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ricamo di Luneville su organza di seta

errore!

errata corrige !

C’è un errore, così direbbero i latini in riferimento all’ultimo post. O meglio correzione dell’errore

Parlavo del ricamo e del mio entusiasmo per il ricamo di Luneville, ricorderete:

la gentile insegnante Jelena mi ha corretto l’errore: l’uncinetto  non si chiama come in errore avevo scritto Kantan ma più semplicemente uncinetto di Luneville.

Infatti si usa solo per questa specifica tecnica e a buon diritto ne prende il nome!

gli errori sono sempre i benvenuti, insegnano sempre qualcosa !

Volentieri segnalo la correzione, e spero che in molte vorrete provare a sentirvi meglio e meditare attraverso questo meravigliosa antica tecnica di ricamo !

Sto avviando uno studio per codificare con basi documentate i benefici sulla sfera cognitiva delle attività manuali di relax, il ricamo tra queste.

E perchè non proprio Luneville in particolare?

Sarà il progetto Mandala che ad una junghiana non può mai lasciare indifferente o la leggerezza dell’organza di seta che lo sostiene ad affascinare così delicatamente?

Comunque se qualcuno vuole collaborare cn me a rintracciare dati utili per fare di questa attività una forma indirettamente e informalmente terapeutica, ascolto volentieri ogni contributo.

 

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ricamo di Luneville su organza di seta

Ricamo 2

Vi sto parlando del ricamo, da qualche tempo, perchè ho avuto una magnifica esperienza da condividere.

Dopo tanti pensieri e riflessioni che ho qui scritto sul senso del ricamo ho pensato che fosse ora di realizzarne almeno uno.

E di questo corso di ricamo che oggi  vi voglio parlare.

Ho incontrato una bravissima insegnante di nome Jelena che ci ha insegnato questa antica arte del ricamo, come realizzare con uno speciale Mandala  !

Se mi avete letta negli altri miei articoli saprete bene quanto significato profondo abbiano i Mandala e quanto l’oriente ne sia affascinato.

Con la perizia che ci vuole per farli, come in una meditazione, del tutto dediti a creare e riempire forme circolari con i colori e poi??

Poi una volta conclusa l’opera, costruito il Mandala viene distrutto da coloro che l’hanno fatto, sul serio!

Si vuole così esprimere in forma simbolica la legge dell’impermanenza, che nulla resta,  come anche Eraclito nel celebre aforisma panta rei riprese nella cultura greca cinquecento anni più tardi.

Ma torniamo al nostro progetto Mandala, come Jelena ha chiamato il nostro corso intensivo di ricamo: in due giornate ci ha messe in grado di maneggiare l’uncinetto speciale del ricamo di Luneville.

Che cosa è?

E’ una tecnica francese che già nel XVIII secolo compare sulla scena, ma in forma diversa addirittura molto prima.

Produce col suo magico uncinetto Kantan ricami leggeri e preziosi utilizzati nell’alta moda parigina e non solo e chi diventa bravo come Jelena realizza lavori di sogno.

Se vi siete incuriositi di saperne di più, questa brava maestra la potete trovare in rete con le sue iniziali JS Embroideries.  Si capisce conoscendola che ama molto il ricamo speciale e prezioso ed ha studiato molto e approfondito a Parigi e a Londra le sue tecniche.

Io ve la consiglio proprio tanto!

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emozione ricamo

Emozione? Ma davvero il ricamo emoziona l’anima?

questa la domanda che mi è stata posta da una giovane donna creativa che si accostava al ricamo e all’arte antica della tessitura di fili colorati, desiderando emozione

La mia risposta sicura è Sì! l’ago accompagna sottili fili di colore lungo le linee che vogliamo dare al nostro ricamo e la mente riceve più di una emozione.

Che tipo di emozione? Emozioni positive, di calma e distensione, allontanando i pensieri disturbanti che sembrano sciogliersi via.

Come è possibile?

Non è roba da placide nonnine il ricamo?

donne ricamano e si riuniscono a condividere parole e idee

in realtà succede che i gesti “in punta di dita“, citando la filosofia steineriana, ci connettono in modo diretto con gli stati emotivi più lievi.

Ogni gesto corrisponde ad una attivazione neuronale e quando si tratta di gesti delle mani si attiva una grande porzione del sistema nervoso.

L’Omuncolo Motorio, come è stata chiamata a fini didattici la porzione di cervello coinvolta, vede infatti le mani attivare molte cellule neuronali e le loro sinapsi.

