PSICOLOGIA, FELICITA' E HOME THERAPY
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TEATRO e psiche

 “Non c’è niente che l’umorismo intelligente non possa sciogliere in una risata, nemmeno il nulla” (A. Petitjean, Imagination e réalisation)

Psycomedy sdrammatizza la pesantezza di alcuni vissuti emotivi, con effetto orientato al benessere personale, restituendo alla persona la propria capacità di accostarsi alle emozioni piacevoli.

Una idea nuova per trasformare una esperienza difficile, lavorativa o personale, in un momento di cambiamento.

Utilizziamo la rappresentazione  scenica della propria capacità di cercare e ritrovare la risata, il divertimento, il paradosso,  l’ironia,  la comicità spontanea…

L’apporto innovativo ed essenziale di questo lavoro psicologico è  la tecnica dell’improvvisazione teatrale.

Essa  si differenzia dal teatro di testo perché mentre quest’ ultimo porta in scena i frutti di una ricerca, l’improvvisazione mette in scena…la Ricerca stessa ed il suo possibile fiorire in esiti nuovi e migliori.

L’improvvisazione è  quasi un pop-up , è più azione che pensiero

Non c’è nulla di preparato prima,  c’ solo il “qui e ora” del rapporto fra due o più attori…

Psycomedy è la nostra proposta per le persone che scelgono di mettersi in gioco, letteralmente, per il miglioramento delle condizioni psicologiche personali o di relazione interpersonale

nella nostra esperienza i partecipanti soprattutto apprendono un metodo, per il recupero delle risorse individuali orientate al benessere globale

si genera nel gruppo dei partecipanti  una attitudine mentale per raggiungere o ripristinare il livello ottimale di salute psicologica, quello in cui le migliori idee trovano spazio e sviluppo

le persone si orientano  a pensare secondo parametri di eccellenza, direzionandosi al sentimento di gioia, con energia ed equilibrio.

Il progetto di lavoro psicologico e teatro di improvvisazione si rivolge ad ogni persona interessata alla propria intelligenza emotiva, a coloro che desiderno  conoscere come svilupparla in modo piacevole e sano.

In azienda si è rivelata una buona leva applicabile alla formazione per il problem solving che sempre più richiede, per risultare efficace e competitiva, uno sforzo innovativo nei metodi e negli strumenti utilizzati, con il sostegno di solide teorie di riferimento e di buone prassi operative.

Le radici storiche di questo lavoro si rintracciano nella storia del teatro, nella storia della risata, della psicoanalisi, e del pensiero umano.

 

 

 

 

 

 

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Governo

Il Governo del nostro Paese sta diventando in questi giorni più complicato del solito.

Tutti ascoltiamo dai notiziari come e se riusciremo ad avere un gruppo di persone che governeranno il Paese.

Molti di noi sono preoccupati e sperano in notizie confortanti al prossimo notiziario.

Si ascoltano paradossi e follìe di vario genere, la soluzione appare impossibile.

Nostalgicamente penso che sia un gran peccato, una grande perdita per le menti e i pensieri di chi ha fatto l’Italia, trovarsi nel terzo millenio a questo punto.

Mancano accordi sensati e manca la possibilità concreta di farli.

Manca la capacità politica di governare un paese.

Abbonda la regola del tornaconto personale e le parole che ognuno di noi può intravedere proprio mentre non vengono dette riguardano il potere, il denaro, la “poltrona” – come viene chiamato un posto di lavoro sicuro e remunerato oltre ogni buon senso.

Manca tra tutte una parola fondamentale che farebbe la differenza e questa parola è  COMPETENZA.

mi sono chiesta e mi continuo a chiedere come sia potuto accadere che un mestiere così complesso, così articolato, così specialistico – COSI’ TANTO DA AVERE DI DIRITTO REMUNERAZIONI DA CAPOGIRO – sia ritenuto svolgibile da chiunque, senza il possesso di nessun requisito specialistico.

Ognuno che si alzi e pensi “vado io a governare il Paese” può farlo, non è richiesta alcuna capacità nè esperienza nè curriculum di studi.

Certo ed evidente che la cosa necessaria è il “sapersi muovere bene”, è lecito dire così?

Mi è venuta in mente la Soluzione delle Soluzioni!

Sento la mancanza di una cultura della Politica, di un sapere pulito e complesso sulle immani difficoltà di governare un Paese, orientarne le risorse, promuoverne lo sviluppo.

La trascuratezza che si ha intorno alla buona capacità di condurre sane relazioni internazionali, virtuose relazioni con gli altri Paesi e gli altri popoli.

