PSICOLOGIA, FELICITA' E HOME THERAPY
Per informazioni e appuntamenti+39 06 78 22 934 | +39 339 670 56 59

Sensibilidade do Coraçào

Per gentile concessione di un’amica di lingua portoghese:

Amor é a luz do vosso coraçao que permite a vossa vida de brilhar.

Amor é a beleza divina do Universo perchéé perdoar tudo inoltre é ser capz de esperar

Amor é abrir totalmente o vosso “cuore” e abranger toda a gente.

Amor  é total libertaçao interna perchéé estar sinceramente agradecido pela vida.

Amor pode ser sentido através da sensibilidade do “corazon”.

Amor deve ser nutrido a cada dia, pois ele cresce sem fin, é o proprio sentido de vida.

Na libertade do vosso coracao, de forma abierta e simples, podem experimentar esta meditacao: fechem os vosso ochos, foquem-se na sensibilidade de vosso coracao e sintam a energia do amor a fluir na vossa alma. Depois tragam uma memòria de alguma frase que vos foi dita no passado pelos vossos pais, familiares, professores ou amigos. Processem essa frase através de vosso coraçao e da forma mais sincera, pensem a quao ela està em sintonia com a liberdade mais profunda e feliz de vossa alma. Escutem a resposta profundamente dentro de vosso coraçao . Podem voltar a esta auto-examinaçao varias vezes, escolhendo uma frase nova em cada vez.

Desta forma podem dissolver conflitos interiores, problemas pessoais, e feridas do coraçao.

Una piccola semplice meditazione di facile comprensione in questo mese forte di spitirualità, parole delicate e semplicissime che hanno poter di entrare nella nostra interiorià. Che la nostra umana interiorità si nutra proprio di questi cibi?

Sicuramente la gentilezza che porta con se fraseggi delicati e parole amorevoli fa bene alla psiche, come si sta dimostrando da più parti con ricerche accademiche. Che la nostra mente abbia bisogno di gentilezza?

Ne guariscono malattie anche serie, abituando la mente e i pensieri a stare a proprio agio dentro la gentilezza.

Read More

Home therapy Green

Home Therapy Green è la nostra proposta verde per affontare il disagio che talvolta la propria casa sembra generare tra i suoi abitanti.

E’ colpa della casa? o delle persone?

Le pareti domestiche  racchiudono un mondo, il proprio mondo e le situazioni che incontriamo in questo appassionante lavoro tra psicologia e abitazioni sono le più disparate.

La casa racchiude storie. Le storie sono una narrazione di vissuti emotivi e pezzi della propria esistenza, fatte di sogni e di speranze. Anche di delusioni e di battaglie. Strenue.

Home therapy green ci viene in soccorso

Quando la casa smette di essere quel nido che avevamo scelto e arredato con cura per diventare un organismo che ci sottra energie?

Per ognuno è diverso, a volte cambiano le esigenze, a volte a cambiare sono le situazioni di vita.

Case che diventano piccole, case che restano troppo grandi.

E il nostro umore non è più quelo di prima, che fare? Home Therapy green per il nostro futuro vicino

Molte volte cambiare casa appare la soluzione delle soluzioni, la più radicale e magnifica ma attenzione! Spesso non risolve il problema della nostra felicità abitativa.

Non lo risolve se la nostra abitazione sta riflettendo i nostri conflitti, le nostre ansie, le nostre paure. Se non riesce a sostenerci.

Perchè la nostra casa ha tanti compiti sui quali siamo esigenti, deve sostenerci nei nostri cammini svariati, deve darci sicurezza e protezione. In qualche caso le chiediamo senza saperlo di assolvere ad un’altra funzione: quella di cullarci.

Farci sentire al sicuro e protetti, dentro il nido.

Ma tra mutui o proprietari esosi, guasti, spese non previste sembra che la casa si faccia nemica.

Occorrerà prima di tutto capire, un lavoro certosino di cesello cercando di togliere orpelli, pretesti, scuse, piccole bugie con cui ci raccontiamo a volte i nostri disagi. Trovare così la persona vera che siamo, capire di cosa abbamo bisogno, in che fase ci troviamo, quali cambiamenti di vita si stanno rendendo necessari.

La casa allora ci sorreggerà.

Con uno psicologo esperto in questo settore è meglio 🙂 

 

 

Read More

Mandala

Il Mandala rappresenta, secondo i buddisti, il processo con cui si è formato il cosmo, dal suo centro.