Per ricamare diventiamo attenti e concentrati mentre nello stesso tempo ci sentiamo rilassati e spensierati.

Questo stato di attenzione selettiva allontana dal flusso di coscienza altri pensieri: ricamo come terapia?

Domanda provocatoria per riflettere insieme: l’attenzione, il rilassamento, una postura tranquilla, quale bio chimica cerebrale sollecitano?

Le sostanze del benessere e del buonumore, come la serotonina e le endorfine mentre si inibisce la produzione di cortisolo, di adrenalina e di altre sostanze implicate nella reazione allo stress.

Controndicazioni ?

ben poche, solo se abbiamo difficoltà visive importanti o posturali che impediscano di mantenere la posizione corretta.

Io consiglio di prestare molta attenzione e molto cuore, all’idea del ricamo perchè il significato dei colori e delle forme che scegliamo di “creare”  sotto le nostre mani, in punta di dita, riveste forte importanza per l’intero sistema emozionale, quello che fa capo all’emisfero sinistro del cervello e ci arricchisce di emozioni e di benessere.

la forma che prende vita sotto le mani ha contenuto emotivo simbolico diretto quando è un cuore

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ricamo e psiche

Ricamo,  un’arte antica.

Fa pensare a donne di oggi e dame di ieri intente a intrecciare  fili sottili, con lo sguardo a tele leggere e  candidi veli in cui prendono forma sotto le dita i colori, in disegni  fantastici.

Tra seta, cotone, lino e ogni altro tessuto si formano tra le mani immagini e forme di qualsiasi genere.

forme astratte di colori azzurri si intrecciano in armonia di forme ricamate

Non c’è alcun limite alla creatività, alla fantasia, all’immaginazione e si creano così, come per opera fatata, realizzazioni di gran pregio.

Nella storia i ricami hanno custodito tra i fili abiti sacri, abiti per le spose, per le occasioni speciali della vita.

Hanno segnato uniformi per le alte cariche degli stati, stemmi, bandiere fino ad arazzi e rivestimenti per diversi oggetti.

Fili di seta intrecciati insieme a fili di vero oro hanno permesso la filatura  di vesti  preziose di esclusivo appannaggio della famiglia imperiale  russa.

I più antichi frammenti di ricamo con oro filato risalgono al XIII secolo.

Il ricamo porta con sè la pazienza e la passione, qualità della mente che sono terapeutiche.

Ricamo è arte sicuramente ma è donna? 

donne ricamano e si riuniscono a condividere parole e idee

Non solo, in Italia Renato Parolin disegna e ricama e la sua meritata fama varca da tempo i confini nazionali.

E’ pur vero che la psiche femminile per la storia secolare che portiamo sulle spalle, si è trovata incoraggiata a sviluppare tante arti coltivabili nei luoghi sicuri della casa, dei salotti, dei conventi, lontano da guerre e politica.

Ma donne o uomini che siamo, ricamare è un modo di dipingere con fili di stoffa e tecniche raffinatissime sono sorte ovunque nel mondo. Ricamare ci riconnette con la psiche profonda, è una forma di meditazione.

Ieri ho imparato la tecnica del ricamo di Luneville, una cittadina della Lorena, in Francia e ho scoperto alcuni segreti per illuminare di perle un tessuto di organza e creare un mandala prezioso.

Grazie alla maestra Jelena Saveljeva, ma di tutto questo vi parlerò meglio nel prossimo post!

 

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pensieri figura sfondo

Carissima,         

iniziavi così ogni lettera che mi scrivevi, compagna di scuola, per dirmi pensieri.

Pensieri dell’animo, ricordo, anche se avevamo 18 anni ed è passato tanto tempo.

Ne scrivevi su lunghi fogli protocollo, come si faceva con i temi di italiano, e mi piaceva moltissimo leggere

pensieri formulati per me, per dirmi i recessi dell’animo, raccontarmi le scelte. O le mancate scelte.

Ci frequentavamo ancora sui banchi di scuola, pieni di contraddizioni, dibattendoci tra le ali del futuro.

Le tue parole, amica, giungevano a sorpresa quando qualcosa aveva turbato consuetudini, aveva preoccupato i pensieri e cercavano di riformulare il nostro legame, di nuovo. In un certo senso rimettevano tutto a posto.

