PSICOLOGIA, FELICITA' E HOME THERAPY
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Felicità, o STARE MEGLIO

Carissimi lettori

come si fa a stare meglio?

quante volte ce lo siamo chiesto, nuotando o navigando in un mare di proposte, di suggestioni, di inviti…

Le risposte sembrano molte e tutte possibili, sempre seducente il web propone soluzioni spesso facili apparentemente a volte costose oppure gratuite.

Sembra così facile, è vero?

oppure l’esperienza di tutti ci dice che nel momento in cui siamo attanagliati dai morsi della sofferenza psicologica tutte le vie d’uscita sembrano sbarrate.

Ecco a voi 3 pillole da tenere a mente

1 – individuare quale cosa mi fa stare meglio di tutte le altre

2 – adesso la seconda cosa che riesce a farlo

3- per ultimo….ma andiamo con ordine

Le ricerche sulla felicità, cioè cosa la produce, cosa la mantiene, quanto dura questo stato paradisiaco ecc. si sono moltiplicate nel’ultimo decennio edonistico.

Cosa abbamo imparato sulla felicità?

Che la felicità è fatta di attimi, che dobbiamo imparare a cogliere e quindi ad apprezzare. Vi stupirà sapere che moltissime persone falliscono proprio in questo primo step, danno per scontate cose della propria vita che non lo sono affatto e di cui si potrebbe essere grati.

Già, la gratitudine… anche qui il frutto della ricerca questa volta neurofisiologica, ci conferma che riuscire a sentirsi riconoscenti per molte cose o forse, se ci pensate, per tutte le cose, attiva le stesse aree cerebrali che si attivano quando siamo felici.

I circuiti neurali convolti nell’esperienza della felicità secondo gli studiosi giapponesi riguardano il precuneo, nell’area dei lobi frontali.

Senza addentrarci qui nelle reti neurali ci basta ricordare che la gratitudine corrisponde all’essere consapevoli di quanto già abbiamo, prima di desiderare altro, e imparare ad assaporarlo a fondo. Poi potremo passare a desiderare altro, naturalmente, ma sempre con questa consapevolezza profonda.

Felicità ?

Come ormai sapete tutti, questa consapevolezza si conquista con la meditazione, sistematica e accurata.

E questo era la terza pillola, invece la prima risiede sicuramente nel corpo quindi occhio alla postura, al nutrimento, all’attività fisica, allo sport, sono tutti i nostri migliori alleati.

e la seconda pillola?

è più complessa, ne parliamo al prossimo appuntamento !

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psicologia dello sport

Psicologia dello Sport:

nasceva oltre cento anni fa, in Svizzera, a Losanna, ad un convegno internazionale nel 1913.

Organizzato da Pierre de Coubertin che, come tutti i romani ben sanno, ha dato il nome ad una strada che circonda il palazzetto dello Sport, la più antica e autorevole espressione di luogo per le competizioni sportive nella capitale.

  • Cosa si disse in questo convegno?

Gli aspetti psicologici e fisiologici nella pratica sportiva vennero messi in relazione scientifica per la prima volta. E questa fu una grande apertura mentale lungimirante per quegli anni.

 

  • E oggi ?

Il contributo psicologico alle discipline sportive oggi si attua in programmi e progetti per diffondere questa sana abitudine all’attività fisica in tutte le fasi del ciclo di vita.

 

  • Che succede quando pratichiamo attività fisica ?

Oltre ai ben noti benefici sul piano muscolo scheletrico, sulla funzionalità dei vari distretti corporei, sulla pressione arteriosa, il movimento condotto secondo continuativi piani di allenamento aumenta la produzione di endorfine, le nostre molecole del benessere psicologico.

 

La psicologia dello sport facilita accesso e mantenimento all’attività di movimento anche alle fasce più deboli della cittadinanza, bambini, anziani, e fasi particolari come la gravidanza, o la riabilitazione dopo infortuni. Anche per le disabilità di vario genere e grado il movimento del corpo è sempre indicato.

Le ricerche in ambito delle neuroscienze confermano e continuano a studiare gli effetti benefici del movimento nel trattamento post traumatico di eventi accidentali e di deterioramento o degenerazione del sistema neurologico.

  • Quale ruolo per la psicologia dello Sport?

Preparazione psicologica degli atleti e delle squadre di alto livello rimane uno dei primi atti di intervento, con la costruzione di programmi specifici nel contesto agonistico dello Sport

  • E in ambito accademico?

Ad oggi si contano nel mondo oltre 4000 Cattedre universitarie per l’insegnamento di psicologia dello Sport, in crescita il numero delle riviste scientifiche internazionali.

Inoltre articoli di psicologia dello sport vengono regolarmente pubblicati in ambiti più ampi della psicologia, sociale, dello sviluppo, cognitiva e della  salute.

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SPORT E PSICOLOGIA

Sport è lealtà, sport è psicologia, è sfida,  è allenamento.

E’ autodisciplina, è motivazione. E’ duro lavoro, è impegno.

Caratteristica comune a tutti gli sport è l’alimentazione corretta, nutrirsi in modo sano, tenendo conto dello sforzo e dell’impegno muscolare richiesto.

Questo conduce di nuovo all’autodisciplina e alla motivazione, a volte alla rinuncia, per esempio al tempo, a qualche cibo desiderato, a qualche evento dove non possiamo andare perché siamo impegnati nella nostra attività sportiva.

Ci sono poi le relazioni tra gli sportivi, con lo staff, con la famiglia, negli sport di squadra nascono grandi relazioni interpersonali intense e amichevoli come grandi attriti e conflitti.

Si gioisce e si esulta insieme ma a volte si creano fratture insanabili, ci sentiamo delusi, traditi.

L’attività sportiva  allora mobilita risorse e attività psicologiche, accanto a quelle fisiche imprescindibili. 

Quando il corpo è da allenare senza SE e senza MA non crediamo che con la psiche sia diverso, occorre allenarsi con costanza anche lì, senza eccezioni di età, di genere di sport, di averne voglia oppure no.

Fatica raddoppiata allora?

Niente affatto, perché la mente AIUTA il corpo, lo sostiene e lo sorregge addirittura. E’ enorme il potere e la potenzialità dell’attività mentale sui risultati delle performance sportive, come ben sa la  psicologia dello sport.

L’allenamento fisico va di pari passo con l’allenamento mentale e ormai si moltiplicano gli studi e le ricerche accademiche per dimostrare scientificamente di quanto migliora e aumenta in termini percentuali l’abilità sportiva, la resistenza, il miglioramento globale della prestazione negli atleti che si affidano anche allo psicologo che si occupa delle attività sportive.

Cosa fa lo psicologo dello Sport per gli sportivi?

Ti insegna a rilassarti con metodo e con piacere, per gestire gli stati d’animo, le paure, le forme d’ansia che la normale tensione prima di una gara importante può assumere. Così non vivrai più ogni gara come un incubo  coi nervi a fior di pelle  ma come una piacevole e intensa sfida con te stesso verso la vittoria.

Psicologia è per sentirsi meglio e per eccellere, anche nel mondo sportivo.

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