Attraverso un articolato simbolismo consente una sorta di viaggo iniziatico che permette di crescere interiormente.

Mandala è il circolo dell’universo, una parola che può essere tradotta come assemblea sacra.

Esprime l’unione perfetta dei cinque elementi che abbiamo in natura i quali sono: etere, acqua, aria, terra, fuoco.

Viene utilizzato per condurre la mente ad uno stato puro nel movimento dell’energia del mandala: dal centro verso l’esterno e viceversa.

Il mandala è simbolo di equilibrio e di guarigione.

Ha un ruolo importantissimo in Tibet e in Oriente: quello di conservare l’ordine psichico quando esiste o consentire di ristabilirlo se mancante.

La rappresentazione classica è a forma di cerchio, anche i rosoni delle cattedrali e delle chiese romaniche della tradizione cattolica ne sono un esempio.

Osserviamo insieme un mandala, uno qualsiasi: è un simbolo e sarà facile trovarne ovunque accanto a noi, come un piatto colorato, il ricamo circolare su una stoffa, un nido di uccelli di paglia intrecciata, un medaglione, una vecchia moneta..

il sole come un mandala simbolico giallo e vibrante

Se lasciamo il nostro sguardo posato con semplicità su un disegno mandalico ascolteremo presto gli effetti che produce:

una sensazione di tranquillità e di equilibrio di forme e colori che si trasmette all’osservatore, inevitabilmente.

Simboleggia l’impermanenza perchè è tradizione che i monaci dei monasteri tibetani, dopo averlo con calma e perizia costruito con le sabbie colorate, lo distruggono per esprimere che nulla resta fermo al suo posto.

I disegni che si ritrovano in tratti geometrici nei mandala orientali esprimono forme tradizionali attraverso le quali è lo stesso principio divino a manifestarsi.

Pensando al mandala ci viene in mente quello di sabbia perchè esprime la caducità delle cose e la rinascita, poichè la forza distruttrice è anche una forza che dà vita.

 

Read More

il Femminile

Dolcezza, accoglienza grazia, bellezza e cura sono l’essenza del femminile.

Guarisce le ferite accumulate nel cuore. Gli uomini possono comprendere la delicatezza del cuore femminile ed è nella mia prativa di lavoro quotidiano con i miei pazienti uomini che ho la gioia di constatarlo.

Il Maschile sa e conosce quanto l’essenza del femminile sia benefica nel mondo, i più sani la cercano e la omaggiano, i più patologici la uccidono.

Ci sono tanti modi per uccidere l’essenza del mondo femminile.

Anima, nel pensiero di C.G.Jung, piange se trova sbarrata la strada al suo sviluppo, se Animus non riesce ad incontrarla.

Storicamente leggiamo che l’energia della donna è stata nei millenni sepolta o sottomessa. Nascosta dalle donne più accorte.

In psicoterapia ho conosciuto donne capaci di essere veramente libere e sentirsi veramente donne, protagoniste del mondo femminile che le abita. Traumi e ferite del passato, a volte solo mancata cura nel sorreggerne lo sviluppo, rendono monco il futuro della psiche di Anima.

Rendono alcune donne tremendamente agguerrite nel “fissare” la diversità di genere.

Ma prima della rivendicazione, il potere del femminile deve riconoscere se stesso sul volto di ogni donna, già nello specchio al mattino.

E’ un potere di dolcezza – come scrivevo all’inizio – e di comprensione profonda.

volto di giovanissima donna accosta la fragranza delicata di un fiore leggero

Per quelle donne che non riescono ad avvertirlo è solo perché ne hanno preso troppa distanza ed oggi non riescono a vedere in se stesse questa luce speciale che crea.

Il femminile crea, attente a non dimenticarne. Genera nuova vita e riproduce. Anche in modi diversi dalla procreazione fisiologica di un figlio.

E’ capace di attivare sincera fiducia, adeguatamente sorretto se fa fatica a farlo; risveglia così le intuizioni dell’anima, utili a percepire la pura essenza dell’essere femminile.

Questa energia è dinamica, soffre tremendamente se intrappolata, lasciamola sempre libera di fluire e ascoltiamo le sue profonde intuizioni.

Read More

disturbo ossessivo compulsivo

L’ansia qualche volta diventa il nemico numero uno della nostra vita e produce il disturbo ossessivo compulsivo.

Se non è curata, diventa insopportabile e così la mente stessa prova a liberarsene.