Questo è il mio incipit, al prossimo articolo la Soluzione delle Soluzioni!

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Pasquetta

Pasquetta si chiamerebbe “Lunedì dell’Angelo”.

Tutti i  calendari lo riportano con questa dicitura.

Perchè chiamarla Pasquetta allora ?

Sembra invalso un uso popolare del termine, a ricordare che è un seguito del giorno di Pasqua che celebra la Festa principale.

E’ Festa il giorno di Pasquetta?

E’ stata introdotta come festività, senza obbligo di ascoltare la Messa della liturgia cattolica per i credenti alla fine degli anni quaranta, quando il periodo storico richiedeva di ricostruire anche il tessuto socile, di affetti e di relazioni.

Tragedia della guerra come sempre lascia ceneri e sgomento e così creare una nuova occasione collettiva per srtare con gli altri, per non isolarsi, per festeggiare insieme, è stata istituita da vari Stati.

E così oggi festeggiamo di nuovo Pasquetta, i prati vicono casa popolati di persone e pic nic, papaveri incredibili di aprile rosseggiano a ridosso di un muro.

Come vogliamo celebrare questa occasione che ci viene offerta per vivere una bella giornata, che ci lasci dentro qualcosa?

La mia ricetta ideale è piena di parole d’ordine, con le quali creare ognuno il proprio giorno ideale:

primavera, azzurrità, odore di prato, persone con cui mangiare qualcosa, cibi nutrienti che strizzano l’occhio a ricette più estive, cioccolata (di ieri!), palloni e giochi, sorrisi, calma, ascolto degli altri, un pisolino, musica, canti, bicicletta.

Oppure o più tardi, letture, disegni, lavori manuali, riordino se è un piacere e voglia di chiarezza, remise en forme di se stessi o della casa.

Forse una spiaggia calma o il progetto di un prossimo piccolo viaggio…

Una giornata proprio ricca, questa di Pasquetta…

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Archetipo dello Spirito

Rileggendo Jung a proposito dello Spirito trovo passi interessanti che condivido qui con voi, dalle sue parole, che cito testualmente:

Devo porre una domanda al razionalista illuminato: la sua ragionevole riduzione ha portato a un benefico dominio sulla materia e sullo spirito? 

Egli accennerà con orgoglio ai progressi della fisica e della medicina e alla liberazione dello spirito dall’ottuistà medioevale;  da cristiano benevolo anche alla redenzione dall’angoscia dei demoni.

Ma noi domandiamo ancora:

a che han portato tutte le conquiste della civiltà?

la tremenda risposta sta davanti ai nostri occhi: non siamo liberati da alcuna angoscia, un tenebroso incubo pesa sul mondo.

La ragione è finora miseramente fallita e proprio ciò che tutti vogliono evitare accade con orribile progressione.

Lottando, l’uomo ha fatto conquiste prodigiose nel campo dell’utilità ma per questo egli ha anche spalancato l’abisso del mondo e dove si fermerà?

dove potrà fermarsi?

Dopo l’ultima guerra mondiale si è sperato nella ragione e vi si spera ancora ma già si è affascinati dalle possibilità della fissione dell’uranio e ci si propone u’età dell’oro: il mezzo migliore perchè crescano smisuratamente gli orrori della devastazione.

E chi compie tutto ciò?

il cosiddetto innocente, ingegnoso, inventivo, ragionevole spirito umano che purtroppo è inconscio nella sua parte oscura.

Ma niente psicologia che potrebbe portare all’autoconoscenza !

Piuttosto guerre delle quali è sempre colpevole l’Altro mentre nessuno vede che tutti fanno come ossessi quel che si fugge e si teme.”

Questo estratto da un testo più ampio di ricerche scritto da Jung nella seconda metà degli anni 40 del secolo scorso, porta il titolo “La Simbolica dello Spirito”.

Non è sorprendente come possa risultare attuale dopo quasi ottanta anni?

non siamo cambiati da allora?

non è questa l’osservazione, è cambiata la società, i costumi, molto dell’animo delle persone, dello Zeitgeist direbbe C.G.Jung ma lo Spirito resta una componente complessa della organizzazione psichica umana della quale ancora molto abbiamo da comprendere, nonostante mole di studi e ricerche vastissime da parte di ogni cultura.

senza forma ma forte energia manifesta l’archetipo dello Spirito, onnipresente nei tempi e nelle culture

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Simboli universali

Il Simbolo si può definire come un catalizzatore di energia psichica, secondo C.G.Jung 

La parola “simboli” e “simbolici” ha avuto enorme diffusione e viene utilizzata in molti contesti differenti.