Ho conservato per lunghi anni quelle care lettere dal sapore di amicizia e di forza, di desiderio di superare quello che poteva aver turbato la relazione.

Non ricordo più di che parlavano, quei pensieri, quali storie della nostra adolescenza narravano ma mi hanno fatto compagnia, negli anni seguenti, quando le strade della vita, banalmente, ci avevano fatte dimenticare una dell’altra.

Però, vedi?

Un flebile canto era rimasto, nascosto tra le pieghe della memoria antica, dolce e lontano.

Rivedendoci, dopo quaranta anni, un mattino romano – sì, siamo sempre noi! – questo ricordo è balzato di nuovo dallo sfondo come figura, come nel Vaso di Rubin

Nel fenomeno figura-sfondo lo psicologo danese Edgar Rubin rintracciò nei primi anni  del ‘900 alcune condizioni come quella che la figura ha un carattere oggettuale, ha un contorno, a volte un colore, una densità e assume la forma grazie al margine di cui diventa sovrana.

Più facile il processo di recupero mnestico in rapporto alla figura che non allo sfondo anche grazie al fatto che solitamente le emozioni si agganciano più alla figura che allo sfondo.

Sono processi mentali che attribuiscono valore e demarcano questi contorni, come la Psicologia della Gestalt (della Forma in tedesco) ha studiato, nulla di oggettivo.

i volti della giovane e della vecchia, nella celebre immagine di Rubin sono lo stimolo ambiguo percettivo, vedi psicologia della Gestalt

La lettera dall’incipit “Carissima” si è staccata dallo sfondo e di nuovo si è fatta dolce sorpresa, come un tempo, rivedendoti, amica, un bellissimo  mattino romano.

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Casa ideale

La casa idealeviene scritto da Robert Louis Stevenson  nel 1884

ne cito qualche stralcio:

“Sarebbe desiderabile una vista imponente, le fitte felci nella brughiera del Surrey, punteggiata di abeti e betulle che si levino sui poggi”

“Il salotto dovrà essere un luogo aticolato, da consentire piccoli recessi per conversarvi, le poltrone comode e profonde, una rastrelliera con i giornali della settimana, un taolo per i libri dell’anno e a portata di mano, in un angolo, le tre scansie piene dei libri immortali che non stancano mai”

“Dovrà essere a portata di voce di un fiumicello o del mare”

Stevenson scrittore in questo suo breve libro sembra scrivere di immagini della memoria, luoghi visti e amati o sospirati frutti delle sue fantasie.

Con le parole qui l’autore è in grado di dipingere per i nostri occhi questi panorami, interni ed esterni alla casa dei suoi sogni e si svela ciò che io chiamo la narrazione visibile,pregio dei grandi della scrittura di ogni epoca e luogo, in cui il piacere di una lettura d’autore si mescola al  piacere di immagini da gustare con gli occhi.

una di quelle lande costiere rocciose della Provenza, deserte, ricoperte di timo e di rosmarino che trasudano aromi, luoghi in cui l’animo è sempre esente dal tedio”

Anche tu vorresti una casa così?

Oggi si moltiplicano studi, ricerche, osservazioni e pareri di esperti intorno al tema della Casa, il luogo dell’anima, come ricordo sempre nei miei corsi di Home Therapy.

Non tutti abbiamo la fortuna di abitare luoghi evocativi come quelli immaginati e offerti alla nostra lettura da Robert Louis Stevenson.

Luoghi dove i merli ci svegliano e durante il giorno cantano per noi canzoni nuove.

Molto possiamo fare però per migliorare.

Possiamo migliorare la nostra casa, dedicarci a piccole fasi di rinnovo, di recupero, di restyling fai da te e senza che nemmeno ce ne accorgiamo, migliorare noi stessi.

Se l’aiuto a percorrere questa via ci viene da uno psicologo esperto in questo argomento, avremo qualcosa di bello

A lavor terminato avremo  benessere per la  nostra casa e contemporaneamente per noi stessi, quasi senza accorgercene.

Davvero.

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Psicoanalisi o psicoterapia breve?

La psicoanalisi rischia di diventare obsoleta.

Tra poco forse anche la psicoterapia.

Perchè?

Perchè siamo da decenni dentro un tempo che tra i suoi Dei annovera la Velocità e la Fretta.

Tutto e Subito, attenzione! non il preferibile e più sano Qui e Ora …

Entrare in contatto con gli elementi della Psiche non può essere un desiderio o un bisogno orientato dagli schemi della Velocità.