Produce un antidoto. L’ossessione mentale.

Purtroppo questo è uno dei casi in cui non riesce a produrre un antidoto sano, efficace e opportuno

Cosa fa? Vi chiederete …

Produce un nuovo sintomo per liberarsi della sofferenza del primo sintomo, che era l’ansia.

Quale è questo nuovo sintomo? una nuova ossessione.

L’ossessione dei pensieri e / o dei comportamenti.

Si scivola nel disturbo ossessivo compulsivo che si impone alla natura razionale della persona “obbligandola” con forza indomabile a ripercorrere circuiti di pensiero o di gestualità che non hanno nulla di comprensibile o di utile.

La persona che ne è afflitta è la prima a non voler compiere questi rituali: quali sono?

la ricerca ossessiva di una parola che non torna in mente, l’oggetto che non sappiamo più dove si trovi, forse lo abbiamo visto per ultima volta tanti anni fa.

Queste coercizioni mentali compaiono in modo improvviso, ogni volta che l’ansia, legata a circostanze di vita anche banali, si rende intollerabile.

Questo passaggio dall’ansia al meccanismo ossessivo nella sua ripetitività diventa presto un passaggio rapidissimo, dell’ordine di un quarto di secondo e quindi non è percepito dal livello di coscienza ordinario.

Il risultato è che la persona si trova imprigionata nel “dover compiere” azioni, comportamenti o pensieri assillanti anche in situazioni inappropriate.

Al lavoro, a scuola, in famiglia.

Quando il problema si mantiene a lungo negli anni diventa ingestibile al soggetto stesso che ne è afflitto che ricorre contro ogni propria ragionevolezza e volontà a questi espedienti ossessivi.

Nell’immediato, possono dare uno pseudo sollievo dall’ansia che ha scatenato tutto il fenomeno.

Ne consegue che molte persone “candidate” a questo disturbo trovano sollievo in ansiolitici prescritti dal medico in modo terapeutico, cioè come cura e  con la frequenza prescritta, non all’occorrenza.

 

Read More

autunno ancora

Autunno illumina le nostre giornate e i nostri pensieri.

Come Saturno richiede da noi un impegno preciso, per mostrarci i suoi doni e ricchezze.

Quale impegno richiede? quello di lasciar andare e questo è un insegnamento molto prezioso per la vita.

Banalmente come le foglie che cadono in autunno leggere e bellissime, volteggiando, lasciando il posto al nuovo che verrà.

L’albero è simbolo cosmico, come Yggdrasyl, l’albero primigenio nella cultura persiana sull’origine del mondo.

E l’albero autunnale si spoglia, si lascia spogliare dalla forza del vento, dall’ineluttabile della natura, dai cicli che scorrono.

L’albero è simbolo dell’Uomo, nel senso di Essere Umano, radicato a terra, proteso in alto.  Forte e imbattibile, solo la forza di un fulmine lo spezza, se questo è il suo destino. Ma niente altro ne sconfigge la resistenza

Racchiude in se stesso il segreto di resistere, perfetto esempio di resilienza per noi umani.

Segnala il tempo della raccolta,  nei prodotti che gli alberi sono pronti a cedere, cibo e nutrimento per uomini e animali.

Si prepara con calma e tranquillità, nell’oro della luce di questi giorni, il tempo che verrà più fermo, stagione nuova.

Vivere l’autunno cercando tra i suoi riti più semplici il sapore del tempo che cambia, in senso simbolico. Cambia il tempo, si avvicenda una stagione di nuove promesse e la nostra psiche si adagia su questi cambiamenti, se siamo pronti a consentirlo. Lasciandoci andare alle foglie che cadono e con loro molte nostre cose.

Lasciamo andare, panta rei, senza attaccarci ai doni più luminosi che ci sono stati offerti e avremo un premio ancora, quello di sentirci fluire nel tempo, con il tempo, dentro una lieve e piacevole corrente che scorre: la nostra vita.

Buona autunno di consapevolezza, i significati che impariamo fin dalla scuola primaria, foglie, castagne, noci, San Martino, sono insegnamento profondo per la vita adulta.

 

Read More

Sei ansioso? antidoto!

L’ansia qualche volta diventa il nemico numero uno della nostra vita. Sei ansioso.

Se non è curata, diventa insopportabile e così la mente stessa prova a liberarsene.

Produce un antidoto.