Vi voglio oggi raccontare quante cose importanti nuove e interessnti ho appreso ad un Convegno, a Roma, pochi giorni fa. A Proposito di Universi Simbolici!

Venite con me, mentre scrivo gli appunti !

E’ stata riferita una ricerca accademica, italiana, di Psicologia sociale e il modo con cui stiamo al mondo viene definito “Universo Simbolico

La premessa è che la crisi socio-istituzionale richiede nuovi modelli di costruzione di valore.

Come ognuno di noi e le istituzioni che ci rappresentano nella democrazia interpretiamo l’mbiente in cui ci troviamo è legato alle nostre funzioni cognitive.

Già l’atto percettivo interpreta, selezionando l’informazione.

Questa Interpretazione dell’ambiente, e le scelte che ne deriveranno, è un atto non solo razionale.

Il Simbolo darà nuova organizzazione e nuovo senso a ciò che viviamo e alle nostre democrazie.

A proposito, il Convegno del quale qui vi parlo, era appunto relativo alla Democrazia come tema e come valore.

Ci si è chiesti quale mondo culturale, quale dinamica culturale ci spinge all’azione e la fa apparire “normale”.

Qui per “cultura” si intende la significazione, cioè il dare significato.

Se occorre promuovere il processo trasformativo di una cultura, come si interviene?

Questa la domanda alla quale la ricerca accademica ha cercato di dare una risposta.

Il campione è stato di diecimila persone in sedici differenti paesi europei e sono emersi con gli opportuni rilievi statistici cinque “universi simbolici” del milieu culturale, inteso come “modo di stare al mondo”.

Ognuno dei Simboli Universali, o meglio detto Universi Simbolici rappresenta come le persone che vi “rientrano” lo accolgono come proprio modello inconscio di stare al mondo.

Sono emersi:

Il Mondo Ordinato

Il Legame Interpersonale

la Società che si prende cura

La Nicchia di Appartenenza

Il Mondo è degli Altri (di chi ha potere)

Ora ditemi voi se non valga la pena di approfondire tutto questo!

Al prossimo articolo l’approfondimento !!

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ricamo di Luneville su organza di seta

Ricamo 2

Vi sto parlando del ricamo, da qualche tempo, perchè ho avuto una magnifica esperienza da condividere.

Dopo tanti pensieri e riflessioni che ho qui scritto sul senso del ricamo ho pensato che fosse ora di realizzarne almeno uno.

E di questo corso di ricamo che oggi  vi voglio parlare.

Ho incontrato una bravissima insegnante di nome Jelena che ci ha insegnato questa antica arte del ricamo, come realizzare con uno speciale Mandala  !

Se mi avete letta negli altri miei articoli saprete bene quanto significato profondo abbiano i Mandala e quanto l’oriente ne sia affascinato.

Con la perizia che ci vuole per farli, come in una meditazione, del tutto dediti a creare e riempire forme circolari con i colori e poi??

Poi una volta conclusa l’opera, costruito il Mandala viene distrutto da coloro che l’hanno fatto, sul serio!

Si vuole così esprimere in forma simbolica la legge dell’impermanenza, che nulla resta,  come anche Eraclito nel celebre aforisma panta rei riprese nella cultura greca cinquecento anni più tardi.

Ma torniamo al nostro progetto Mandala, come Jelena ha chiamato il nostro corso intensivo di ricamo: in due giornate ci ha messe in grado di maneggiare l’uncinetto speciale del ricamo di Luneville.

Che cosa è?

E’ una tecnica francese che già nel XVIII secolo compare sulla scena, ma in forma diversa addirittura molto prima.

Produce col suo magico uncinetto Kantan ricami leggeri e preziosi utilizzati nell’alta moda parigina e non solo e chi diventa bravo come Jelena realizza lavori di sogno.

Se vi siete incuriositi di saperne di più, questa brava maestra la potete trovare in rete con le sue iniziali JS Embroideries.  Si capisce conoscendola che ama molto il ricamo speciale e prezioso ed ha studiato molto e approfondito a Parigi e a Londra le sue tecniche.

Io ve la consiglio proprio tanto!