Schemi molto spesso tiranni, a guardar bene.

Perchè?

Perchè seguono logiche distanti dal Benessere delle persone, dal delicato e fragile equilibrio psicologico.

La Psiche ha i propri Tempi, fatti di Crescita e di Sviluppo Personale.

La Psicoanalisi non forza MAI questi tempi naturali, non usa indagini nè forzature che la psiche percepisce come violente.

Avete mai provato ad essere sottoposti alle domande cosiddette “potenti“?

Sono domande ideate con lo scopo di scardinare le difese che una mente – spesso sanissima – ha eretto con fatica per tutelare i propri punti di debolezza.

Ci sentiamo a disagio difronte a tali domandi, spesso.

La psicoanalisi ha cura estrema di queste fragilità umane e tiene in grandissimo conto il processo con il quale una persona ha edificato le proprie difese psicologiche.

Se risultano inadeguate al buon funzionamento psichico e, in ultima analisi, al raggiungimento del benessere personale, una buona psicoanalisi non forzerà mai il crollo delle difese ma ne avrà cura per comprenderne la logica e il nesso con gli accadimenti di vita di quella persona.

Come si può dire che una psicoanalisi sia “buona”?

Lo è sempre quando è condotta da uno psicoterapeuta analista adeguatamete formato, che ha completato i duri anni di apprendistato fatto di studi, tirocinio, supervisione, analisi didattica, prima di trattare i pazienti che a lui si rivolgeranno.

Attenzione pertanto ai tentativi di aiutare la mente guidati dalla fretta e dalla velocità, a tutte le correnti di pensiero del “tutto e subito” applicate anche alla mente, che per propria natura richiede tempo, pazienza e sollecita attenzione diversa per ogni persona

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Parole junghiane

Parole che curano, Talking cure, come disse una paziente di Freud agli inizi del secolo scorso rendendosi conto che la terapia psicoanalitica consisteva in parole, parole che curano.

Il discorso analitico si dipana tra paziente e analista, alternando voce e silenzi.

Parole spontanee del paziente, e poi scelte del terapeuta.

Un racconto che svela il senso profondo che un discorso narrato dal paziente può significare nella storia della sua vita.

A volte le parole sono quasi una traduzione in altro linguaggio di ciò che un simbolo, a volte un sintomo, cercano di dire.

Il simbolo si fa voce rappresentativa di un mondo interno inaspettato e sorprendente che si esprime per immagini, che sono il linguaggio dell’inconscio.

Quando diciamo che le parole curano, stiamo sottendendo che le parole costruiscono una relazione, un filo di connessione tra il paziente e il terapeuta, e quella relazione sarà la vera cura.

Come avverrà la cura,  il miglioramento dei sintomi che il paziente porta dal l’analista?

E’ la relazione che cura.

Importante e fondamentale diviene così la personalità del curante, la sua capacità di aver conosciuto se stesso e le proprie dinamiche inconsce.

Questo permetterà alla cura, o terapia psicologica analitica, di procedere senza incagliarsi in letture miopi di quanto avviene al’interno della relazione psicoteraputica, senza “agiti” nei cinquanta minuti di lavoro terapeutico che fraintendano i contenuti profondi sottostanti.

Proviamo a spiegarci meglio:

Da parte di un terapeuta adeguatamente formato, competente ed esperto non è ammissibile un “agito”,

cioè  mettere in atto,senza consapevolezza, parole o comportamenti che nascono dal proprio inconscio.

Da parte del paziente ogni “agito” sarà il suo modo di essere dentro la relazione e dovrà essere cura del terapeuta osservarlo, se è il caso mostrare al paziente stesso il senso profondo di quella comunicazione.

In quel momento stesso o successivamente, quando il paziente sarà nella condizione di afferrarne il significato e l’utilità per se steso e il proprio cambiamento.

 

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Psicologia, bisogno di…

Psicologia, bisogno di…

Proseguiamo il pensiero dell’ultimo post: la vita che conduciamo in questa nostra epoca è conformata su tempi, ritmi, spazi, relazioni e attività che per propria natura sono molto distanti dalla natura umana.

Il cervello umano e il suo funzionamento si sono strutturati in milioni di anni e ancora molto cambierà ma si dimenticata con sconcertante facilità che abituarsi, con la struttura del cervello, ai nuovi compiti richederà migliaia di anni!!

E nel frattempo?