Purtroppo questo è uno dei casi in cui non riesce a produrre un antidoto sano, efficace e opportuno

Cosa fa? Vi chiederete …

Produce un nuovo sintomo per liberarsi della sofferenza del primo sintomo, che era l’ansia.

Quale è questo nuovo sintomo dell’ansioso?

L’ossessione dei pensieri e / o dei comportamenti.

Si scivola nel disturbo ossessivo compulsivo che si impone alla natura razionale della persona “obbligandola” con forza indomabile a ripercorrere circuiti di pensiero o di gestualità che non hanno nulla di comprensibile o di utile.

La persona che ne è afflitta è la prima a non voler compiere questi rituali

 ricerca ossessiva di una parola che non torna in mente

l’oggetto che non sappiamo più dove si trovi, magari lo abbiamo visto per ultima volta tanti anni fa.

Queste coercizioni mentali compaiono in modo improvviso, ogni volta che l’ansia, legata a circostanze di vita anche banali, si rende intollerabile.

Questo passaggio dall’ansia al meccanismo ossessivo nella sua ripetitività diventa presto un passaggio rapidissimo, dell’ordine di un quarto di secondo e quindi non è percepito dal livello di coscienza ordinario.

Il risultato è che la persona si trova imprigionata nel “dover compiere” azioni, comportamenti o pensieri assillanti anche in situazioni inappropriate.

Al lavoro, a scuola, in famiglia.

Quando il problema si mantiene a lungo negli anni diventa ingestibile al soggetto stesso che ne è afflitto

egli ricorre contro ogni propria ragionevolezza e volontà a questi espedienti ossessivi che, nell’immediato, danno uno pseudo sollievo dall’ansia che ha scatenato tutto il fenomeno.

Ne consegue che molte persone “candidate” a questo disturbo trovano sollievo in ansiolitici prescritti dal medico in modo terapeutico, cioè come cura , non all’occorrenza.

 

Read More

ANSIA DA PRESTAZIONE

Ogni volta che dobbiamo compiere una prestazione il nostro corpo reagisce all’attività della mente.

Cosa fa la mente? registra immediatamente il fatto che siamo chiamati a compiere qualcosa e saremo giudicati. Non solo la nostra prestazione ma tutta la nostra persona!

SBAGLIATO!

Può essere una gara come esempio tipico ma per la nostra mente è una prestazione anche il voler parlare con il propio figlio di qualcosa che riteniamo importante.

Sbaglierò? Riuscirò a farmi capire? Otterrò l’effetto desiderato?

O nei casi più “forti”: mi giudicheranno negativamente?

Da qui  seguono previsioni catastrofiche di risultato negativo: non mi chiameranno più, perderò il posto, mio figlio perderà fiducia in me, non sono un buon padre, un buon atleta, un buon collega, un buon amico e via discorrendo.

Cosa c’è di reale in questa fuga di pensieri?

  1. sto per fare qualcosa che mi impegna e considero importante

  2. sarà giudicata la mia prestazione

E niente altro è reale, è tutta una proeiezione personale che innesca meccanismi nella mente che si impaurusce e nel corpo fisico che in automatico partecipa con reazoni fisiologiche normali di allarme.

Quello che sfugge è il punto 2. e cioè: non io stesso e il mio valore sarà giudicato ma è solo la mia prestazione, quella di quel momento che verrà valutata.

Del resto è molto in auge in questi anni che è orribile l’atto del giudicare: Non devi giudicare! Tu stai giudicando! 

Sfugge di nuovo una cosa fondamentale e cioè che l’azione del giudizio è connaturata alla natura umana per districarsi nel mondo, per orientare il proprio comportamento ed è prevista dal sistema cognitivo di ogni essere pensante.

Magari può essere un bene sforzarsi di non incollare giudizi di valore sulle persone “giudicandole” in toto  come sbagliate, sciocche, o peggio ancora.

Il riconoscere però che una azione è sciocca o sbagliata è un’azione sana di mente.

Molto utile, ricordando sempre di non applicare le nostre personali categorie di bene e di male alla totalità sell’altro.

Read More

ancora settembre

A settembre molte persone scelgono di partire, di allontanarsi per cercare il relax in una atmosfera speciale.

Settembre E’ speciale: non conosce caos e privilegia colori nitidi, senza canicola a livellare i contorni.

Riempie il cielo di candide nubi a ciuffi  che si rincorrono, lasciandoci vedere squarci di un azzurro abbagliante.