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Hokusai, disegni

Disegni e pitture caratterizzano l’opera del maestro giapponese, Hokusai: « Sin dall’età di sei anni ho amato copiare la forma delle cose, e dai cinquant’anni pubblico spesso disegni, ma fino a quel che ho raffigurato a settant’anni non c’è nulla degno di considerazione. A settantatré ho un po’ intuito l’essenza della struttura di animali e uccelli, insetti e pesci, della vita di erbe e piante e perciò a ottantasei progredirò oltre; a novanta ne avrò approfondito ancor più il senso recondito e a cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del meraviglioso. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria. Se posso esprimere un desiderio, prego quelli tra lor signori che godranno di lunga vita di controllare se quanto sostengo si rivelerà infondato. Dichiarato da Manji il vecchio pazzo per la pittura. »
(Katsushika Hokusai, postfazione di Cento vedute del Monte Fuji, 1835[4][5])

Da pochi giorni si è conclusa a Roma l’esposizione di dipinti su seta del maesteo giapponese della prima metà del XIX secolo, Hokusai.

Questo è l’ultimo nome che il pittore si era dato, negli anni della maturità.

Leggendo la sua storia ci porta nel Giappone antico, lento, rispetto ad oggi, tradizionale, rispetto ad oggi.

Intendo le vecchie tradizioni della pittura su seta, l’arte di raffigurare con tratti piccoli e decisi, i vari momenti del quotidiano.

Ad esempio la traversata sul fiume con sottili barche di legno mentre dietro, immancabile, sembra proteggere il viaggio il monte Fuji.

La famosa Grande Onda di Kanagawa sembra arrotolarsi verso la distesa d’acqua e sulle cose con artigli uncinati, come osservò il nostro Vincent Van Gogh che ne restò affascinato.

Ritrae paesaggi, volti, tralci di fiori, animali, acqua e cieli.

beltà femminili sono ritatti di donne giapponesi nei loro kimono dell’epoca ottocentesca di cui Hokusai ci fornisce una serie importante e pregiata

 Cosa ci colpisce di più?

la precisione, l’accuratezza del tratto, come in ogni arte che in punta di dita sappia trasfrire realtà e fantasia sulla tela.

Mi ricorda il ricamo …………….

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ricamo e psiche

Ricamo,  un’arte antica.

Fa pensare a donne di oggi e dame di ieri intente a intrecciare  fili sottili, con lo sguardo a tele leggere e  candidi veli in cui prendono forma sotto le dita i colori, in disegni  fantastici.

Tra seta, cotone, lino e ogni altro tessuto si formano tra le mani immagini e forme di qualsiasi genere.

forme astratte di colori azzurri si intrecciano in armonia di forme ricamate

Non c’è alcun limite alla creatività, alla fantasia, all’immaginazione e si creano così, come per opera fatata, realizzazioni di gran pregio.

Nella storia i ricami hanno custodito tra i fili abiti sacri, abiti per le spose, per le occasioni speciali della vita.

Hanno segnato uniformi per le alte cariche degli stati, stemmi, bandiere fino ad arazzi e rivestimenti per diversi oggetti.

Fili di seta intrecciati insieme a fili di vero oro hanno permesso la filatura  di vesti  preziose di esclusivo appannaggio della famiglia imperiale  russa.

I più antichi frammenti di ricamo con oro filato risalgono al XIII secolo.

Il ricamo porta con sè la pazienza e la passione, qualità della mente che sono terapeutiche.

Ricamo è arte sicuramente ma è donna? 

donne ricamano e si riuniscono a condividere parole e idee

Non solo, in Italia Renato Parolin disegna e ricama e la sua meritata fama varca da tempo i confini nazionali.

E’ pur vero che la psiche femminile per la storia secolare che portiamo sulle spalle, si è trovata incoraggiata a sviluppare tante arti coltivabili nei luoghi sicuri della casa, dei salotti, dei conventi, lontano da guerre e politica.

Ma donne o uomini che siamo, ricamare è un modo di dipingere con fili di stoffa e tecniche raffinatissime sono sorte ovunque nel mondo. Ricamare ci riconnette con la psiche profonda, è una forma di meditazione.

Ieri ho imparato la tecnica del ricamo di Luneville, una cittadina della Lorena, in Francia e ho scoperto alcuni segreti per illuminare di perle un tessuto di organza e creare un mandala prezioso.

Grazie alla maestra Jelena Saveljeva, ma di tutto questo vi parlerò meglio nel prossimo post!

 

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Psicologia, bisogno di…

Psicologia, bisogno di…

Proseguiamo il pensiero dell’ultimo post: la vita che conduciamo in questa nostra epoca è conformata su tempi, ritmi, spazi, relazioni e attività che per propria natura sono molto distanti dalla natura umana.