Ci ritroviamo ad adattarci perché il cervello umano è sommamente plastico ma consuma il proprio equilibrio, se possiamo dire così

In altri termini il prezzo che paghiamo per l’attuale stile di vita imposto dai cambiamenti sociali è il nostro equilibrio mentale, psicologico, fisico, emotivo.

La Psicologia è in grado di sostenere i vari disagi e il disorientamento che affliggono quotidianamente le persone e ne penalizzano la qualità di vita.

Anche se il disagio sofferto da una persona o da una famiglia sembra non essere di natura psicologica non c’è alcune dubbio che la psicologia possa intervenire per ridurre la sofferenza e orientare alla soluzione del problema.

Quello che abbiamo chiamato il “bisogno di psicologia” è molto diffuso ma non è riconosciuto come tale, spesso appare camuffato da un bisogno diverso: di denaro, di cambiare casa, di trovare o cambiare partner ecc.

Crescono velocemente le condizioni che generano problemi ad una velocità tale da non dare il tempo necessario a tutti per ritrovare i propri diversi equilibri.

Pensiamo agli anziani

Hanno bisogno di tempi diversi

Pensiamo ai bambini

Occorrono tempi e modi ancora diversi ma il bisogno di psicologia, inascoltato nella stragrande maggioranza di casi, si esprime in comportamenti e malattie.

E’ inascoltato perché comunica attraverso codici inusuali e simboli di cui si è persa la chiave di lettura immediata.

In altri termini il prezzo che paghiamo per l’attuale stile di vita imposto dai cambiamenti sociali è il nostro equilibrio mentale, psicologico, fisico, emotivo.

 

Pensiamo ai bambini

Occorrono tempi e modi ancora diversi ma il bisogno di psicologia, inascoltato nella stragrande maggioranza di casi, si esprime in comportamenti e malattie.

E’ inascoltato perché comunica attraverso codici inusuali e simboli di cui si è persa la chiave di lettura immediata.

Il Suggerimento:

portare dallo psicologo la sensazione che abbiamo, la difficoltà, il disorientamento è il primo passo di fiducia verso la scienza dell’uomo che si pone al servizio dell’uomo.

Buona psicologia a tutti!

 

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Bisogno di Psicologia

 

Hai  “bisogno di psicologia”?

 

Forse è un bisogno nuovo, non classificato così nelle nomenclature ufficiali.

 Psicologia come bisogno è presente nelle persone fin dalle epoche più antiche, riflette la ricerca incessante di equilibri sfuggenti.

La mente spesso sperimenta disagi, stati di insofferenza anche lievi e cerca risposte risolutive.

Prova facilmente tensione interiore ma vorrebbe sentirsi bene, in equilibrio, carica di benessere autopercepito

Le risposte si cercano nei vari campi della conoscenza umana, scienza medica, cure naturali, esperienze diverse, filosofia, religione.

Fin dall’antichità si cerca continuamente la risposta efficace per rispondere al proprio bisogno di psicologia

La psicologia è efficace in questa ricerca?

Senza dubbio sì, come scienza che studia il comportamento e i processi del pensiero ed oggi specializzata in ogni settore inerente la vita umana.

E in qualsiasi attività umana è primaria l’attività psichica, come ci ricorda James Hillman quindi dalla psicologia non si può prescindere quando si cerca di vivere al meglio possibile.

Quale è la natura del problema ?

Per rispondere è necessario saper diagnosticare e definire cosa allontana le persone dallo stato di equilibrio.

Una volta definito questo la psicologia è in grado di offrire un programma di intervento che tratti il problema al fine di risolverlo.

Tutti i problemi si possono risolvere?  

 

I problemi si possono meglio definire, cercare di comprendere cosa stiano dicendo al corpo, alla persona, alle relazioni che intreccia.

Moltissimi disagi si possono affrontare e migliorare, molto dipende dalle situazioni specifiche, dal “tandem” che si crea tra il curante e il paziente:

riflettere insieme, cercare strategie utili, confrontarsi lungo il percorso, comprendere quali simboli si attivano, quali comunicazioni inconsce la psiche cerca di inviare alla mente cosciente è una parte del cammino psicologico.

Dove ci condurrà questo cammino?

Ci condurrà lungo il Processo di Individuazione, per dirla con le parole di Jung, per completare la propria personalità, diventare ciò che siamo pronti ad essere affinché ogni nostra potenzialità sia realizzata.

Proseguiremo questa riflessione nel prossimo articolo.

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