L’aria fresca si rende odorosa di profumi intensi e i colori intorno vanno cambiando ogni giorno, virando all’oro.

Perché accenniamo questi pensieri che sanno di vecchia poesie scolastiche probabilmente?

Tra l’altro le vecchie poesie scolastiche a volte per alcuni sono state l’unica occasione di incontrare un linguaggio lirico che disegna davanti allo sguardo paesaggi, senza pennelli ma con i colori dell’Anima.

Il motivo primario per cui ne accenniamo è però da riferire a quali sentimenti proviamo?

Settembre ci suscita sentimenti diversi?

Credo che ci sia insito in questo periodo dell’anno una dolcezza, una nostalgia insieme ad una accensione di fiducia, verso ciò che andremo ad intraprendere.

Sopra ogni cosa però abbiamo il potere di osservare dentro noi stessi un sentimento specialissimo, portatore di vita e secondo le ultime ricerche anche di longevità.

E’ il sentimento della gratitudine.

Obsoleto per molti, non è di moda.

O meglio sta tornando di moda tra i pensieri di stampo new age ma non è a questi che ci riferiamo.

Invece ci riferiamo a un sentimento profondo che nasce dalla consapevolezza di noi stessi e dalla capacità di cogliere le interconnessioni che ci legano, sostenendoci, a ogni cosa.

Non importa comprendere a cosa ci legano, non cerchiamo coincidenze improbabili, quanto invece cerchiamo di essere dentro il tutto che avvolge la vita.

Lasceremo andare allora il troppo spesso frequente riferimento a noi stessi, che restringe la vastità del pensare e sarà naturale e spontaneo sentirci grati.

Nonostante gli acciacchi? Le preoccupazioni? Le paure? I litigi e le rabbie?

Sì, il sentimento di gratitudine poggia sull’aver compreso piani più alti del nostro io e dedicarlo sempre più spesso a noi e agli altri è di infinito beneficio.

 

Read More

settembre post vacanze

A settembre da qualche anno ogni rotocalco riserva qualche spazio editoriale alla sindrome del rientro dalle vacanze.

Ce ne era davvero bisogno?

Siamo sempre nel rischio che praticamente ogni cosa diventi "moda" nel giro di breve tempo.
Ci sono tuttologi infaticabili sempre al lavoro per dire la loro.

A volte la semplicità aiuta, meglio dell'approfondimento ad ogni costo.
Settembre è uno splendido mese!

Si moltiplicano dalle pagine dei giornali e dalla voce delle trasmissioni televisive e radiofoniche consigli
per affrontare alcuni disagi psicologici e fisici che si presentano a vacanze finite.
Proverò ad affrontare la questione del periodo di settembre come fine delle vacanze da un punto di vista più comprensibile, privilegiando l'aspetto psicodinamico che sempre tenta di comprendere cosa succede alla nostra mente difronte a situazioni nuove.

Per “mente” qui intendo il modo in cui affrontiamo le nostre esperienze di vita, il nostro caratteristico e personale stile di pensiero, potremmo dire così.

Naturalmente è coinvolto il sistema neuroendocrino, i neurotrasmettitori, il livelli plasmatici di serotonina, dopamina e ogni aspetto biochimico della macchina incredibile che è il nostro organismo.

Influenzato anche, nel suo modo di funzionare, dagli aspetti interiori, legati allo spirito vitale che ci contraddistingue finchè siamo in vita.

Per spirito vitale si può intendere la nostra attitudine a rapportarci al mondo più ampio cui apparteniamo, la nostra idea di mondo e di mondi, di infinito e di assoluto.

Queste ultime suggestioni vogliono solo ricordare che coltivare anche questo tipo di riflessioni sviluppa il sentimento di fiducia, di sicurezza e di emozioni positive e vitali.

Sono queste che aiutano non poco il nostro intero organismo ad affrontare con successo i numerosi cambiamenti, piccoli e grandi, che incontriamo sul nostro cammino.

Tornare dalle vacanze è davvero un problema? chiedevo all’inizio. Chiediamocelo tutti, è il mio consiglio, in tempi in cui nel terzo millennio gli esseri umani patiscono in massa vessazioni di ogni tipo, guerre e quanto altro ognuno di noi ascolta dai media.

Un po’ di insonnia, un po’ di malinconia, chi fuma troppo, chi mangia male, chi si sente nervoso… proviamo a sentirci anche piuttosto fortunati ad essere nati nel mondo occidentale …

 

 

Read More