residuo di questa funzione è ancora presente in alcuni, a livello inconscio.

Attualmente la funzione più ricorrente è quella di comunicazione, attraverso simboli e creatività artistica di qualcosa del mondo affettivo della persona che sceglie il tatuaggio; a volte cerca di esprimere l’idea di un legame che vuole essere eterno e indelebile, come il tatuaggio stesso; la negazione di una fine o di un distacco; una pretesa di eternità, legame con una persona o evento che la figura o parola scelta si propone di rappresentare.

Ho visto tatuato in grande, sul braccio di un ragazzo ventenne, un nome di uomo un po’ desueto, non un nome giovane… e infatti il ragazzo racconta che è il nome di battesimo del  nonno, che non c’è più, una perdita vissuta con gran dolore a cui si cerca una reazione forte che si allinei con la propria anima ferita.

Viene da pensare che non ci si senta in grado, sopraffatti da alcune esperienze intense che la vita riserva, nel bene come nel male, di affidarci alla nostra memoria emotiva come custode speciale degli affetti; che non si senta la confortante fiducia che alcune cose restano con noi, diremmo “scolpite”, altro che tatuate!

Però è presente anche una più semplice  funzione estetica, di abbellimento di sé, mentre la funzione di trasgressione, di infrangere un tabù sociale si dice ormai superata. Indubbio il legame tra il tatuaggio e l’identità di chi lo porta, che ne risulta quasi sottolineata e rafforzata, trovando un’espressione di sè stessa soddisfacente attraverso i simboli che sceglie; ed i simboli, come spiega Jung, sono “catalizzatori di energia psichica

Spesso il tatuaggio è vissuto come costruzione di una immagine di sé positiva e compare in tal caso in persone che non hanno completa chiarezza sulla propria identità emotiva profonda e attraverso il motivo impresso sulla pelle rispondono all’esigenza di rivelare qualcosa di sé e contemporaneamente “fissare” la traccia del sentimento sfuggente dell’ identità. 

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