Il cervello umano e il suo funzionamento si sono strutturati in milioni di anni e ancora molto cambierà ma si dimenticata con sconcertante facilità che abituarsi, con la struttura del cervello, ai nuovi compiti richederà migliaia di anni!!

E nel frattempo?

Ci ritroviamo ad adattarci perché il cervello umano è sommamente plastico ma consuma il proprio equilibrio, se possiamo dire così

In altri termini il prezzo che paghiamo per l’attuale stile di vita imposto dai cambiamenti sociali è il nostro equilibrio mentale, psicologico, fisico, emotivo.

La Psicologia è in grado di sostenere i vari disagi e il disorientamento che affliggono quotidianamente le persone e ne penalizzano la qualità di vita.

Anche se il disagio sofferto da una persona o da una famiglia sembra non essere di natura psicologica non c’è alcune dubbio che la psicologia possa intervenire per ridurre la sofferenza e orientare alla soluzione del problema.

Quello che abbiamo chiamato il “bisogno di psicologia” è molto diffuso ma non è riconosciuto come tale, spesso appare camuffato da un bisogno diverso: di denaro, di cambiare casa, di trovare o cambiare partner ecc.

Crescono velocemente le condizioni che generano problemi ad una velocità tale da non dare il tempo necessario a tutti per ritrovare i propri diversi equilibri.

Pensiamo agli anziani

Hanno bisogno di tempi diversi

Pensiamo ai bambini

Occorrono tempi e modi ancora diversi ma il bisogno di psicologia, inascoltato nella stragrande maggioranza di casi, si esprime in comportamenti e malattie.

E’ inascoltato perché comunica attraverso codici inusuali e simboli di cui si è persa la chiave di lettura immediata.

In altri termini il prezzo che paghiamo per l’attuale stile di vita imposto dai cambiamenti sociali è il nostro equilibrio mentale, psicologico, fisico, emotivo.

 

Pensiamo ai bambini

Occorrono tempi e modi ancora diversi ma il bisogno di psicologia, inascoltato nella stragrande maggioranza di casi, si esprime in comportamenti e malattie.

E’ inascoltato perché comunica attraverso codici inusuali e simboli di cui si è persa la chiave di lettura immediata.

Il Suggerimento:

portare dallo psicologo la sensazione che abbiamo, la difficoltà, il disorientamento è il primo passo di fiducia verso la scienza dell’uomo che si pone al servizio dell’uomo.

Buona psicologia a tutti!

 

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Casa natalizia

La Casa a Natale si veste  speciale.

La Home Therapy non può ignorare questo evento speciale dell’anima e della tradizione spirituale.

Decori di ogni tipo trovano spazio anche nelle casette più piccole.

Case di marzapane si affacciano sulle tavole e boscottini fragranti a forma di alberelli verdi si allineano sui piatti

Finiti i biscottini, ecco l’effige sorridente e rassicurante di Babbo Natale.

Si porta in casa il Natale, con simboli di ogni tipo, religiosi, pagani, della tradizione alimentare, di design per sentirlo più vicino al cuore.

 La Home Therapy può dirci qualcosa ?

Si, può dirci che la Casa raccoglie ogni emozione e ne diventa custode speciale specialmente quando il tempo è segnato da ricorrenze particolari.

La ricorrenza del 25 dicembre  simboleggia Nascita ed evoca Amore, riporta in primo piano il momento del dono che poi, nel suo valore smbolico, si vorrebbe tenere come idea per tutto l’anno.

il dono potrebbe restare come sana abitudine anche dopo natale e potrebbe  essere il nuovo segno che regola i rapporti: dono di un sorriso, del proprio tempo, del proprio aiuto, del proprio consiglio, del proprio gesto, del proprio lavoro.

L’importante sarebbe entrare nella logica del Donare, cioè offrire senza nulla in cambio, solo per far felice l’altro.

A Natale è  consuetudine che il dono si scambi, tu doni a me e io dono a te, a me piace pensare che voglia esseree un momento per ricordare poi a tutti quanto il dono sia bello e speciale.

Siamo capaci di donare oggi?

Non i doni costosi, nascosti nei  pacchetti col fiocco.

Donare qualcosa di noi, scambiare davvero con l’altro un’emozione, un gesto, un attimo intenso  ricco, ricco di umanità.

Qualche volta perfino uno sguardo o una parola possone essere un dono. Essere generosi di questi gesti in consapevolezza è importante.

La Home Therapy insegna i molti modi per rendere ogni ambiente della casa rappresentativo di come desideriamo sentirci, pieni di natale e pieni di doni, per noi e per tutti.

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